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1.1Signore, io vidi al tuo giardin fiorita
1.2una Rosa, in l'entrar di primavera,
1.3contra le brine e contra al sol sì ardita
1.4che tutta si mostrava quanta l'era,
1.5morbida, fresca, bianca e collorita
1.6sopra le fronde e fuor di spinne altiera;
1.7Natura non fe' mai più vago fiore:
1.8godi tu il resto e a me lassa l'odore.
2.1Odor per odorar non se gli toglie,
2.2se chi l'odora a sé stringe la boca,
2.3ma un fior declina ben presto le foglie
2.4se boca, naso o man lasciva il toca;
2.5ma se pudica mano gli racoglie
2.6la manna che dal ciel sopr'essi fiocca,
2.7non secan: però tu, Signor, consenti
2.8ch'io viva di quel fior che lui non senti.
3.1Sentì pur lui così del mio calore
3.2com'io del foco di Cupido sento,
3.3ch'io li darò tal natural vigore
3.4che non temerà più giaccio né vento;
3.5da gli occhi poi non mancarà liquore:
3.6cossì in me troverà el suo nutrimento,
3.7e se godeno i fior che Zefir spiri,
3.8mille Zefir faranno i mei suspiri.
4.1Suspiri, adonque a quel Signor e a lei
4.2andate, e al vostro solito camino,
4.3e presto, che il dolor de questi omei
4.4da lei se senti, tanto sia vicino.
4.5Quella faritti che oda i dolor mei,
4.6quell'altro che non serri il bel giardino,
4.7e se son chiuse di Mercé le porte,
4.8l'anima per passar dà il corpo a morte.
5.1Morte, con patto che a quel fior perdoni
5.2e che col morir mio venghi più bello,
5.3e tu, Natura, tuto quel gli doni
5.4che l'alma lassa a te dentro lo avello,
5.5ch'io voglio che tra ' vivi si ragioni
5.6ch'io sia cagion del bel vigor di quello:
5.7infin il corpo mio lì si sotterri,
5.8se 'l Giardin avvien mai che se disserri.
6.1Disserri Pluto e Cerbar poi l'Inferno,
6.2se avvien che 'l fior quest'anima non voglia,
6.3e lei condanni a pene in sempiterno,
6.4quando del mio morir lui non si doglia.
6.5La Rosa duri poi bella in eterno,
6.6mai più simile a lei l'erba non soglia,
6.7ch'el basta assai a la futura etade,
6.8dovendo esser crudele, una beltade.
7.1Beltà celeste, onor de la Natura,
7.2chi te pregava che te apristi alora,
7.3se non dovivi aver poi di me cura?
7.4Per tua dureza convierà ch'io mora,
7.5ma se tu coprirai mia sepultura,
7.6fà che talor di tue fronde s'infiora,
7.7e gli altri amanti che vedran quel'opra
7.8dican che quivi il mio corpo si copra.
8.1Copra può ormai la terra il volto,
8.2ché certo io son del mio dolor presago.
8.3Ecco, el mio suspirar è in drieto volto:
8.4la non l'accepta e io son de morir vago.
8.5Amanti, il corpo sia da voi sepolto.
8.6Ecco, per compiacerla io stesso il piago!
8.7Accepti almeno, in premio del mio male,
8.8de tutti i mei suspir l'ultimo vale.
9.1Vale vita infelice, e tu Amor, vale!
9.2Valete, suspir mei, lacrime e affanni!
9.3Ora ch'io son guarito d'ogni male,
9.4valete, o mei interropti e giovini anni.
9.5Sol chieggo in sul sepulcro un arco e un strale
9.6che facin fé de gli amorosi inganni,
9.7e scripto il nome mio, non versi o prosa,
9.8e sul bel marmo poi sculta una Rosa.
10.1Rosa gentil, su le tue acute spine
10.2credo ben or che de mia morte ridi,
10.3ma il ciel ti guardi da tempeste e brine
10.4e dal sole e dal caldo ancor te afidi.
10.5Volgieti al manco a riguardar quel fine
10.6al qual con tua beltà, crudel, mi guidi,
10.7e vedrai come, te chiamando, io passo
10.8e lassando la vita io non ti lasso.
11.1Lasso ben questo, e priego sia adimpito,
11.2che membro alcun non sia dal corpo tolto;
11.3el cor testar non posso, ch'è smarito:
11.4io non lo trovo, e lui non sia sepolto;
11.5tutto il mio resto così insieme unito
11.6vadi sotterra, ma non sotto molto,
11.7ché se mai casca dal bel fior liquore,
11.8le morte membra pigliaran vigore.
12.1Vigore a lacrimar, non dico a vita,
12.2ch'io la rifiuto, io l'odio, io l'abandono,
12.3e così come l'è, per far partita,
12.4a la mia Rosa voluntier la dono;
12.5e se Amor mi fe' mai per lei ferita,
12.6a l'uno e a l'altro di buon cor perdono.
12.7Più non so dire, né più posso né voglio:
12.8moro, e morto son suo come esser soglio.
13.1Soglio portar in questa cimba al passo,
13.2o anima affogata, tutti i morti,
13.3ma te non portarò già al regno basso
13.4perché più foco ne l'Inferno porti.
13.5Ferma pur tu su quella ripa il passo,
13.6ché i dannati non vo' che tu conforti,
13.7ché se vedesseno el tuo intenso ardore,
13.8mitigaresti in parte il suo dolore.
14.1Dolor immenso, ohimè, perché m'hai morto
14.2al mondo, se qua giù debbo star vivo?
14.3O sorte extrema, che 'l foco ch'io porto
14.4mi debba far ancor d'Inferno privo!
14.5Deh, fido portinar, condùmi al porto,
14.6ché per leggie del ciel qui non arivo,
14.7ma per caso d'amor son alma siolta,
14.8ché non gli ho da venir più d'una volta.
15.1Volta, te dico, pur in là quel viso,
15.2ché 'l lago passan già i suspiri ardenti,
15.3e ben che 'l corpo sia da te diviso,
15.4qua giù non s'usa dar simil tormenti.
15.5Di là da questa Stige è il Campo Eliso
15.6dove locati son tutti i contenti:
15.7se i toi suspiri passasseno in quel loco,
15.8l'accenderesti d'amoroso foco.
16.1Foco de Amore, questa alma ormai relega
16.2al corpo, a patir sempre affanni e pene:
16.3poi che l'Inferno ai miseri si niega,
16.4tiemi cruciato ne le tue catene.
16.5Per più dolore a te questo si priega
16.6poi che requie a quest'alma non conviene,
16.7e volendo così el mio fier destino,
16.8sia el carcer mio patir nel bel Giardino.
17.1Giardino ameno, florido e süave,
17.2non disdegnar ch'in te quest'alma vegni!
17.3E tu, Signor, che tien di quel la chiave,
17.4tanta accerba dureza in te non regni!
17.5Patir ch'io facia in lui non serà grave,
17.6obrobi, exclusïon, scherni e disdegni.
17.7Fallo, Amor, che a te sia perpetua gloria
17.8contro a Morte tenir questa victoria.
18.1Victoria abiamo, exanimate membra,
18.2la causa del morir ci torna in vita.
18.3Quel che fu tanto amaro, or dolce sembra:
18.4ogni paura è già da me fugita.
18.5Quando de molti amanti mi rimembra
18.6che ebber fuor di speranza alfine aita,
18.7disposto son che seguitiàn quel fiore,
18.8ov'io stimo al morir restasse il core.
19.1Core affanato, or te ralegra e spera:
19.2vivo, e non son più sol corpo o sola alma,
19.3anci sono omo pur come inanti era,
19.4ed ho di morte victoriosa palma.
19.5Un fior se muta da matina e sera
19.6e dopo gran fortuna il mar sta in calma;
19.7ritorna, e se pur lì di star ti piace,
19.8per nui da quella Rosa impetra pace.
20.1Pace aver spero, ché 'l Giardino è aperto
20.2e la Rosa vego io como esser suole.
20.3O lieto giorno! Ohimè, per qual mio merto
20.4a me si volgie come Clizia al sole?
20.5O como ben cognosco ora ab experto
20.6che talor un amante in van si duole!
20.7Ma se sta ferma tanto ch'io l'odori,
20.8certo serò che più el corpo non mori.
21.1Concesso m'è! donque, felice core,
21.2adesso un poco nel tuo ardor respira!
21.3Tutti i mei sensi a te portan l'odore
21.4e l'ochio lieto la sua Rosa mira.
21.5El nostro affecto gli ha gionto vigore,
21.6che più non vòle e ad altro non aspira.
21.7Contentative, amanti, a un simil fine:
21.8così le rose s'han senza le spine.
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