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1.1O dea, che non se' dea se non di gente
1.2vana, oziosa e cieca,
1.3che con impura mente
1.4e con religion stolta e profana
1.5ti sacra altari e tempii...
1.6Ma che tempii diss'io? più tosto asili
1.7d'opre sozze e nefande,
1.8per onestar la loro
1.9empia disonestate
1.10col titolo famoso
1.11de la tua deitate.
1.12E tu, sordida dea,
1.13perché le tue vergogne
1.14ne le vergogne altrui si veggan meno,
1.15rallenti lor d'ogni lascivia il freno,
1.16nemica di ragione,
1.17macchinatrice sol d'opre furtive,
1.18corruttela de l'alme,
1.19calamità degli uomini e del mondo,
1.20figlia del mar ben degna
1.21e degnamente nata
1.22di quel perfido mostro,
1.23che con aura di speme allettatrice
1.24prima lusinghi e poi
1.25movi ne' petti umani
1.26tante fiere procelle
1.27d'impetuosi e torbidi desiri,
1.28di pianti e di sospiri,
1.29che madre di tempeste e di furore
1.30devria chiamarti il mondo,
1.31e non madre d'Amore:
1.32ecco in quanta miseria
1.33tu hai precipitati
1.34que' duo miseri amanti.
1.35Or va' tu, che ti vanti
1.36d'esser onnipotente,
1.37va' tu, perfida dea; salva, se puoi,
1.38la vita a quella ninfa,
1.39che tu, con tue dolcezze
1.40avvelenate, hai pur condotta a morte.
1.41Oh per me fortunato
1.42quel dì che ti sacrai l'animo casto,
1.43Cintia, mia sola dea,
1.44santa mia deità, mio vero nume,
1.45e così nume in terra
1.46de l'anime più belle,
1.47come lume del cielo
1.48più bel de l'altre stelle!
1.49Quanto son più lodevoli e sicuri
1.50de' cari amici tuoi l'opre e gli studi,
1.51che non son quei degl'infelici servi
1.52di Venere impudica!
1.53Uccidono i cignali i tuoi devoti;
1.54ma i devoti di lei miseramente
1.55son dai cignali uccisi.
1.56O arco, mia possanza e mio diletto;
1.57strali, invitte mie forze;
1.58or venga in prova, venga
1.59quella vana fantasima d'Amore
1.60con le sue armi effeminate; venga
1.61al paragon di voi,
1.62che ferite e pungete.
1.63Ma che? troppo t'onoro,
1.64vil pargoletto imbelle;
1.65e, perché tu m'intenda,
1.66ad alta voce il dico:
1.67la ferza a gastigarti
1.68sola mi basta. «Basta».
1.69Chi se' tu che rispondi?
1.70Eco, o più tosto Amor, che così d'Eco
1.71imita il sòno? «Sono».
1.72A punto i' ti volea; ma dimmi: certo
1.73se' tu poi desso? «Esso».
1.74Il figlio di colei che per Adone
1.75già si miseramente ardea? «Dea».
1.76Come ti piace, su! di quella dea
1.77concubina di Marte, che le stelle
1.78di sua lascivia ammorba
1.79e gli elementi? «Menti».
1.80Oh, quanto è lieve il cinguettare al vento!
1.81Vien' fuori, vien'; né star ascoso. «Oso».
1.82Ed io t'ho per vigliacco. Ma di lei
1.83se' leggittimo figlio
1.84o pur bastardo? «Ardo».
1.85O buon! né figlio di Vulcan per questo
1.86già ti cred'io. «Dio».
1.87E dio di che? del core immondo? «Mondo».
1.88Gnaffe! de l'universo?
1.89Quel terribil garzon, di chi ti sprezza
1.90vindice sì possente
1.91e sì severo? «Vero».
1.92E quali son le pene
1.93ch'a' tuoi rubelli e contumaci dài
1.94cotanto amare? «Amare».
1.95E di me, che ti sprezzo, che farai,
1.96se 'l cor più duro ho di diamante? «Amante».
1.97Amante me? se' folle!
1.98Quando sarà che 'n questo cor pudico
1.99amor alloggi? «Oggi».
1.100Dunque sì tosto s'innamora? «Ora».
1.101E qual sarà colei
1.102che far potrà ch'oggi l'adori? «Dori».
1.103Dorinda forse, o bambo,
1.104vuoi dir in tua mozza favella? «Ella».
1.105Dorinda, ch'odio più che lupo agnella?
1.106Chi farà forza in questo
1.107al voler mio? «Io».
1.108E come? e con qual'armi? e con qual arco?
1.109Forse col tuo? «Col tuo».
1.110Come col mio? vuoi dir quando l'avrai
1.111con la lascivia tua corrotto? «Rotto».
1.112E le mie armi rotte
1.113mi faran guerra? e romperailo tu? «Tu».
1.114Oh, questo sì mi fa veder affatto
1.115che tu se' ubbriaco.
1.116Va', dormi! va'! Ma dimmi:
1.117dove fien queste maraviglie? qui? «Qui».
1.118O sciocco! ed io mi parto.
1.119Vedi come se' stato oggi indovino
1.120pien di vino. «Divino».
1.121Ma veggio, o veder parmi,
1.122colà, posando in quel cespuglio, starsi
1.123un non so che di bigio,
1.124ch'a lupo s'assomiglia.
1.125Ben mi par desso, ed è per certo il lupo.
1.126Oh, come è smisurato! Oh per me giorno
1.127destinato a le prede! O dea cortese,
1.128che favori son questi? in un dì solo
1.129trionfar di due fère?
1.130Ma che tardo, mia dea?
1.131Ecco, nel nome tuo questa saetta
1.132scelgo per la più rapida e pungente
1.133di quante n'abbia la faretra mia.
1.134A te la raccomando:
1.135levala tu, saettatrice eterna,
1.136di man de la fortuna e ne la fèra
1.137col tuo nume infallibile la drizza,
1.138a cui fo voto di sacrar la spoglia,
1.139e nel tuo nome scocco.
1.140Oh bellissimo colpo,
1.141colpo caduto a punto
1.142dove l'occhio e la man l'ha destinato!
1.143Deh, avessi il mio dardo,
1.144per ispedirlo a un tratto,
1.145prima che mi s'involi e si rinselvi!
1.146Ma, non avendo altr'arme,
1.147il ferirò con quelle de la terra.
1.148Ben rari sono in questa chiostra i sassi,
1.149ch'a pena un qui ne trovo.
1.150Ma che vo io cercando
1.151armi, s'armato sono?
1.152Se quest'altro quadrello
1.153il va a ferir nel vivo... Oimè! che veggio?
1.154Oimè! Silvio infelice,
1.155oimè! che hai tu fatto?
1.156Hai ferito un pastor sotto la scorza
1.157d'un lupo. Oh fiero caso! oh caso acerbo,
1.158da viver sempre misero e dolente!
1.159E' mi par di conoscerlo, il meschino;
1.160e Linco è seco, che 'l sostene e regge.
1.161Oh funesta saetta! oh voto infausto!
1.162E tu che la scorgesti,
1.163e tu che l'esaudisti,
1.164nume di lei più infausto e più funesto!
1.165Io dunque reo de l'altrui sangue? io dunque
1.166cagion de l'altrui morte? io, che fui dianzi
1.167per la salute altrui
1.168sì largo sprezzator de la mia vita,
1.169sprezzator del mio sangue?
1.170Va', getta l'armi e senza gloria vivi,
1.171profano cacciator, profano arciero!
1.172Ma ecco lo infelice,
1.173di te però men infelice assai.
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