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1.1Berino, dove se’? Berino, in vano
1.2Cerchi te stesso: ahi tu non se’ qual eri,
1.3Berino, no, che tanto oggi ti lagni.
1.4Poi ch’io non scoppio per dolore, o mano,
1.5O ferro, a che più tardi, e che più speri?
1.6Orsù, canta piangendo, e mentre piagni
1.7Sian l’arene e gli scogli i tuoi compagni.
2.1Poiché Pocilla mia più non m’ascolta,
2.2A voi parla Berino, o onde, a voi
2.3Onde, dal pianto suo fatte maggiori;
2.4Voi, che l’udiste già più d’una volta
2.5Cantar l’alte sue gioie, i piacer suoi,
2.6Udite, udite i suoi novi dolori,
2.7Mentre mille per gli occhi e mille fiumi
2.8Versano i tristi e lagrimosi lumi.
3.1Deh mentre piango intorno a queste arene
3.2Non n’esca a lito mai pur una fore,
3.3Ché ’l foco che dal cor lampeggia e vène
3.4Vi farebbe poi gir tutte in ardore:
3.5Il foco che più viva ognor mantene
3.6La bella stampa che m’impresse Amore
3.7In mezzo il cor con man sì salda e forte,
3.8Che non la pò tor via tempo né morte.
4.1A che per me ten parti, e torni, o sole,
4.2Se non ponno aggiornare i tuo’ be’ rai
4.3L’eterne notti di quest’occhi orbati?
4.4Che pote il mondo aver che mi console?
4.5Chi può dar fine a gl’infiniti guai?
4.6Nulla sono per me le stelle e i fati:
4.7Tutto quel ch’ora io son langue e si tace;
4.8Tutto quel ch’era io, sotterra giace.
5.1Pocilla, senza te deserto e cieco
5.2Quanto dopo mirai sempre mi parve:
5.3La vita mia tu ten portasti teco:
5.4Quel che Berino fu, teco disparve.
5.5Per tormi venne ben Morte, ma seco
5.6Poi non mi volse, ché sì mesta apparve
5.7A lei l’imagin mia, ch’ebbe timore
5.8Non l’uccidesse meco il mio dolore.
6.1Lasso, chi ’l crederà? Quanto altrui piace,
6.2Quanto altrui giova, a me rincresce e noce.
6.3O qual di morte fu duro lo sdegno!
6.4O come fu ’l mio ben corto e fugace!
6.5Piacciati questa amica ultima voce,
6.6O Pocilla, gradir dal tuo bel regno,
6.7Ove perde il destin, perdono i lustri,
6.8Ove altro mare, ov’altre piaggie illustri.
7.1Ove del sol più luminosa e bella
7.2Ti fa la tua virtù vivace ardente;
7.3Ove lieta stagion sempre novella
7.4Godi sovra il mortal vaga e lucente;
7.5Ove nova a nocchier felice stella,
7.6Perpetuo seren, novo Oriente,
7.7Oriente e seren ch’altrui riluci,
7.8Ma solo a me tempesta e notte adduci.
8.1Quando fia mai che da te lunge asciutto
8.2I’ porti il viso? O dal dolore interno
8.3Respiri un punto a me stesso nemico?
8.4I’ pur dianzi era teco intero e tutto,
8.5Or men che mezzo, anzi son vivo inferno;
8.6Né pò il tosco e l’assenzio ond’io nutrico
8.7Tutti i pensieri miei, tutti i desiri,
8.8Addolcir quanto, o sol, tu scaldi e giri.
9.1Ma che sperar, ma che bramare in terra
9.2Senza te posso? Ecco di doglie in doglie
9.3Rinasco sempre, e d’una in altra guerra;
9.4Né ’l mio nodo vital Morte discioglie,
9.5Anzi di me trionfa, e non m’atterra.
9.6O vita, o pace mia, chi mi ti toglie?
9.7Ove se’ tu? io, lasso, ove rimango?
9.8Tu perla orientale, io rena, io fango.
10.1Chi del mio gran tesoro a mio gran danno
10.2S’è voluto arricchire? O morte acerba,
10.3O stelle invidiose, o fier destino,
10.4Ben opraste ver me forza et inganno.
10.5Non è qui conca, o filo d’alga o d’erba,
10.6Non è speco lontan, scoglio vicino,
10.7Che te meco non pianga e ’l tuo bel nome
10.8Non chiami ognor, ma non saprei dir come.
11.1Ahi quante volte, e non mi sogno, io sento
11.2Nettuno e Glauco e ’l gran Pastor del mare
11.3Empir il ciel di flebile lamento,
11.4Poiché t’han cerca, e non ti pon trovare;
11.5E Dori e Teti, il biondo crine al vento,
11.6Sparso e lacero il sen, con larghe amare
11.7Lagrime gir correndo il lito intorno,
11.8E far, squarciato il viso, al mar ritorno.
12.1Dove se’, mio bel sol, dove sparito?
12.2Per te mi piacquer già l’arene e l’acque.
12.3Ben ti cerco io, ma in nulla parte spero
12.4Trovarti qui. Deh qual tronco e romito
12.5Lasciasti il viver mio, che sol mi piacque
12.6Per goder te? Per te lieto et altero
12.7Men giva de la rete e de la canna:
12.8Or l’una e l’altra a pianger mi condanna.
13.1Ma sarà ben ch’io posi e ch’io mi stenda
13.2Su quest’arena breve spazio, e mute
13.3Altri versi, altre note: il fier costume
13.4Forse anco muta il cor perché riprenda
13.5Lena a dolersi. Or tu forza e virtute
13.6Dammi dal cielo, o dolce, o caro lume,
13.7Insin ch’io mi dilegui e mi consume.
14.1Per te la pescagion, per te del mare
14.2Fu l’arte in pregio e di tutt’altre in cima:
14.3Per te la piaggia, il lito insieme andare
14.4Ben potea con città nobile e prima;
14.5E con le cose più leggiadre e care
14.6Gir quelle che men pregia il vulgo e stima:
14.7Tu sola far potei di bassa e vile
14.8Ogni cosa in un punto alta e gentile.
15.1Et è pur ver che non mi sia concesso
15.2Guardar i luoghi ove talor ti vidi?
15.3E se pur l’occhio va contra se stesso,
15.4Riempio l’aria di dogliosi stridi,
15.5E tutto da me lunge et a te presso
15.6Esclamo e dico: o dolci, o cari nidi,
15.7Onde al celeste suo aer felice
15.8Tornò la mia gentil bella Fenice!
16.1Or chi mi vieta il gir, chi mi ritiene,
16.2Chi chiude il passo, o chi raffrena il corso?
16.3Un uom fuor d’ogni aita e d’ogni spene
16.4Devrebbe aver da morte almen soccorso.
16.5Chi per la vesta e per lo crin mi tiene
16.6Che da Capre o dal Gallo o da Caporso
16.7Non mi gitti nel mar dov’è più alto?
16.8Fora ben dolce e ben gioioso il salto.
17.1Forse chi sa, se nova Dea fra l’onde
17.2Io ti trovassi, e m’acquetassi in parte?
17.3E pur non mi sovien che mi t’asconde
17.4Oscuro sasso, e solitaria parte.
17.5In tanto di lontan voce risponde
17.6E dice: non ti giova o studio od arte;
17.7Misero, chi tu cerchi or è nel cielo,
17.8E le Grazie hanno in Cipro il suo bel velo.
18.1Il velo, in cui tutto ’l più bel ripose
18.2Venere insieme con le Grazie a gara,
18.3E chiuser fra la neve eterne rose,
18.4Robini e perle in poca parte e cara.
18.5O belle, o non più viste al mondo cose,
18.6Per cui del ciel la luce oggi è più chiara,
18.7E morte a doppio ingiuriosa e dura,
18.8E la mia vita inabissata oscura!
19.1Deh perché non son io come colei
19.2Che vide in sonno e poi trovò lo sposo
19.3Sommerso in mare e per favor di Dei
19.4Or piange augello il suo stato doglioso?
19.5Che via più lungamente piangerei
19.6I miei fedeli amori e l’amoroso
19.7Naufragio mio; ma tu ten gisti al porto,
19.8Io rimasi nel mar fra vivo e morto.
20.1Quanto t’invidio, o ben coppia felice,
20.2A cui sposi et augelli un letto, un nido
20.3Comun fu sempre, a cui cantando lice
20.4L’onda quetar quando più batte il lido.
20.5Lasso, perché di me fosti, o Ceice,
20.6Più fortunato? se più caro o fido
20.7Di me non fosti a la tua bella ninfa:
20.8Io ’l giuro per quest’aria e questa linfa.
21.1Io perché son dal mio gran ben disgiunto,
21.2Tu vivi ognor col tuo? O perché io,
21.3Come tu, pur non mi sommersi a un punto
21.4Nel profondo ocean del pianto mio?
21.5Ben potev’io sforzato esser e giunto
21.6Dal vento de’ sospir, cui pote il Dio
21.7Ceder come men forte a gran ragione,
21.8Che frena et Euro e Noto et Aquilone.
22.1In fin al cielo alzar l’onda potrebbe
22.2La forza de’ sospir ch’esce del core,
22.3E l’Euxino e l’Egeo picciol sarebbe
22.4Campo per dar il corso al suo furore;
22.5E se ciò far non valse, almen devrebbe
22.6Cenere or farmi il sospiroso ardore.
22.7Ho pur udito dir che Vesevo arse,
22.8E quasi al ciel mandò le fiamme e sparse.
23.1Chi crederà che ’l mar languidi e neri
23.2Produca pesci e monstruose larve
23.3Dal dì che ten partisti? E pur l’altr’ieri
23.4L’onda di pece e solfo in vista apparve:
23.5Febo pallido mosse i suoi corsieri,
23.6Coperti tutti a brun, da l’acque e parve
23.7In guisa tal, come quel dì ch’al fiume
23.8Cadde il figliuol che sì mal resse il lume.
24.1Più non odo cantar com’io solea,
24.2Accordando con l’onde il dolce canto,
24.3Melite, Lalla, Tolla, Afra e Rotea,
24.4Compagne che t’amaro e pianser tanto;
24.5Con cui, qualora il sol girato avea
24.6La sua quadriga e gìa spiegando il manto
24.7La notte a l’ombre e ’l dipingea di stelle,
24.8Opre solei tu far maestre e belle.
25.1Talor bagnar la rete al mar solevi
25.2Con Milla tua fedel casta compagna,
25.3E ’l giorno poi s’a noia il lito avevi,
25.4Ten givi a spaziar per la campagna,
25.5E questo fiore e quel vaga coglievi;
25.6Or poggiavi a la villa e, più d’Aragna
25.7E di tutt’altre dotta in bel lavoro,
25.8Il filo ornavi a par de l’ostro e l’oro.
26.1Ma che non pote Amor, che far non pote
26.2Forza d’impetuoso alto dolore?
26.3Ecco che parla in favolose note
26.4Divenuto poeta un pescatore.
26.5Dove amoroso stral giunge e percote,
26.6Il rozzo e ’l vile subito vien fore;
26.7Et ho spesso cantar Licida udito
26.8A guisa di città, non già di lito.
27.1Qual giorno senza il sol, senza la luna
27.2Notte, senza fior prato, o rio senz’acque,
27.3Tal io rimasi in vesta vile e bruna
27.4Al tuo partire; ogni augelletto tacque
27.5Poi che tacesti, e tutte ad una ad una
27.6Egla tronche le chiome in terra giacque;
27.7Né valse Antiniana e Mergellina
27.8A consolarla mai sera e mattina.
28.1Chi poria dir quanto si dolse, e quanto
28.2Pianse con bassa e lagrimosa fronte
28.3Bagnuola tua? E fu sì largo il pianto,
28.4Ch’accrebbe doppia vena al suo bel fonte.
28.5Gli orti tinsero in nero il verde manto,
28.6Gli orti tuoi cari; e ’l bel vicino monte,
28.7Dapoi ch’oscura nebbia il ricoperse,
28.8Tremò con suono orrendo, e poi s’aperse.
29.1Et io perché, se più di tutti piango,
29.2Se più di tutti a gran ragion mi doglio,
29.3Non mi dileguo in pianto e non rimango
29.4Fonte, se mille fonti agli occhi accoglio?
29.5O vita, vita no, ma polve e fango,
29.6Ecco a morte i’ mi dono, a te mi toglio.
29.7A Dio scogli, a Dio mare, et a Dio venti,
29.8A Dio reti, a Dio nasse, a Dio tridenti.
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