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Antonio di Guido (????–????)
Poesie

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1.1Ben è filice questa nostra etade
1.2dov'ha voluto in tutto la natura
1.3mostrar della sué arte un propio segno.
1.4Ben è filice quest'alma cittade,
1.5dentro alla qual è sì nobil figura,
1.6che stancherebbe ogni divino ingegno.
1.7Ben è quel terren degno,
1.8che 'l bel corpo sostien di tal signore,
1.9ond'esce uno splendore
1.10ch'aquila in vista riguardar non puollo.
1.11Dunque el fronte d'Appollo,
1.12vinto da forma sì leggiadra e bella,
1.13convien che celi seco ogni altra stella.
2.1Aggiunt'è questa gemma al caston d'oro
2.2d'ornatissimi pronti e be' costumi,
2.3anzi ne fu inventor suo magna altezza,
2.4e col suo bel parlar dolce e sonoro,
2.5ha 'l vigor d'arrestar e monti e fiumi,
2.6attenti d'armonia di tal dolcezza.
2.7Che maggiore allegrezza
2.8può aver chi vive che mirar quel viso,
2.9lume del paradiso?
2.10Languir de' quello con amaro pianto,
2.11che questo volto santo
2.12mirar non può con suo lampe serene,
2.13come preciso d'ogni etterno bene.
3.1Tant'alta degnità e tanta gloria,
3.2tanta magnificenza e tanta pompa
3.3non ebbe fino a oggi el senso umano;
3.4dunque questo è la nostra vittoria,
3.5né tempo può venir che la 'nterrompa,
3.6e ogni altro pensier sarebbe vano:
3.7questo è quel don sovrano,
3.8dato dal ciel per finire ogni fama;
3.9quest'è colui che chiama
3.10a grolia singular tutti e mortali;
3.11è un angiolo sanz'ali.
3.12Mira chi questo pulcro oggetto vede,
3.13e non è Alcibiade né Ganimede.
4.1Ipolito, Narciso o Ansalone,
4.2Adonis, Pulidoro e 'l bel Patrodo,
4.3di cui si dolfe Achille cordialmente,
4.4han perso in tutto ogni reputazione,
4.5e di lor grolia è spento el fero nodo,
4.6che sopra ogni altro fu già eminente,
4.7per questo refulgente
4.8miracol novo, degno e peregrino;
4.9ché per ogni cammino
4.10si scorge el nostro ben superlativo,
4.11magno, reale e divo
4.12e regge in grolia tutto l'universo
4.13qual fora sanza lui in caso averso.
5.1Se la natura ogni suo 'ngegno e arte
5.2mostrar volesse 'n formare un oggetto
5.3bel, sanza questo far nollo porria;
5.4e non ch'ella agiugnesse a questa parte,
5.5ma nolle reggerebbe lo 'ntelletto
5.6a cogitare quel ch'ella fece pria,
5.7e stanca a mezza via
5.8sare' nel contemplar cosa sì degna,
5.9che 'n sé regge la 'nsegna
5.10del presente, preterito e futuro
5.11onde si scerne puro
5.12ch'è questo ben quanto ne regna al mondo:
5.13dunque esso è 'l primo, e non può aver secondo.
6.1Tempo è omai a calar nostre vele
6.2e di racôr le sarte, e surto in porto
6.3istar, ché più cercar mestier non face,
6.4con questo alto signor giusto e fedele,
6.5dov'è ogni mio ben, lume e conforto,
6.6ogni tranquillità, riposo e pace,
6.7al qual, quando a lui piace,
6.8serrare può in un punto e 'l mondo e 'l cielo
6.9e porre e tôrre il velo.
6.10Cela e risplende tanti raggi intorno,
6.11ch'a mezza notte e giorno
6.12fa bel parer colla suo viva luce;
6.13ond'è che mi sto me' sotto tal duce.
6.14— Andrai, canzona, al più bel signore,
6.15che 'n tutto 'l mondo truovi, e ti gl'inchina
6.16e digli: «A te mi raccomanda el tuo suggetto,
6.17nobil, leggiadro ed egregio valore,
6.18in tua signoria sola, alta e divina,
6.19contento a quanto piace al tuo diletto;
6.20o tarpato angioletto,
6.21ragion vol che amato sia chi ama!
6.22Adunque a te richiama
6.23questo tuo servo, o bello uccel fenice,
6.24ché tu sol se' che lo puo' far filice».
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