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1.1Lascia la canna pur, lascia pur l’amo,
1.2Lascia, se puoi lasciar, Cromi, te stesso,
1.3Poiché la vita ancor fra mille morti
1.4Non vuol lasciarti, e t’ha lasciato, ahi lasso,
1.5Nerina tua, Nerina un tempo tua.
2.1Cromi, a che piangi? a che, misero, spargi
2.2Pur tante voci al vento? Or chi t’ascolta,
2.3Altri che questi scogli orridi e nudi?
2.4Deh non più, no: volgi il pensier molesto
2.5Che d’uno in altro duol ti muta e cangia
2.6A più tranquilla parte, a più dolce uso,
2.7E rasserena omai la mente oscura.
2.8Dimmi, quando l’altrier cotanto irata
2.9Si mostrò l’onda e ’l ciel gravato e nero,
2.10Onde tutto quel dì, tutta la notte
2.11De’ fieri venti il furioso assalto
2.12Non lasciò pur tentar l’acqua col remo,
2.13Che fe’ Licida allora, e tu che festi?
2.14Come ingannar poteste il tempo, e come
2.15Menar quelle noiose ore nemiche?
3.1Lasso, che potea io, se non dolermi,
3.2Et accrescer ognor l’onde col fiume
3.3Di questi occhi dolenti, e co’ sospiri
3.4Arder l’acque l’arena i sassi e l’alga?
3.5Ma Licida, a cui tanto il ciel cortese
3.6Arrise sempre, a cui sempre di nove
3.7Grazie Fortuna il sen più largo aperse,
3.8Credendo d’addolcir l’amaro tosco
3.9De la trist’alma e porger tregua al duolo,
3.10A cantar m’invitò seco con patto
3.11Ch’io rispondessi; e poi così cantando
3.12Sciolse la lingua et io risposi al canto.
4.1Quando Terilla mia cogliendo il giorno
4.2Va per cotesta lieta amica riva
4.3Or questo or quel lapillo,
4.4Veggio rasserenar l’aria dintorno,
4.5E placido e tranquillo
4.6Dentro i begli occhi Amor la face avviva.
5.1Quando Nerina mia specchiarsi io scorgo
5.2Nel puro fondo de la fresca riva,
5.3Dal bel lume s’infiamma
5.4Nettuno, et arde nel più basso gorgo,
5.5E la sua dolce fiamma
5.6Venere al sol de’ suoi begli occhi avviva.
6.1Terilla mia più dolce e più soave
6.2D’ogni maggior dolcezza,
6.3Più bella del più bel de la bellezza,
6.4Più del mar grata in vista il giorno c’have
6.5Col vento maggior pace,
6.6Quando ogni cosa tace,
6.7Deh corri a me, mentre di scoglio in scoglio
6.8Da le pietre le conche io spicco e coglio.
7.1Nerina a me più dura e più ritrosa
7.2D’ogni maggior durezza,
7.3Più bella del più bel de la bellezza,
7.4Più del mar cruda in vista il dì che posa
7.5Men nel suo letto, e giace
7.6Più che l’aria fallace,
7.7Deh vola a me, deh me rendi a me stesso,
7.8Mentre a te questa rete io lego e tesso.
8.1Mentre Terilla al sole apre il tesoro
8.2De l’auree chiome, et io l’involo a prova
8.3Per entro quel fin oro
8.4Or questo sguardo or quel, par che dagli occhi
8.5Tal dolcezza al cor fiocchi,
8.6Che mille vite e mille allor vorrei
8.7Tutte perder per lei,
8.8Ché a perderne una sol poco mi giova;
8.9Né la gioia infinita
8.10Di quella dolce morte io cangerei
8.11Col maggior ben d’ogni più lieta vita.
9.1Mentre Nerina mia ne’ be’ cristalli
9.2Del vicin fonte bagna il crin lucente,
9.3E tra perle e coralli
9.4In mille nodi poi l’adorna e stringe,
9.5Tal piacer move e spinge
9.6L’alma, che fugge e a se stessa s’invola
9.7Et al bel crin ne vola,
9.8Ove mostra goder sì novamente
9.9Fra l’oro crespo avolta,
9.10Che di quella prigion più si consola
9.11Che d’ogni libertà più cara e sciolta.
10.1Quando Terilla mia su quell’arena
10.2Con dolci cenni a sé mi chiama e stende
10.3La man bianca e gentile,
10.4Inusitata gioia al ciel mi mena:
10.5E sì nobil desio quest’alma accende,
10.6Che quel che altri più pregia, io tengo a vile.
11.1Quando Nerina mia sotto quel monte
11.2Pescava meco (or chi fia mai che ’l creda?),
11.3Quanto il mar chiude in seno
11.4Parea ch’a l’aria de la bella fronte
11.5Prender devessi: e sol er’io la preda,
11.6E l’esca e l’amo il bel guardo sereno.
12.1Terilla, c’hai la fronte assai più chiara
12.2Che la fronte del sol, quando vien fuora
12.3De l’onde e ’l ciel rischiara,
12.4E la guancia vermiglia
12.5Più che la giovenetta e bionda Aurora,
12.6S’a me volgi le ciglia,
12.7Vedrai col vento inseme
12.8L’onda tacer ch’irata or ferve e freme.
13.1Nerina, c’hai le chiome assai più bionde
13.2Che le chiome del sol, quando il bel raggio
13.3Alza il matin da l’onde,
13.4E la guancia vermiglia
13.5Più che la rosa il mese innanzi maggio,
13.6S’a me volgi le ciglia,
13.7Vedrai tornar tranquille
13.8L’onde ch’or vanno al cielo a mille a mille.
14.1Deh segui, Cromi, pur, né ti rincresca
14.2Dir quel che dopo te Licida disse,
14.3Così pietoso il ciel tosto ti renda
14.4Nerina tua, Nerina un tempo tua,
14.5Or d’altrui fatta, troppo indegnamente;
14.6Né dagl’inganni tuoi pesce mai scampi,
14.7Benché il più accorto, il più veloce sia
14.8Di quanti accoglie il mar nel salso grembo
14.9E meni il cristallin ceruleo carro
14.10De la reina di quest’acque Teti.
15.1Quel che egli disse, or chi ridir potrebbe?
15.2Disse Licida più, ma così l’alma
15.3La rimembranza del perduto bene
15.4D’alto dolor subitamente oppresse,
15.5Che mi lasciò la voce e la parola,
15.6Né più, com’ei volea, potei seguirlo:
15.7Onde ancor la memoria si sgomenta,
15.8Né quel che averne poi più mi sovene.
16.1Ben ti dirò, ch’al suon de’ dolci accenti
16.2S’arrestaro i delfini e in mezzo il corso
16.3Lasciati i balli fur veduti a schiera
16.4Lungo spazio scherzar dintorno al lito;
16.5E posto il volo e se stesso in oblio,
16.6Fermo su l’ali or questo mergo or quello
16.7Ad ascoltarlo stette, e le sue note
16.8Insieme accompagnò cantando a gara;
16.9Finché vibrando il bel raggio d’argento
16.10La sorella del sol l’onde percosse,
16.11E di mill’occhi il gran volto del cielo
16.12Dipinto al mondo e luminoso apparve.
16.13Ma perché veggio Mopso in su l’arena
16.14Che t’aspetta a la rete, alzati e corri,
16.15Ch’io tornerò, poi che sì vole Amore,
16.16A le lagrime prime et al dolore.
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