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1.1Leggiadre ninfe, ch’al bel sasso intorno
1.2Scherzando ognor di Mergillina andate;
1.3Ninfe più d’altre assai felici e liete,
1.4Ninfe, per cui sen va superbo adorno
1.5Il nostro mar ch’a viva gloria alzate;
1.6Poi che udito cantar sì dolce avete
1.7Licone, il primo pregio e ’l primo vanto
1.8Di quanti pescator l’onda più prezza;
1.9Voi già, che del più basso umido fondo
1.10Usciste fuor ben mille volte al canto
1.11Tratte da meraviglia e da dolcezza
1.12Per asciugare al sol l’or crespo e biondo,
1.13Qualor sovra il bel colle egli cantando
1.14Quetava l’onda più turbata e fera,
1.15Quasi del mar latin quarta Sirena;
1.16A me, che l’orme sue ne vo cercando
1.17Spinto da voglia pellegrina altera,
1.18Mostrate ove le serba ancor l’arena;
1.19E mentre lascio gli orti aprici e cari
1.20De la bella Egla, ove talor ghirlanda
1.21Tesser soglio di fior toschi e romani
1.22Ne’ miei primi anni, e addolcir gli amari
1.23Pensier che nobil donna al cor mi manda,
1.24Ma parton poi da me fallaci e vani;
1.25Deh raccogliete intorno al vostro lido
1.26Il suon de’ novi accenti, acciò che aggiunga
1.27Là dove è il suo, né si disperda altronde:
1.28Anzi con pieno e fortunato grido
1.29Per voi riceva illustre vita e lunga,
1.30Mentre avran pesci l’acque e spume l’onde.
2.1La bella Dea che nel fiorito volto
2.2Ne mena lieto il dì, tutta di rose
2.3Spargendo l’aria, apria già l’uscio al sole,
2.4Quando il giovene Aminta al ciel rivolto
2.5Con le luci bagnate e lagrimose,
2.6Chiusa la via dal pianto a le parole,
2.7Mentre i compagni a la vicina riva
2.8Traean le reti, in un sospiro ardente
2.9Sciolse la voce al fine, e così disse:
3.1«Che farò, Lida mia, poich’è pur viva
3.2La vita senza te cieca e dolente,
3.3La vita mia, che per te piacque e visse?
3.4Teco il migliore, anzi la parte integra
3.5Di me si sta; teco si stanno i miei
3.6Spirti, teco i pensier tutti si stanno.
3.7E se viver la vita afflitta et egra
3.8Potesse un’ora, un’ora io non vorrei
3.9La vita viva in così vivo affanno.
3.10Lasso, quando più pare il ciel sereno,
3.11Il mar più queto altrui, notte e procella
3.12Senza te mi rassembra, e morte in vista
3.13La vita stessa, e veggio oscuro e pieno
3.14L’aer d’orrori, e la stagion più bella
3.15D’or in or più m’accora, e più m’attrista;
3.16Né perché colma ognor la rete a terra
3.17Torni più ch’io non bramo, aver mai cosa
3.18Posso lunge da te cara o soave.
4.1Dolce a stanco nocchier dopo la guerra
4.2De’ fieri venti lunga e perigliosa,
4.3Quando pace maggior l’aria e l’ond’have,
4.4Veder nel fido porto entrar la barca
4.5Rotta da l’onda tempestosa e ria;
4.6Dolce dopo talor grave fatica
4.7Trar la rete di pesci al lito carca;
4.8Dolce la vela a desiata via
4.9Drizzar, quando ne vien più l’aura amica.
5.1Ma più dolce eri a me, più cara assai,
5.2Tu, bella Lida mia, qualor fuggita
5.3Da la tua madre il dì mi ti mostravi
5.4fossa a pietà de’ miei dogliosi lai
5.5Dal balcon su la riva, e sola uscita
5.6De l’albergo talor pescando andavi
5.7Meco di scoglio in scoglio, or mezzo aperto
5.8Il giardin del bel seno, or chiuso tutto,
5.9Or su le spalle sciolto il crine aurato,
5.10Or l’avorio del piè nudo e scoverto,
5.11Per farmi in mezzo l’acque ardere in tutto;
5.12E ben era quel fin troppo beato:
5.13E talor meco or questa or quella conca
5.14Coglievi, e mi drizzavi or l’amo or l’esca
5.15Al mio lavor dolce compagna e presta:
5.16Or su l’arena, or sotto una spelonca,
5.17Cantavi al suon de l’onda pura e fresca,
5.18Tinta le guancie di pietate onesta.
5.19Ma poiché se’ da questo mar lontana,
5.20Non già dal mio pensier, che seco ognora
5.21Più viva, ove ch’io sia, ti raffigura,
5.22Né pur un passo mai mi t’allontana,
5.23E tanto più m’infiamma e m’innamora
5.24Quanto più ti dipinge e sorda e dura;
5.25E col bel raggio de’ beati lumi
5.26Altre piaggie rischiari, altre contrade,
5.27E da me forse altro penser ti toglie;
5.28E perché più mi dolga e mi consumi,
5.29Godi d’amor nemica e di pietade
5.30De le mie sempre nove eterne doglie,
5.31Amara a me più se’ d’ogni altro amaro.
5.32E quanto allora di dolcezza e gioia
5.33Porgevi agli occhi, e al cor per gli occhi poi,
5.34A cui l’arder per te solo fu caro,
5.35Tanto or da te mi ven tormento e noia,
5.36Che come prima avea da’ raggi tuoi
5.37Eterno giorno, or notte eterna io spero.
6.1Ben han ragion quest’occhi ogni altra luce
6.2Fuggir come nemica, e cercar solo
6.3Dove col velo suo più denso e nero
6.4Notte si stende, e maggior ombra adduce,
6.5Dove luogo più sia deserto e solo;
6.6Ché la vista fu lor sol cara e grata
6.7Per te goder, non già per altro, e questo
6.8Gli fe’ più lieti al mondo, e più felici.
6.9Or per rasserenar la vita orbata
6.10Vorrebono finir, piangendo il resto
6.11De’ tenebrosi miei giorni infelici.
6.12Ma nol consente...’ E qui vinto si tacque
6.13Da la forza del pianto e del dolore:
6.14E tutto ’l giorno in su l’arena giacque
6.15In compagnia del suo nemico Amore.
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