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1.1Reggiti, figlia mia;
1.2reggiti tutta pur su queste braccia,
1.3infelice Dorinda.
2.1(Oimè! Dorinda?
2.2Son Morto.)
3.1O Linco, Linco,
3.2o mio secondo padre!
4.1(È Dorinda per certo. Ahi voce! ahi vista!)
5.1Ben era, Linco, il sostener Dorinda
5.2ufficio a te fatale.
5.3Accogliesti i singulti
5.4primi del mio natale;
5.5accorrai tu fors'anco
5.6gli ultimi de la morte,
5.7e coteste tue braccia, che, pietose,
5.8mi fûr già culla, or mi saran ferètro.
6.1O figlia, a me più cara
6.2che se figlia mi fussi, io non ti posso
6.3risponder, ché 'l dolore
6.4ogni mio detto in lagrime dissolve.
7.1(O terra, ché non t'apri e non m'inghiotti?)
8.1Deh! ferma il passo e 'l pianto,
8.2pietosissimo Linco,
8.3ché l'un cresce il dolor, l'altro la piaga.
9.1(Ahi! che dura mercede
9.2ricevi del tuo amor, misera ninfa.)
10.1Fa' buon animo, figlia,
10.2ché la tua piaga non sarà mortale.
11.1Ma Dorinda mortale
11.2sarà ben tosto morta.
11.3Sapessi almen chi m'ha così piagata!
12.1Curiam pur la ferita e non l'offesa,
12.2ché per vendetta mai non sanò piaga.
13.1(Ma che fai qui? che tardi?
13.2Soffrirai tu ch'ella ti veggia? avrai
13.3tanto cor, tanta fronte?
13.4Fuggi la pena meritata, Silvio,
13.5di quella vista ultrice;
13.6fuggi il giusto coltel de la sua voce.
13.7Ah! che non posso; e non so come o quale
13.8necessità fatale
13.9a forza mi ritegna e mi sospinga
13.10più verso quel che più fuggir devrei.)
14.1Così dunque debb'io
14.2morir senza saper chi mi dà morte?
15.1Silvio t'ha dato morte.
16.1Silvio? oimè! che ne sai?
17.1Riconosco il suo strale.
18.1Oh dolce uscir di vita,
18.2se Silvio m'ha ferita!
19.1Eccolo a punto in atto
19.2ed in sembiante tal, che da se stesso
19.3par che s'accusi. Or sia lodato il cielo,
19.4Silvio, ché se' pur ito
19.5dimenandoti sì per queste selve
19.6con cotesto tuo arco
19.7e cotesti tuoi strali onnipotenti,
19.8c'hai fatto un colpo da maestro. Dimmi,
19.9tu che vivi da Silvio e non da Linco:
19.10questo colpo, che hai fatto sì leggiadro,
19.11è fors'egli da Linco o pur da Silvio?
19.12O fanciul troppo savio,
19.13avessi tu creduto
19.14a questo pazzo vecchio!
19.15Rispondimi, infelice:
19.16qual vita fia la tua, se costei more?
19.17So ben che tu dirai
19.18ch'errasti e di ferir credesti un lupo,
19.19quasi non sia tua colpa il saettare
19.20da fanciul vagabondo e non curante,
19.21senza veder s'uomo saetti o fèra.
19.22Qual caprar, per tua vita, o qual bifolco
19.23non vedestù coperto
19.24di così fatte spoglie? Eh, Silvio, Silvio!
19.25chi coglie acerbo il senno,
19.26maturo sempre ha d'ignoranza il frutto.
19.27Credi tu, garzon vano,
19.28che questo caso a caso oggi ti sia
19.29così incontrato? Oh, come male avvisi!
19.30Senza nume divin, questi accidenti
19.31sì mostruosi e novi
19.32non avvengono agli uomini. Non vedi
19.33che 'l cielo è fastidito
19.34di cotesto tuo tanto
19.35fastoso, insopportabile disprezzo
19.36d'amor, del mondo e d'ogn'affetto umano?
19.37Non piace ai sommi dèi
19.38l'aver compagni in terra,
19.39né piace lor ne la virtute ancora
19.40tanta alterezza. Or tu se' muto sì,
19.41ch'eri pur dianzi intollerabil tanto?
20.1Silvio, lascia dir Linco,
20.2ch'egli non sa quale, in virtù d'Amore,
20.3tu abbi signoria sovra Dorinda
20.4e di vita e di morte.
20.5Se tu mi saettasti,
20.6quel ch'è tuo saettasti,
20.7e feristi quel segno
20.8ch'è proprio del tuo strale.
20.9Quelle mani, a ferirmi,
20.10han seguìto lo stil de' tuo' begli occhi.
20.11Ecco, Silvio, colei che 'n odio hai tanto,
20.12eccola in quella guisa
20.13che la volevi a punto.
20.14Bramastila ferir: ferita l'hai;
20.15bramastila tua preda: eccola preda;
20.16bramastila alfin morta: eccola a morte.
20.17Che vuoi tu più da lei? che ti può dare
20.18più di questo Dorinda? Ah garzon crudo!
20.19ah cor senza pietà! Tu non credesti
20.20la piaga che per te mi fece Amore:
20.21puoi questa or tu negar de la tua mano?
20.22Non hai creduto il sangue
20.23ch'i' versava dagli occhi:
20.24crederai questo, che 'l mio fianco versa?
20.25Ma, se con la pietà non è in te spenta
20.26gentilezza e valor, che teco nacque,
20.27non mi negar, ti prego,
20.28anima cruda sì, ma però bella,
20.29non mi negar a l'ultimo sospiro
20.30un tuo solo sospir. Beata morte,
20.31se l'addolcissi tu con questa sola
20.32voce cortese e pia:
20.33«Va' in pace, anima mia!»
21.1Dorinda, ah! dirò “mia” se mia non sei
21.2se non quando ti perdo e quando morte
21.3da me ricevi, e mia non fosti allora
21.4ch'i' ti potei dar vita?
21.5Pur “mia” dirò, ché mia
21.6sarai mal grado di mia dura sorte;
21.7e, se mia non sarai con la tua vita,
21.8sarai con la mia morte.
21.9Tutto quel che 'n me vedi,
21.10a vendicarti è pronto.
21.11Con quest'armi t'ancisi,
21.12e tu con queste ancor m'anciderai.
21.13Ti fui crudele, ed io
21.14altro da te che crudeltà non bramo.
21.15Ti disprezzai superbo:
21.16ecco, piegando le ginocchia a terra,
21.17riverente t'adoro
21.18e ti cheggio perdon, ma non già vita.
21.19Ecco gli strali e l'arco;
21.20ma non ferir già tu gli occhi o le mani,
21.21colpevoli ministri
21.22d'innocente voler; ferisci il petto,
21.23ferisci questo mostro,
21.24di pietate e d'amore aspro nemico;
21.25ferisci questo cor che ti fu crudo:
21.26eccoti il petto ignudo.
22.1Ferir quel petto, Silvio?
22.2Non bisognava agli occhi miei scovrirlo,
22.3s'avevi pur desio ch'io tel ferissi.
22.4O bellissimo scoglio,
22.5già da l'onda e dal vento
22.6de le lagrime mie, de' miei sospiri
22.7sì spesso invan percosso,
22.8è pur ver che tu spiri
22.9e che senti pietate? o pur m'inganno?
22.10Ma sii tu pure o petto molle o marmo,
22.11già non vo' che m'inganni
22.12d'un candido alabastro il bel sembiante,
22.13come quel d'una fèra
22.14oggi ingannato ha il tuo signore e mio.
22.15Ferir io te? te pur ferisca Amore,
22.16ché vendetta maggiore
22.17non so bramar che di vederti amante.
22.18Sia benedetto il dì che da prim'arsi!
22.19benedette le lagrime e i martìri!
22.20di voi lodar, non vendicar, mi voglio.
22.21Ma tu, Silvio cortese,
22.22che t'inchini a colei
22.23di cui tu signor sei,
22.24deh! non istar in atto
22.25di servo; o, se pur servo
22.26di Dorinda esser vuoi,
22.27ergiti ai cenni suoi.
22.28Questo sia di tua fede il primo pegno;
22.29il secondo, che vivi.
22.30Sia pur di me quel che nel cielo è scritto;
22.31in te vivrà il cor mio,
22.32né, pur che vivi tu, morir poss'io.
22.33E, se 'ngiusto ti par ch'oggi impunita
22.34resti la mia ferita,
22.35chi la fe' si punisca:
22.36fèlla quell'arco, e sol quell'arco pèra:
22.37sovra quell'omicida
22.38cada la pena, ed egli sol s'ancida.
23.1Oh sentenza giustissima e cortese!
24.1E così fia. Tu dunque
24.2la pena pagherai, legno funesto;
24.3e, perché tu de l'altrui vita il filo
24.4mai più non rompa, ecco te rompo e snervo
24.5e, qual fosti a la selva,
24.6ti rendo inutil tronco.
24.7E voi, strali, di lui, che 'l fianco aperse
24.8de la mia cara donna, e per natura
24.9e per malvagità forse fratelli,
24.10non rimarrete interi,
24.11non più strali o quadrella,
24.12ma verghe invan pennute, invano armate,
24.13ferri tarpati e disarmati vanni.
24.14Ben mel dicesti, Amor, tra quelle frondi
24.15in suon d'Eco indovina.
24.16O nume, domator d'uomini e dèi,
24.17già nemico, or signore
24.18di tutti i pensier miei;
24.19se la tua gloria stimi
24.20d'aver domato un cor superbo e duro,
24.21difendimi, ti prego,
24.22da l'empio stral di Morte,
24.23che con un colpo solo
24.24anciderà Dorinda e con Dorinda
24.25Silvio, da te pur vinto:
24.26così Morte crudel, se costei more,
24.27trionferà del trionfante Amore.
25.1Così feriti ambiduo sète. Oh piaghe
25.2e fortunate e care,
25.3ma senza fine amare,
25.4se questa di Dorinda oggi non sana!
25.5Dunque andiamo a sanarla.
26.1Deh! Linco mio, non mi condur, ti prego,
26.2con queste spoglie a le paterne case.
27.1Tu dunque in altro albergo,
27.2Dorinda, poserai che 'n quel di Silvio?
27.3Certo ne le mie case,
27.4o viva o morta, oggi sarai mia sposa;
27.5e teco sarà Silvio o vivo o morto.
28.1E come a tempo, or ch'Amarilli ha spento
28.2e le nozze e la vita e l'onestate!
28.3O coppia benedetta! O sommi dèi,
28.4date con una sola
28.5salute a duo la vita.
29.1Silvio, come son lassa! A pena posso
29.2reggermi, oimè! su questo fianco offeso.
30.1Sta' di buon cor, ch'a questo
30.2si troverà rimedio. A noi sarai
30.3tu cara soma e noi a te sostegno.
30.4Linco, dammi la mano.
31.1Eccola pronta.
32.1Tiella ben ferma, e del tuo braccio e mio
32.2a lei si faccia seggio.
32.3Tu, Dorinda, qui posa;
32.4e quinci col tuo destro
32.5braccio il collo di Linco, e quindi il mio
32.6cingi col tuo sinistro; e sì t'adatta
32.7soavemente che 'l ferito fianco
32.8non se ne dolga.
33.1Ahi, punta
33.2crudel che mi trafigge!
34.1A tuo bell'agio
34.2accónciati, ben mio.
35.1Or mi par di star bene.
36.1Linco, va' col piè fermo.
37.1E tu col braccio
37.2non vacillar ma va' diritto e sodo,
37.3ché ti bisogna, sai? Questo è ben altro
37.4trionfar che d'un teschio.
38.1Dimmi, Dorinda mia: come ti pugne
38.2forte lo stral?
39.1Mi pugne, sì, cor mio;
39.2ma nelle braccia tue
39.3l'esser punta m'è caro e 'l morir dolce.
40.1Oh bella età de l'oro,
40.2quand'era cibo il latte
40.3del pargoletto mondo e culla il bosco;
40.4e i cari parti loro
40.5godean le greggi intatte,
40.6né temea il mondo ancor ferro né tosco!
40.7Pensier torbido e fosco
40.8allor non facea velo
40.9al sol di luce eterna.
40.10Or la ragion, che verna
40.11tra le nubi del senso, ha chiuso il cielo,
40.12ond'è che il peregrino
40.13va l'altrui terra, e 'l mar turbando il pino.
40.14Quel suon fastoso e vano,
40.15quell'inutil soggetto
40.16di lusinghe, di titoli e d'inganno,
40.17ch'“onor” dal volgo insano
40.18indegnamente è detto,
40.19non era ancor degli animi tiranno.
40.20Ma sostener affanno
40.21per le vere dolcezze;
40.22tra i boschi e tra le gregge
40.23la fede aver per legge,
40.24fu di quell'alme, al ben oprar avvezze,
40.25cura d'onor felice,
40.26cui dettava Onestà: «Piaccia, se lice».
40.27Allor tra prati e linfe
40.28gli scherzi, e le carole,
40.29di legittimo amor furon le faci.
40.30Avean pastori e ninfe
40.31il cor ne le parole;
40.32dava lor Imeneo le gioie e i baci
40.33più dolci e più tenaci.
40.34Un sol godeva ignude
40.35d'Amor le vive rose;
40.36furtivo amante ascose
40.37le trovò sempre, ed aspre voglie e crude,
40.38o in antro o in selva o in lago,
40.39ed era un nome sol marito e vago.
40.40Secol rio, che velasti
40.41co' tuoi sozzi diletti
40.42il bel de l'alma, ed a nudrir la sete
40.43dei desiri insegnasti
40.44co' sembianti ristretti,
40.45sfrenando poi l'impurità segrete!
40.46Così, qual tesa rete
40.47tra fiori e fronde sparte,
40.48celi pensier lascivi
40.49con atti santi e schivi;
40.50bontà stimi il parer, la vita un'arte;
40.51né curi, e parti onore,
40.52che furto sia, pur che s'asconda, amore.
40.53Ma tu, deh! spirti egregi
40.54forma ne' petti nostri,
40.55verace Onor, de le grand'alme donno.
40.56O regnator de' regi,
40.57deh! torna in questi chiostri,
40.58che senza te beati esser non ponno.
40.59Dèstin dal mortal sonno
40.60tuoi stimoli potenti
40.61chi per indegna e bassa
40.62voglia, seguir te lassa,
40.63e lassa il pregio de' l'antiche genti.
40.64Speriam, ché 'l mal fa tregua
40.65talor, se speme in noi non si dilegua.
40.66Speriam, ché 'l sol cadente anco rinasce,
40.67e 'l ciel, quando men luce,
40.68l'aspettato seren spesso n'adduce.
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