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1.1È già gran tempo o Muse il mio suggetto
1.2l'amor di Mopso, e voi beate Dive
1.3sete 'l suo amore. Or il dolente Mopso
1.4dal dolce amato nido e dal suo bene
1.5fatto lontan, va empiendo selve e campi
1.6di dolor, di sospiri e di querele.
1.7Contan le ninfe che fra gli altri un giorno
1.8lungo la riva, su verso le fonti
1.9del vago Po salendo, a tali accenti,
1.10a sì pietosi, a sì dogliosi accenti
1.11allargò 'l fren, facendo in ogni verso
1.12gemer le sponde al nome di Talia;
1.13che le triste sorelle di Fetonte
1.14obliando 'l lor duol, al suo dolore
1.15porsero orecchie, e viste di pietate
1.16largaro il corso a non usati pianti.
1.17Or qual fosse il suo pianto o santo coro
1.18ditelo a' boschi nostri, e non vi annoi
1.19di por le dotte e dilicate labbra
1.20a le mal culte mie silvestre canne.
1.21E tu mio dolce duol, mia amara gioia,
1.22mio solo eterno amor, mia prima Musa,
1.23mentr'io cantando lacrimo e sospiro
1.24con pietate raccogli il triste canto.
1.25Incominciate o Dee: le selve e gli antri
1.26daran risposta al lacrimabil suono.
2.1Lasso; quest'è ben dura dipara;
2.2dura, crudel, amara dipara,
2.3via più ch'assenzio amara e più che morte.
2.4Ed è ragion, ch'estremamente amaro
2.5mi sia 'l partir da lei che m'è più cara
2.6che la zampogna mia, più che l'armento:
2.7più che la vita cara e più che l'alma.
2.8Ahi, ahi! protervo amore di te mi doglio,
2.9protervo, iniquo e dispietato amore.
2.10Tu con fredde paure in van sospetti
2.11mi tenesti gran tempo, mentre ch'io
2.12lei per Tirrenia e per ninfa del Tebro
2.13amai languendo, ardendo e lacrimando.
2.14Poi che 'l favor de' più benigni divi
2.15salir mi fece il glorioso monte,
2.16e mi fece veder fra i sacri allori
2.17l'alto mio santo e dolce amore: e poi
2.18che tolto via il furor di gelosia
2.19alti e dolci pensier battendo l'ali
2.20m'inalzavano al cielo altero e lieto;
2.21hai tronco 'l volo a' miei gentil desiri.
3.1Ahi lasso me dolente, e qual furore
3.2mi conduce ad oprar la rabbia e i denti,
3.3contro il benigno mio soave Iddio?
3.4Mercè Signor, dolce Signor perdona
3.5al soverchio martir che mi trasporta.
3.6Tu la mia scorta se', tu 'l mio maestro;
3.7tu se' 'l mio onor e tu se' la mia palma;
3.8tu con la face tua m'hai mostro il calle
3.9d'ir al bel monte: tu con l'auree penne
3.10impenni i miei pensier; tu nel mio petto
3.11scolpita hai la dolcissima Talia.
4.1Per tante grazie a te di sacro sangue
4.2spargerei d'or in or i santi altari,
4.3a te arderei gl'interi sacrifici,
4.4se non che tu (qual'è 'l tuo cor pietoso)
4.5di crudeltà nimico, il sangue aborri.
4.6Ma di quel, checchesia, che non rifiuti,
4.7di fior, di lode, e d'odorati fumi,
4.8la mia man, la mia lingua e la mia mente
4.9a te non sieno in alcun tempo avare.
5.1Da dolermi ho di mia crudel fortuna,
5.2anzi di lui, che fa la mia fortuna.
5.3Di te m'ho da doler, di te Tirinto,
5.4crudel Tirinto, or se mai 'l petto caldo
5.5ti sentisti d'amor: se punto amico
5.6se' de le dotte Muse, il petto caldo
5.7pur ti senti talor, e eterno amico
5.8se' de l'amate Muse, ahi crudo, e come
5.9puoi scurar dal suo amor l'acceso amante?
5.10Come tòrre a la Musa il suo poeta?
5.11Ben ti dovria Tirinto esser a grado
5.12d'udir al suon di Mopso e di Talia
5.13risponder Eco: e l'una e l'altra sponda
5.14del tuo bel fiume: il tuo bel fiume e Eco
5.15ti pon far fede che da le pendici
5.16de l'alto giogo, onde 'l Dio del tuo fiume
5.17da l'ampio vaso versa i larghi rivi
5.18insin là dove, per diverse foci,
5.19si scorga in Adria, in tutte le sue rive
5.20non ha 'l più santo ardor, né 'l più gentile.
5.21E tu cerchi d'opporti a tale amore.
5.22O Tirinto crudel, se non ti move
5.23il mio dolore e 'l mio cocente affetto,
5.24di lei ti mova il grazioso sguardo,
5.25ch'acceso di desir tacendo grida,
5.26e per pietà pregando a te s'inchina.
5.27Movati 'l suon di que' pietosi versi
5.28in ch'ella amaramente sospirando
5.29riprega te per l'amorosa face,
5.30che 'l suo diletto Mopso a lei ritorni;
5.31sia pietoso Tirinto e sia sicuro
5.32che qual pastor, qual ninfa e qual bifolco
5.33non ha pietade a chi d'amor sospira,
5.34non gli ha pietade amor, quand'el sospira.
6.1Misero me, i' mi dolgo, e tuttavia
6.2dilungando mi vo dal mio desio,
6.3e per molto desio piango e languisco;
6.4e fo col pianto mio col mio languire
6.5pianger gli sterpi e fo pietosi i sassi.
6.6Fera ventura, veramente fera,
6.7che tu diva gentile e 'l tuo fedele
6.8esser debbiate eternamente insieme
6.9fermo suggetto a dolorose note.
7.1Or il vago pensier va rimembrando
7.2quelle parole tue; quelle parole,
7.3quelle, quelle, quell'ultime parole
7.4che mi sterparo il cor, mi svelser l'alma.
7.5Ben è ragion ch'eternamente t'ami,
7.6e se verace amore, se ferma fede
7.7merta cambio d'amor, ragion è ancora
7.8che tu, mia vita, eternamente m'ami.
8.1Non sia mai luogo o tempo che disgiunga
8.2da me 'l tuo amor, che mai per luogo o tempo
8.3non sarà l'amor mio dal tuo disgiunto;
8.4meco sia 'l tuo pensier, che 'l mio pensiero
8.5sempre è con te. Con me sia 'l tuo desire,
8.6che teco è 'l mio desir: sia l'alma tua
8.7sempre con me, che teco è l'alma mia.
8.8Così ci ricongiunga un giorno amore;
8.9e ricongiunga con felice sorte
8.10i pensieri, i desiri e l'alme nostre.
9.1Lasso che 'l ragionar il pensier segue
9.2e ragionando ognor cresce la voglia,
9.3e crescendo la voglia il duol sormonta.
9.4Vago fiume, alte rive, ombrose piante,
9.5passò mai quinci, o qui mai si ritenne
9.6pastor alcun a cui sì tristi lai,
9.7sì cocenti sospir, sì largo pianto
9.8facesser fede del dolor suo interno?
9.9Ma degno è ben che mia lingua si dolga,
9.10e che sospiri il core e piangan gli occhi.
9.11È tolto agli occhi il sol de gli occhi santi;
9.12il sol, ch'è solo il sol de gli occhi miei,
9.13il sol, ch'oltre per gli occhi al cor passando
9.14tutto l'empiea di vivi ardenti spirti;
9.15di spirti che mia lingua a ta' suggetti
9.16movea sovente, che per avventura
9.17non son suggetti da ciascuna lingua.
9.18Or sendo privo di sì altero oggetto
9.19ragion è ben che 'l mio dolor sia solo;
9.20e che sia la mia lingua, il cor e gli occhi,
9.21lingua fioca, cor tristo e occhi molli.
10.1I' vo dolente, e pur convien ch'io vada;
10.2misero Mopso ov'è la tua Talia?
10.3Cara Talia, ov'è il tuo fido Mopso?
10.4O duro fato, o cruda dipara.
11.1Lasso, che importa a poverel pastore
11.2quel che facciano i ricchi, empii tiranni?
11.3Che tocca a me cercar l'armate squadre?
11.4Inique stelle: veramente i cieli
11.5contra me son giurati; e 'l fiero Marte
11.6ha tant'arme commosse e tanti sdegni
11.7per dipartirmi dal maggior mio bene.
12.1O fortunati, a cui 'l terren natìo
12.2è fermo seggio e certa sepoltura:
12.3fortunati bifolchi voi se 'l giorno
12.4i buoi giungete e col gravoso aratro
12.5sottosopra voltate i duri campi,
12.6non v'è negato almen tornar la sera
12.7a le capanne vostre, a i dolci alberghi,
12.8a le dilette vostre compagnie.
12.9Voi non arate il periglioso suolo
12.10del tempestoso mar; voi gli alti gioghi
12.11non varcate giammai de l'orrid'alpi;
12.12voi non bevete le straniere fonti.
12.13È 'l lungo cammin vostro a la cittade,
12.14a la città, al mercato; e quindi il sole
12.15che v'ha condotti ancor vi riconduce.
12.16Voi fortunati e sfortunato Mopso:
12.17ei da quel dì ch'al sol pria gli occhi aperse
12.18non ha potuto ancor poi una volta
12.19dir: qui sarà domane il mio soggiorno.
12.20Ma da la patria ad estrani paesi
12.21dal Tebro a l'Istro e dal Po alla Garonna,
12.22d'oltre il Carnaio a l'ultimo Oceano,
12.23o dal Vesuvio a gli alti Pirenei
12.24errando ognor, è stato a tutte l'ore
12.25perpetuo strale a l'arco di fortuna.
13.1Misero Mopso! O patria, o patria cara;
13.2o grande Antiniano, o bel Sermino,
13.3o vago Formione, o scoglio amato
13.4quando sarà ch'io vi rivegga e dica:
13.5quel poco omai di vita che m'avanza
13.6mi vivrò poi tra voi, ch'è quel ch'io bramo?
13.7Il grande Antiniano, il bel Sermino
13.8il vago Formion, l'amato scoglio
13.9a me è Talia. Talia mi renda 'l cielo
13.10ch'è Talia la mia patria e 'l mio riposo.
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