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1.1O d’ogni alta virtù novo Oriente,
1.2Giorno seren di nostra oscura etate,
1.3Per cui vive valore e cortesia,
1.4Chiaro Ridolfo, il cui bel raggio ardente
1.5Ne mostra ognor di fede e di pietate
1.6La già smarrita e traviata via;
1.7A la cui ombra fido albergo eterno
1.8Tien già la bella e gloriosa fronde
1.9D’ogni celeste ben pregiato onore;
1.10O che nel sacro universal governo
1.11Circondato da cure alte e profonde
1.12Consumi in bel guadagno i giorni e l’ore,
1.13O che con calde e pie voci a Dio sparte
1.14Spirando odor di vita almo e divino
1.15Ne scopri in terra il ciel securo e vero,
1.16O che di bei concetti orni le carte,
1.17E vivi tal, che Celio et Aventino
1.18T’aspettan degno successor di Piero;
1.19Odi Licida tuo, Licida, a cui,
1.20In quest’onde che varca, il duce il segno
1.21Tu se’ più certo, odi il suo novo canto,
1.22Poi che tien chiuse Amor l’orecchie altrui,
1.23Se giovenetto stil di tanto è degno,
1.24Se pur un pescator degno è di tanto.
2.1Dove Sebeto in mar chiude il viaggio,
2.2Cinto di salci e canne il picciol corno,
2.3E fa bel ciò che riga e ciò che bagna,
2.4Quando amabile e cara il caldo raggio
2.5Ne fa più l’ombra e l’aura, e più dintorno
2.6Par ch’arda tutto il lito e la campagna,
2.7Stanchi già di pescare Ila e Fumone
2.8Sotto una presso il mar cava spelonca
2.9Fuggìan l’estivo ardor, quando a la riva
2.10Sovra l’alga giacer veggion Tritone
2.11Vinto dal sonno, e dietro avea la conca,
2.12E seco ogni onda in mar queta dormiva.
3.1Ecco che i pescator corrono e sono
3.2Taciti presso a lui quanto più ponno,
3.3E gli ruban la conca, e in bocca a pena
3.4Se l’ha messa Fumon, che non più il suono
3.5Rende qual suol, pur stride sì, che ’l sonno
3.6Gli rompe, ond’egli desto e da l’arena
3.7Risorto grida: «A che tentar volete
3.8Quel che non lice? A me solo dar volse
3.9Questo il padre Ocean: ma s’oggi forse
3.10Voi bramate ch’i’ suoni, ecco che sete
3.11Contenti, ecco ch’io suono’; e tosto tolse
3.12La conca in man che ’l pescator gli porse,
3.13Al cui strido ogni scoglio, ogni antro inseme
3.14Rimbomba, e fuori al lito esce del fondo
3.15Questo mostro e quel pesce, e dal più basso
3.16Centro par che la terra e l’onda treme,
3.17E scoppi l’aria e s’apra intorno il mondo.
4.1Egli appoggiato in su l’arena a un sasso
4.2Canta come già Peleo ingannar volle
4.3Teti dormendo, e qual più d’una volta
4.4Ella fatta or augello or tigre in tutto
4.5Fe’ de l’amante il desir vano e folle;
4.6E come al fin l’ebbe tra lacci avolta,
4.7E di lei colse il desiato frutto.
4.8Canta poi Bacco ritrovato al lito
4.9Dai fallaci nocchieri, e canta poi,
4.10Quando ei s’accorse del perverso inganno,
4.11Come arrestar fe’ il legno e sbigottito
4.12Lo stuol crudel rimase, che de’ suoi
4.13Empi desir portò vergogna e danno;
4.14Che mentre tenta l’uno i remi oprare,
4.15Fatto nero si vede e già di spine
4.16E di squame coperto, e quando spera
4.17L’altro la fune in man prender, nel mare
4.18Salta senza le braccia, e tutti al fine
4.19Diventati delfin nuotano a schiera.
5.1A questo aggiunge poi perché ne l’acque
5.2Ino col suo figliuol già si sommerse,
5.3E come lor cangiò l’aspetto e ’l nome
5.4Il re del mar, ché così a Vener piacque,
5.5E ’n questo e ’n quel Dio poi ambo converse,
5.6E quanto pianta fu la ninfa, e come
5.7Giunone irata le compagne sue
5.8Augelli e sassi fece. E di te disse,
5.9O Scilla, ancor qual fur dannose e vane
5.10Le prighiere di Glauco, e che mal fue
5.11Circe crudele, e ’n quanto duol poi visse
5.12L’amante, quando in mar rabbioso cane
5.13Latrar t’intese a torto, e poi che scoglio
5.14Ti vide, quanto pianse, e quanto ancora
5.15Ogni nocchier ti fugga, e perché festi,
5.16Rimembrando di Circe il fiero orgoglio,
5.17Senza compagni Ulisse. E come fora,
5.18Venere bella, tu del mar sorgesti
5.19Nata di spume, onde ’l bel nome hai preso.
5.20Or in giovenco, or in delfin Nettuno
5.21(Oh gran forza d’Amor!) muta e trasforma
5.22Celeste cor da terrena esca acceso.
5.23Or fa bifolco, or pescator Vertuno,
5.24Or cangia Proteo in questa, in quella forma,
5.25Et or Esaco in mar veste di piume,
5.26E come Icaro a l’acque il nome diede.
5.27Poi com’ogni onda al gran padre Oceano
5.28È costretta obedir; perch’ogni fiume
5.29Nasce da lui, perché a lui corre e riede,
5.30E sia il cerulo Dio non mai lontano
5.31Dal grembo de la sua bella Anfitrite:
5.32E perché alberghi il sol seco, e com’esca
5.33Fuor la mattina. Al fin gli occhi poi gira
5.34Ove le chiome sue verdi e fiorite
5.35Spiega e rivolge a l’onda pura e fresca
5.36Pausilipo, ch’ancor piange e sospira
5.37E grida. Ahi quanto in van Nisida amasti,
5.38O Pausilipo, un tempo; ahi come spesso
5.39Mentre ella era a seguir le fere intenta
5.40Con le tue voci i suoi piacer turbasti!
5.41Ah misero, ah dolente, a che te stesso
5.42Cerchi perder seguendo? Indarno tenta
5.43Ella da te fuggire; or basso or alto
5.44Corre per tutto il colle, e non è valle,
5.45Né si riposto speco, ove non entre
5.46Sol per campar da l’amoroso assalto.
5.47Dovunque torce il piè, par ch’a le spalle
5.48Ad or ad or le sopragiunghi, e mentre
5.49Crede lontan da te correr secura,
5.50Ogni fronde, ogni fior che move il vento
5.51La fa volger indietro, e ciò che intende,
5.52Ciò che vede, l’apporta ombra e paura;
5.53E quanto fugge più, tanto più lento
5.54Le pare il corso, e se stessa riprende.
6.1Ahi troppo incauto, ahi troppo fiero e crudo!
6.2Tu segui chi non fugge? Ove ne vai?
6.3Nisida è giunta al mar: come non vedi
6.4Nisida tua già scoglio orrido e nudo?
6.5Né fugge più, né te più teme omai:
6.6E pur oltra la segui, e sì nol credi?
7.1Volea dir più Triton, ma qui finìo,
7.2Ché la voce e la conca nol sostenne,
7.3E perché tosto a noi la notte venne,
7.4Sen tornò poi nel mare ond’egli uscìo.
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