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1.1Poi che Fortuna, Destino ed Amore
1.2m'hanno condotto al doloroso punto
1.3ove il vero è dispunto,
1.4ché giunto è 'l sezzo punto — a mezzo il core,
1.5piangendo priego e priego te, Signore,
1.6anzi che' sensi miei sien tutti ispersi,
1.7ch'io possa dir per versi
1.8quel che drento nel cor per me si sente,
1.9acciò ch'a tutta gente
1.10sia manifesto poi, quand' io son morto,
1.11ch'una donna m'ancise e femmi torto.
2.1Quando da prima quella gran beltade
2.2vidi in colei, ove tutto s'accolse,
2.3quantunque al mondo tolse
2.4aver di sue bellezze e di bontade,
2.5né mi pensai nella primera etade
2.6finisse in me per lei la mente afflitta,
2.7che Venere trafitta
2.8dal figlio m'assembrò, sì bella parse.
2.9Ella avie tutte isparse
2.10all'alto Appollo le sue trezze bionde,
2.11che fan parer quando un nugol s'asconde.
3.1Oh, con quanta dolcezza e gran disio
3.2d'una fiammetta soave e vivace
3.3portai quel tempo in pace,
3.4mentre piacque a colei ch'ebbe il cor mio!
3.5Or d'ora in ora alla morte m'invio
3.6e già veggio quel punto esser presente
3.7che dal corpo dolente
3.8partir convienmi e d'esta vita rea,
3.9pel poter d'una iddea,
3.10alla qual lungo tempo servo giacqui.
3.11Da lei mi tolse Amore, ond'io le spiacqui.
4.1Lasso! ché quando di due parti l'una
4.2presi, poi ch'io fu' preso, la più acerba,
4.3per virtù di Minerva
4.4si fé la donna mia di piatà ignuna,
4.5di poi, più volte volto il sul, la luna,
4.6costei ognor ver me più incrudelita:
4.7però manca la vita,
4.8ché Morte alle mie membra ha stese l'ale.
4.9Però lascio il mortale
4.10corpo per terra e le voci meschine,
4.11e sono al punto ove sarà mia fine.
5.1Qui finirò tutti li miei martiri
5.2omai, ché i membri son da Morte tolti;
5.3però ciascun m'ascolti,
5.4mentre che potrò dire, o donne e viri,
5.5che l'aier piange già de' miei martiri.
5.6Giunta è la vita ove rimarrà spenta;
5.7ogni persona il senta
5.8ch'io moro a torto; e questo è ben palese,
5.9ché, se Vener mi prese
5.10da quella iddea e femmi altro seguire,
5.11non fallai io, ché mi convien morire.
5.12— Canzone, come l'anima dal corpo
5.13vedi partita, non ristar già mai,
5.14ed a que' tai — n'andrai
5.15ch'amor di donna non ebbe in lor corpo.
5.16Dirai come a gran torto
5.17due celesti occhi stanno anzi al mio core.
5.18O servitor d'Amore,
5.19se bene intendi tutto quel ch'i' scrivo,
5.20piglia essemplo di me, che non son vivo!
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