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1.1O vero o falso che la fama suone,
1.2io odo dir che l'orso ciò che truova,
1.3quando è ferito, in la piaga si pone,
2.1or un'erba or un'altra, e talor prova
2.2e stecchi e spini e sassi ed acqua e terra,
2.3che affligon sempre e nulla mai gli giova.
3.1Vuol pace, ed egli sol si fa la guerra;
3.2cerca da sé scacciar l'aspro martìre,
3.3ed egli è quel che se lo chiude e serra.
4.1Ch'io sia simile a lui ben posso dire,
4.2ché, poi ch'Amor ferimmi, mai non cesso
4.3a nuovi impiastri le mie piaghe aprire,
5.1or a ferro or a foco; ed avien spesso
5.2che, cercandovi por chi mi dia aita,
5.3mortifero venen dentro v'ho messo.
6.1Io vòlsi al fin provar se la partita,
6.2se 'l star da le repulse e sdegni absente
6.3potessi risanar la mia ferita,
7.1quando provato avea ch'era possente
7.2trarmi ad irreparabile ruina
7.3a voi senza mercé l'esser presente.
8.1Ché, s'un contrario all'altro è medicina,
8.2non so perché, da l'un pigliando forza,
8.3per l'altro la mia doglia non dechina.
9.1Piglia forza da l'uno e non s'ammorza
9.2per l'altro già; né già si minuisce,
9.3anzi più per l'absenza si rinforza.
10.1Io solea dir fra me: – Dove gioisce
10.2felice alcuno in riso, in festa, in gioco,
10.3non sto bene io, che Amor qui si notrisce. –
11.1E con speranza che giovar non poco
11.2mi devess'il contrario, io venni in parte
11.3dove i pianti e le stride aveano loco.
12.1Il ferro, il foco e l'altre opre di Marte
12.2veder in danno altrui, pensai che fosse
12.3a risanar un misero bona arte.
13.1Io venni dove le campagne rosse
13.2eran del sangue barbaro e latino,
13.3che fiera stella dianzi al furor mosse;
14.1e vidi un morto e l'altro sì vicino,
14.2che, senza premer lor, quasi il terreno
14.3a molte miglia non dava il camino.
15.1E da chi alberga tra Garonna e 'l Reno
15.2vidi uscir crudeltà, che ne devria
15.3tutto il mondo d'orror rimaner pieno.
16.1Non fu la doglia in me però men ria;
16.2né vidi far d'alcun sì fiero strazio
16.3che paregiasse la gran pena mia.
17.1Grave fu il lor martìr, ma breve spazio
17.2di tempo diè lor fin. Ah crudo Amore,
17.3che d'accrescermi il duol non è mai sazio!
18.1Io notai che 'l mal lor li traea fuore
18.2del mal, perché si grave era che presto
18.3finia la vita insieme col dolore.
19.1Il mio mi pon fin su le porte, e questo
19.2medesmo ir non mi lascia, e torna indrieto
19.3e fa che mal mio grado in vita resto.
20.1Io torno a voi, né del tornar son lieto
20.2più che del partir fussi, e duro frutto
20.3de la partita e del ritorno mieto.
21.1Avendo, dunque, de' rimedi il tutto
21.2provato ad un ad un, fuor che l'absenza,
21.3ch'al fin provar m'avea il mio error indutto,
22.1e visto che mi nòce, or resto senza
22.2conforto ch'altra cosa più mi vaglia;
22.3ch'invan di tutte ho fatto esperienza.
23.1E son le maghe lungi di Tessaglia,
23.2che, con radici, imagini ed incanti
23.3oprando, possan far ch'io mi rivaglia.
24.1Io non ho da sperar più, da qui inanti,
24.2se non che 'l mio dolor cresca sì forte
24.3che, per trar voi di noia e me di tanti
25.1e sì lunghi martìr, mi dia la morte.
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