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XIII

Rime

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1.1Qual son, qual sempre fui, tal esser voglio,
1.2alto o basso Fortuna che mi ruote,
1.3o siami Amor benigno o m'usi orgoglio;
2.1io son di vera fede immobil cote,
2.2che 'l vento indarno, indarno il flusso alterno
2.3del pelago d'amor sempre percuote.
3.1Né già mai per bonaccia né per verno,
3.2di là dove il destìn mi fermò prima,
3.3luoco mutai né muterò in eterno.
4.1Vedrò prima salir verso la cima
4.2de l'alpe i fiumi, e s'aprirà il diamante
4.3col legno o piombo e non con altra lima,
5.1che possa il mio destìn mover le piante,
5.2se non per gir a voi, che possa ingrato
5.3sdegno d'amor rompermi il cor constante.
6.1A voi di me tutto il dominio ho dato;
6.2so ben che de la mia non fu mai fede
6.3meglior giurata in alcun novo stato.
7.1E forse avete più ch'altri non crede,
7.2quando né al mondo il più sicuro regno
7.3di questo, re né imperador possiede.
8.1Quel ch'io v'ho dato anco diffeso tegno;
8.2per questo voi né d'assoldar persona
8.3né di riparo avete a far disegno.
9.1Nessuno o che m'assalti o che mi pona
9.2insidie, mai mi troverà sprovista;
9.3o mai d'avermi vinta avrà corona.
10.1Oro non già, che i vili animi acquista,
10.2mi acquisterà, né scettro né grandezza,
10.3ch'al sciocco vulgo abbagliar suol la vista;
11.1né cosa che muova animo a vaghezza
11.2in me potrà mai più far quella prova
11.3che ci fe' il valor vostro e la bellezza.
12.1Sì ogni vostra manera si ritrova
12.2sculpita nel mio cor, ch'indi rimossa
12.3esser non può per altra forma nova.
13.1Di cera egli non è, che se ne possa
13.2formar quand'uno e quand'altro sugello,
13.3né cede ad ogni minima percossa.
14.1Amor lo sa, che, all'intagliar di quello
14.2ne l'idol vostro, non ne levò scaglia
14.3se non con cento colpi di martello.
15.1D'avorio e marmo ed altro che s'intaglia
15.2difficilmente, fatto una figura,
15.3arte non è che tramutar più vaglia;
16.1e 'l mio cor, di materia anco più dura,
16.2può temer chi l'uccida o lo disfaccia;
16.3ma non può già temer che sia scultura
17.1d'amor ch'in altra imagine lo faccia.
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