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XXVI

Rime

PoeTree.it

1.1Or che la terra di bei fiori è piena,
1.2e che gli augelli van cantando a volo,
1.3il mar s'acquieta e l'aria s'asserena;
2.1io, miser! piango in questi boschi solo,
2.2e notte e giorno e dal mattino a sera,
2.3e la mia vita pasco sol di duolo.
3.1Per me non è né mai fu primavera,
3.2ma nebbia, pioggia, pianto, ira e dolore,
3.3dopo ch'io 'ntrai ne l'amorosa schiera.
4.1Non so se palesar ancor l'ardore
4.2debba o tenerlo pur nel petto ascoso,
4.3per non far crescer sdegno al mio signore;
5.1ma già drento e di fuor ha tanto roso
5.2la fiamma, che tutt'ardo, e più non posso
5.3trovar al mio languir pace o riposo.
6.1Più non ho sangue in vena, e meno in osso
6.2medolla alcuna, né color in volto:
6.3tanto fortuna e 'l ciel m'hanno percosso.
7.1Però col mio parlar a voi mi volto,
7.2fiori, erbe, fronde, selve, boschi e sassi,
7.3poich'ogni altro auditor Amor m'ha tolto.
8.1Voi testimoni sète quanti passi
8.2errando feci in queste vostre rive
8.3coi piedi stanchi, tormentati e lassi.
9.1Fiumi, torrenti, e voi, fontane vive,
9.2sapete le mie pene, stenti e guai,
9.3e quant'umor dagli occhi miei derive.
10.1E tu, soave vento, che ne vai
10.2per queste fronde, sai quanti sospiri
10.3e quanti gridi verso il ciel mandai.
11.1Fera non è che quivi intorno giri
11.2che non sappi 'l mio stato e l'esser mio,
11.3l'angustie, le fatiche e li martìri.
12.1O cieli, o fato, o destìn aspro e rio
12.2sotto cui nacqui; o dispietata stella,
12.3com'ognor sei contraria al mio disio!
13.1O Fortuna perversa, iniqua e fella;
13.2o Amor crudel e d'ogni mal radice,
13.3ben stolto è chi dà orecchie a tua favella!
14.1Tu dimostrasti farmi il più felice
14.2che mai si ritrovasse tra li amanti,
14.3per farmi po' in un punto il più infelice.
15.1Non son nel regno tuo perle o diamanti
15.2che non sian pieni di pungenti spine,
15.3date per premio di sospiri e pianti.
16.1Qual lingua potria dir mai le ruine
16.2che per te già son state, e quante gente
16.3per tua cagion son giunte a miser fine?
17.1Per te si ritrovò Troia dolente;
17.2per te cangiossi Dafne in verde alloro,
17.3de la cui doglia ancor Febo ne sente;
18.1per te Piramo e Tisbe sotto 'l moro
18.2con le sue proprie man si dier la morte;
18.3per te Pasife si congiunse al toro;
19.1per te Dido, costante, ardita e forte,
19.2passossi 'l petto nel partir di Enea;
19.3per te Leandro giunse a trista sorte;
20.1per te la cruda e rigida Medea
20.2occise il suo fratel; ed altri mille
20.3per te sentirno pena acerba e rea.
21.1Non escon d'Etna fuor tante faville,
21.2quanti son morti per tuo mal governo,
21.3né dà tant'erbe aprile a prati e ville.
22.1Il tuo non è già regno, ma uno inferno
22.2ove sempre si piange e si sospira,
22.3ove si vive con affanno eterno.
23.1Non ti meravigliar se son pien d'ira,
23.2s'io mi lamento, signor impio e crudo,
23.3ch'a dirti 'l ver ragion mi sforza e tira.
24.1Tu me legasti a un arbor verde e nudo,
24.2ch'in sé non avea ancor vigor né possa;
24.3al qual fui per diffesa sempre scudo
25.1a ciò non fusse sua radice mossa
25.2per freddo o caldo, per tempesta o vento,
25.3o da folgor del ciel fiaccata o scossa.
26.1Sempre vi stava con ogni arte intento,
26.2con ogni ingegno e forza lo nutriva,
26.3e del suo frutto me tenea contento.
27.1Ma poi che 'l crebbe e in sino al ciel fioriva,
27.2e che del frutto avea qualche speranza,
27.3altri l'accolse, e fu mia mente priva.
28.1Quest'è il costume tuo, quest'è l'usanza,
28.2fallace Amor; però in pianto destino
28.3fornir il breve tempo che m'avanza,
29.1e per il mondo andar qual peregrino,
29.2maledicendo te del mal ch'io porto,
29.3fin che morte interrompa il mio camino.
30.1E s'alcun mai trovasse 'l corpo morto,
30.2prego ciascun che 'l lassi sopra terra,
30.3ché, poi che in vita fui senza conforto,
31.1dopo morto con fère abbi ancor guerra.
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