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1.1Aminta, ove ne vai solo e dolente,
1.2Di lagrime bagnando il lito intorno
1.3Ove vestigio uman nullo si vede?
1.4Dov’è la canna tua, dove il tridente,
1.5Con cui toglier solevi e notte e giorno
1.6Al tiranno del mar tutte le prede?
2.1Lasciami gir dov’il dolor mi guida,
2.2Lasciami, Dafni, gir; forse ch’a morte
2.3Pietoso de’ mie’ mali il piè mi spinge.
2.4Amor la pena che nel cor s’annida
2.5Non vuol ch’io scopra. acciò torni più forte,
2.6Qual foco vien maggior s’altri il ristringe,
2.7E pianga solo il mio solo cordoglio,
2.8Né turbi col mio amaro il dolce altrui.
3.1Sciogli il freno ai lamenti, apri il camino
3.2Al pianto et ai sospir, ché teco io voglio
3.3Pianger quel ch’ora son, quel che già fui;
3.4Né ciò potrà vietarmi il fier destino.
4.1A che più cerchi aggiunger duolo al duolo?
4.2Lasciami pianger pur com’io piangea,
4.3Poi che non so di cui lagnar mi debbia:
4.4Anzi il so ben; convien pianga me solo,
4.5Che più tardi ad Amor creder devea,
4.6Né seguir l’ombra, et abbracciar la nebbia.
5.1Odi, Aminta, per Dio; si sfoga il core
5.2Con gli amici piangendo e giova spesso
5.3Scoprir l’affetto ch’è nemico interno.
5.4Trar bene anco del mar la canna fore
5.5I’ non potea, quando mi fu concesso
5.6E vederti e parlarti; e s’io ben scerno,
5.7Da quel dì t’ho nel cor portato e porto.
5.8Qual cagione a doler così ti mena?
5.9Qual t’ha pensier così percosso e vinto?
6.1Quella ch’ogni altrui gioia, ogni conforto,
6.2Ogni dolce inacerba et avelena:
6.3Misero e lagrimoso labirinto,
6.4Fiera nemica di riposo e pace,
6.5Guerra et orror de l’amorosa turba,
6.6Nel più bel fiore ha secchi i miei desiri
6.7Gelosia, ch’ogni speme ancide e sface,
6.8Furia che più d’ogni altra il mondo turba,
6.9Malvagia se si cela o se si scopre,
6.10Nata d’odio d’invidia e di sospetto,
6.11Madre di sdegno di vendetta e d’ira.
7.1S’ha più forza il dolor quando si copre,
7.2Ecco ch’io t’apro quanto chiude il petto,
7.3E saprai come Amor mi volve e gira.
7.4Vedrai che ’l duolo e ’l mal ch’or sì t’annoia
7.5Fia sommo bene a par del mio tormento,
7.6Vedrai come dal ciel si cade a terra,
7.7Come ’l pianto restò, sparve la gioia,
7.8Come la speme mia fu nebbia al vento,
7.9Come trarmi di pace e pormi in guerra
7.10Piacque al ciel, che ’l mio danno ha preso in gioco.
8.1Deh non più no, per Dio, ché si rinfresca
8.2La mal saldata piaga e sento un gelo
8.3Ch’agghiaccia e stringe il core in mezzo il foco.
8.4Io solo son d’Amor la fame e l’esca,
8.5Trionfo al suo furore, in ira al cielo,
8.6In odio al mondo, e di me stesso a sdegno;
8.7Né quant’è in terra di dolcezza o bene
8.8Può scemar del mio mal picciola parte.
8.9A lo stral di fortuna immobil segno,
8.10Un nemico pensier sempre mi tiene
8.11L’assedio intorno a l’alma e ’n ogni parte
8.12Mi fa temer di quel ch’io men devrei.
8.13Mi fa talor veder quel che non veggio:
8.14Né perché di sbandirlo in parte io tenti,
8.15Posso far sì, che sempre agli occhi miei
8.16Il più noioso il più nemico il peggio
8.17La memoria non rechi e rappresenti;
8.18E parer certo il dubbio, il falso vero
8.19Mi fa talora, e vaneggiando sempre
8.20D’uno in altro timor mi torce e svia.
9.1Misero me, che più possente e fero
9.2Strazio m’afflige in disusate tempre:
9.3Ché se forse pensier nel cor si cria
9.4Che un sol possa scemar de’ miei dolori,
9.5Un altro poi par ch’interrompa e tolga
9.6Ogni quiete ogni dolcezza a l’alma;
9.7Che la mia bella et infedel Licori
9.8Mi forma tal, che par che rompa e sciolga
9.9Il dolce nodo e doni altrui la palma.
10.1Come s’a mar tranquillo, a ciel sereno,
10.2Ne vien rete talor colma di pesce,
10.3Che l’aspetta con alto e lieto grido
10.4La stanca turba e par che l’apra il seno;
10.5Poi ecco l’aria e ’l mar commove e mesce
10.6Repentina tempesta e trema il lido;
10.7Così la cara mia preda amorosa
10.8Tolta mi fu, così la dolce e lieta
10.9Vita mia fu cangiata in pene e in pianto.
11.1Deh ché più tosto sotto questa ombrosa
11.2Spelonca, mentre l’onda è muta e queta,
11.3Non sedemo a cantare? E sì col canto
11.4Farem minor la nostra pena acerba,
11.5Poi che cantando il duol si disacerba.
12.1Se dal lito venisse
12.2Oggi Cloride qui dov’io mi sono,
12.3Di questo e quel martire
12.4Ch’ella mi dà ben le darei perdono;
12.5Né curerei ch’allor l’alma sen gisse,
12.6Pur che ’l timor finisse col morire.
13.1Se dal colle scendesse
13.2Oggi Licori qui dov’io mi sono,
13.3Di questo e quell’oltraggio
13.4Ch’ella mi fa ben le darei perdono;
13.5Né curerei che morte mi giungesse,
13.6Purché ver me volgesse il suo bel raggio.
14.1Deh perché ’l dì che volse
14.2Amor ferirmi a l’aria del bel volto,
14.3Cloride mia col cor pur non mi tolse
14.4E l’intelletto e ’l senso?
14.5Ch’a pensar non avendo a quel ch’io penso,
14.6Tornerei a la rete onde son tolto.
15.1Deh perché ’l dì che i venti
15.2Sen portaro la fé ch’a vile avesti,
15.3Licori mia, né già però ten penti,
15.4Così con la mia speme
15.5Non sen portaro i miei pensieri inseme?
15.6Ché con gli altri pescar tu mi vedresti.
16.1Se talor pesce in mare
16.2Si move, o scuote fronda in ramo, ognuna
16.3Subitamente pare
16.4Che corra ad involarmi
16.5Cloride mia; né pur oso fidarmi
16.6Del mio penser, ch’ei non l’involi ancora.
16.7O nova pena et una,
16.8Temer ognun, ma più se stesso ognora!
17.1S’avien che fremer onda,
17.2O spirar aura intorno al lito io oda,
17.3Par ch’ognuna risponda
17.4E dica: altrove è volta
17.5Licori tua, né già più Dafni ascolta:
17.6D’altri fia il pregio di sì lungo affanno.
17.7O nuova d’Amor froda,
17.8Che l’onde e i venti ancor guerra mi fanno.
18.1Pescatori, ch’andate
18.2Per queste piaggie errando,
18.3S’asciugar vi volete
18.4Quando dal mar tutti bagnati sete,
18.5Deh ché non v’asciugate
18.6Nel foco di sospir ch’io dal cor mando?
19.1Pescatori, ch’andate
19.2Nova preda cercando,
19.3Se troppo alte inquiete
19.4Vi paion l’onde ove pescar solete,
19.5Deh perché non pescate
19.6Nel mar che da questi occhi io verso e spando?
20.1Soave è veder l’onda or basso or alto
20.2Ripercoter gli scogli e starne lunge.
20.3Soave è spesso ancor la rimembranza
20.4Del già passato tempestoso assalto,
20.5Quando a lito nocchier pallido giunge,
20.6Cui mancò dianzi in tutto la speranza
20.7Di mai più riveder l’aer natio.
20.8Soave udir gli augei che per la riva
20.9Cantan piangendo (e sì son anco amici)
20.10Lor fidi amori e, mentre al tempo rio
20.11Pendon sul nido, in flebil voce e viva
20.12Acquetan l’onde e fanno i liti aprici;
20.13Ma via più Dafni il tuo canto è soave.
21.1Dolce è vedere il mar da l’aura amica
21.2Mover, disteso in bel fiorito prato
21.3Chinando il ciglio di pensier già grave
21.4Al suon de l’onde, e par ch’Amor gli dica:
21.5Teco son io con dolci sogni a lato.
21.6Dolce è veder di fonte in chiaro fondo
21.7Ninfa che lavi le sue membra ignuda,
21.8E ne copra talor, talor ne mostri
21.9Del bel fianco l’avorio intatto e mondo,
21.10Pietosa in parte dolcemente e cruda,
21.11E l’acque indori, inalabastre, inostri:
21.12Ma via più dolce e più soave assai,
21.13Aminta, è il tuo cantar, che la smarrita
21.14Moglie ch’Orfeo lasciò ritolto avrebbe.
21.15Or poiché il sol quasi già stanchi i rai
21.16Per riposar tramonta, e ’l mar m’invita
21.17Al suo trastullo, e contrastar sarebbe
21.18Peccato e fallo, andrò dov’è la barca,
21.19Se posso di me stesso esser pur donno.
22.1Et io con l’alma al suo ben pigra e parca
22.2Resterò qui: forse quest’occhi ponno
22.3Chiudersi per pietate almen del sonno.
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