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1.1Ben è dura e crudel, se non si piega
1.2donna a prometter quanto un suo fedele,
1.3che lungamente l'ha servita, priega;
2.1ma se promette largamente e che le
2.2promesse poi si scordi o non attenga,
2.3molto è più dura e molto è più crudele;
3.1né fermo un sì né fermo un no mai tenga,
3.2pur com'ogni parola che l'uom dice
3.3all'orecchie de' dèi sempre non venga.
4.1E non sa ancor di quanto mal radice
4.2questo le sia, se ben non va col fallo
4.3la pena allor allor vendicatrice;
5.1ma lo segue ella con poco intervallo,
5.2ed ogni cor che qui par sì coperto
5.3transparente è la su più che cristallo.
6.1Promesso in dubbio non mi fu, ma certo
6.2dicesti darmi quel ch'oltra l'avermi
6.3promesso voi, mi si devea per merto.
7.1Se promettendo aveste pensier fermi
7.2d'attener, indi li mutaste, io voglio,
7.3ed ho perpetuamente da dolermi.
8.1Del mio giudicio rio prima mi doglio,
8.2che le speranze mie sparse ne l'onde,
8.3credendomi fondarle in stabil scoglio.
9.1Dogliomi ancor che questo error ridonde
9.2in troppa infamia a voi, perché vi mostra
9.3volubil più ch'al vento arida fronde.
10.1Ma se diversa era la mente vostra
10.2da le promesse, ed altro era in la bocca,
10.3altro nel cor, ne le secrete chiostra,
11.1questo fu inganno, e più dirò, che tocca
11.2di tradimento; ma di par la fede
11.3e per questo e per quel morta trabocca.
12.1A queste colpe ogn'altra colpa cede;
12.2più si perdona all'omicidio e al furto
12.3ch'al pergiurarsi e all'ingannar chi crede.
13.1Né mi duol sì che 'l vostro attener curto
13.2m'abbia sumerso al fondo del martìre,
13.3al fondo onde non son mai più risurto,
14.1come che per vergogna né arrossire,
14.2né segno alcuno per la fede rotta
14.3di pentimento in voi veggio apparire.
15.1La fede mai esser non dee corrotta,
15.2o data a un sol o data ch'odan cento,
15.3data in palese o data in una grotta.
16.1Per la vil plebe è fatto il giuramento,
16.2ma tra li spirti più elevati sono
16.3le simplici promesse un sacramento.
17.1Voi, donne incaute, alle quali era bono
17.2esser belle nel cor come nel volto,
17.3l'un di natura, e l'altro proprio dono,
18.1troppa baldanza e troppo arbitrio tolto
18.2v'avete, e di poter tutte le cose
18.3forse vi par, perché potete molto.
19.1Se da le guance poi cadon le rose,
19.2fuggon le grazie, se riman la fronte
19.3crespa e le luci oscure e lacrimose,
20.1se l'auree chiome e con tal studio cónte
20.2mutan color, se si fan brevi e rare,
20.3de' vostri danni è vostra colpa fonte.
21.1De la vostra beltà che così spare
21.2forse Natura prodiga non fòra,
21.3se voi di vostra fé fusse più avare.
22.1Ma donna in nessun loco, a nessun'ora
22.2d'ordire inganni altrui mai s'ebbe loda,
22.3sia a chi si vuol, né alli nemici ancora.
23.1E chi serà che con più biasmo s'oda
23.2notar, di quel ch'alli congiunti suoi
23.3o di sangue o d'amor cerchi usar froda?
24.1Tanto più a chi si fida. Or chi di noi
24.2eran più d'amor giunti? e chi fidarsi
24.3puote mai più ch'io mi facea di voi?
25.1S'al merito e al demerito aspettarsi
25.2l'uom deve il premio ed il supplicio uguale,
25.3né al punir né al premiar son li dèi scarsi.
26.1Come temo io che ve ne venga male,
26.2se 'l pentir prima e 'l satisfar non giugne
26.3a cassar questo error più che mortale!
27.1S'a voi per mia cagione o macchiar l'ugne,
27.2o vedessi un crin mosso, oimè, che doglia!
27.3Solo il pensarvi me da me disgiugne.
28.1Voi di periglio e me di pena toglia
28.2un pentir presto, un satisfarmi intero;
28.3che sia il debito vostro, e quel ch'io voglia,
29.1ch'a saper abbia altri che voi non chero.
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