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1.1E così, Linco, il dispietato Silvio,
1.2quando men sel pensò, divenne amante.
1.3Ma che seguì di lei?
2.1Noi la portammo
2.2a le case di Silvio, ove la madre
2.3con lagrime l'accolse,
2.4non so se di dolcezza o di dolore;
2.5lieta, sì, che 'l suo figlio
2.6già fosse amante e sposo, ma del caso
2.7de la ninfa dolente. E di due nuore
2.8suocera mal fornita,
2.9l'una morta piangea, l'altra ferita.
3.1Pur è morta Amarilli?
4.1Dovea morir. Così portò la fama.
4.2Per questo sol mi mossi inverso 'l tempio
4.3a consolar Montano, che perduta
4.4s'oggi ha una nuora, ecco ne trova un'altra.
5.1Dunque Dorinda non è morta?
6.1Morta?
6.2Fossi sì viva tu, fossi sì lieta!
7.1Non fu dunque mortal la sua ferita?
8.1A la pietà di Silvio,
8.2se morta fosse stata,
8.3viva saria tornata.
9.1E con qual arte
9.2sanò sì tosto?
10.1I' ti dirò da capo
10.2tutta la cura, e maraviglie udrai.
10.3Stavan d'intorno a la ferita ninfa,
10.4tutti con pronta mano
10.5e con tremante core, uomini e donne;
10.6ma ch'altri la toccasse
10.7non volle mai che Silvio suo, dicendo:
10.8«La man che mi ferì, quella mi sani».
10.9Così soli restammo,
10.10Silvio, la madre ed io,
10.11duo col consiglio, un con la mano oprando.
10.12Quell'ardito garzon, poi che levata
10.13ebbe soavemente
10.14dal nudo avorio ogni sanguigna spoglia,
10.15tentò di trar da la profonda piaga
10.16la confitta saetta; ma, cedendo,
10.17non so come, a la mano
10.18l'insidioso calamo, nascosto
10.19tutto lasciò ne le latèbre il ferro.
10.20Qui daddovero incominciâr l'angosce.
10.21Non fu possibil mai,
10.22né con maestra mano
10.23né con ferrigno rostro
10.24né con altro argomento, indi spiantarlo.
10.25Forse con altra assai più larga piaga
10.26la piaga aprendo, a le segrete vie
10.27del ferro penetrar con altro ferro
10.28si poteva o doveva;
10.29ma troppo era pietosa e troppo amante
10.30per sì cruda pietà la man di Silvio
10.31(con sì fieri stromenti
10.32certo non sana i suo feriti Amore)
10.33quantunque a la fanciulla innamorata
10.34sembrasse che 'l dolor si raddolcisse
10.35tra le mani di Silvio.
10.36Il qual, perciò nulla smarrito, disse:
10.37«Quinci uscirai ben tu, ferro malvagio,
10.38e con pena minor che tu non credi.
10.39Chi t'ha spinto qui dentro,
10.40è ben anco di trartene possente.
10.41Ristorerò con l'uso de la caccia
10.42quel danno, che per l'uso
10.43de la caccia patisco.
10.44D'un'erba or mi sovviene,
10.45ch'è molto nota a la silvestre capra
10.46quand'ha lo stral nel saettato fianco;
10.47(essa a noi la mostrò, natura a lei),
10.48né gran fatto è lontana». Indi partissi;
10.49e, nel colle vicin subitamente
10.50coltone un fascio, a noi sen venne; e quivi
10.51trattone succo, e misto
10.52con seme di verbena e la radice
10.53giuntavi del centauro, un molle empiastro
10.54ne feo sopra la piaga.
10.55Oh mirabil virtù! cessa il dolore
10.56subitamente e si ristagna il sangue;
10.57e 'l ferro, indi a non molto,
10.58senza fatica o pena
10.59la man seguendo, ubbidiente n'esce.
10.60Tornò il vigor ne la donzella, come
10.61se non avesse mai piaga sofferta.
10.62La qual però mortale
10.63veramente non fu, però che, 'ntatto
10.64quinci l'alvo lasciando e quindi l'ossa,
10.65nel muscoloso fianco
10.66era sol penetrata.
11.1Gran virtù d'erba e via maggior ventura
11.2di donzella mi narri.
12.1Quel che tra lor sia succeduto poi,
12.2si può più tosto immaginar che dire.
12.3Certo è sana Dorinda, ed or si regge
12.4sì ben sul fianco, che di lui servirsi
12.5ad ogn'uso ella può. Con tutto questo,
12.6credo, Corisca, e tu fors'anco il credi,
12.7che di più d'uno stral ferita sia;
12.8ma, come l'han trafitta arme diverse,
12.9così diverse ancor le piaghe sono.
12.10D'altra è fèro il dolor, d'altra è soave;
12.11l'una saldando si fa sana, e l'altra
12.12quanto si salda men, tanto più sana.
12.13E quel fèro garzon di saettare,
12.14mentr'era cacciator, fu così vago,
12.15che non perde costume; ed or, ch'egli ama,
12.16di ferir anco ha brama.
13.1O Linco, ancor se' pure
13.2quell'amoroso Linco
13.3che fosti sempre.
14.1O Corisca mia cara,
14.2d'animo Linco, e non di forze, sono;
14.3e 'n questo vecchio tronco
14.4è, più che fosse mai, verde il desio.
15.1Or ch'è morta Amarilli,
15.2mi resta di veder quel ch'è seguìto
15.3del mio caro Mirtillo.
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