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1.1Pastori, avete inteso
1.2che 'l nostro semideo, figlio ben degno
1.3del gran Montano e degno
1.4discendente d'Alcide,
1.5oggi n'ha liberati
1.6da la fèra terribile, che tutta
1.7infestava l'Arcadia;
1.8e che già si prepara
1.9di sciôrne il voto al tempio.
1.10Se grati esser vogliamo
1.11di tanto beneficio,
1.12andiamo tutti ad incontrarlo, e come
1.13nostro liberatore
1.14sia da noi onorato
1.15con la lingua e col core.
1.16E, ben che d'alma valorosa e bella
1.17l'onor sia poco pregio, è però quello
1.18che si può dar maggiore
1.19a la virtute in terra.
2.1Oh sciagura dolente! oh caso amaro!
2.2Oh piaga immedicabile e mortale!
2.3Oh sempre acerbo e lagrimevol giorno!
3.1Qual voce odo d'orror piena e di pianto?
4.1Stelle nemiche a la salute nostra,
4.2così la fé schernite?
4.3Così il nostro sperar levaste in alto
4.4perché poscia, cadendo,
4.5con maggior pena il precipizio avesse?
5.1Questi mi par Ergasto, e certo è desso.
6.1Ma perché il cielo accuso?
6.2Te pur accusa, Ergasto;
6.3tu solo avvicinasti
6.4l'ésca pericolosa
6.5al focile d'Amor, tu il percotesti
6.6e tu sol ne traesti
6.7le faville, onde è nato
6.8l'incendio inestinguibile e mortale.
6.9Ma sallo il ciel, se da buon fin mi mossi
6.10e se fu sol pietà che mi c'indusse.
6.11Oh sfortunati amanti!
6.12oh misera Amarilli!
6.13oh Titiro infelice! oh orbo padre!
6.14oh dolente Montano!
6.15oh desolata Arcadia! oh noi meschini!
6.16oh finalmente, misero e infelice
6.17quant'ho veduto e veggio,
6.18quanto parlo, quant'odo e quanto penso!
7.1Oimè! qual fia cotesto
7.2sì misero accidente,
7.3che 'n sé comprende ogni miseria nostra?
7.4Andiam, pastori, andiamo
7.5verso di lui, ch'a punto
7.6egli ci vien incontra. Eterni numi,
7.7ah! Non è tempo ancora
7.8di rallentar lo sdegno?
7.9Dinne, Ergasto gentile:
7.10qual fiero caso a lamentar ti mena?
7.11Che piangi?
8.1Amici cari,
8.2piango la mia, piango la vostra, piango
8.3la ruina d'Arcadia.
9.1Oimè! che narri?
10.1È caduto il sostegno
10.2d'ogni nostra speranza.
11.1Deh! parlaci più chiaro.
12.1La figliuola di Titiro, quel solo
12.2del suo ceppo cadente e del cadente
12.3padre appoggio e rampollo;
12.4quell'unica speranza
12.5de la nostra salute,
12.6ch'al figlio di Montano era dal cielo
12.7destinata e promessa
12.8per liberar con le sue nozze Arcadia;
12.9quella ninfa celeste,
12.10quella saggia Amarilli,
12.11quell'esempio d'onore,
12.12quel fior di castitate;
12.13oimè! quella... ah! mi scoppia
12.14il core a dirlo!
13.1È morta?
14.1No, ma sta per morire.
15.1Oimè! che intendo?
16.1E nulla ancor intendi!
16.2Peggio è che more infame.
17.1Amarillide infame? e come, Ergasto?
18.1Trovata con l'adultero. E se quinci
18.2non partite sì tosto,
18.3la vedrete condurre
18.4cattiva al tempio.
19.1O bella e singolare,
19.2ma troppo malagevole virtute
19.3del sesso femminile, o pudicizia,
19.4come oggi se' rara!
19.5Dunque non si dirà donna pudica
19.6se non quella che mai
19.7non fu sollecitata?
19.8Oh secolo infelice!
20.1Veramente potrassi
20.2con gran ragione avere
20.3d'ogn'altra donna l'onestà sospetta,
20.4se disonesta l'Onestà si trova.
21.1Deh! cortese pastor, non ti sia grave
21.2di raccontarci il tutto.
22.1Io vi dirò. Stamane assai per tempo
22.2venne, come sapete,
22.3il sacerdote al tempio
22.4con l'infelice padre
22.5de la misera ninfa,
22.6da un medesmo pensier ambidue mossi,
22.7d'agevolar co' prieghi
22.8le nozze de' lor figli,
22.9da lor bramate tanto.
22.10Per questo solo in un medesmo tempo
22.11fûr le vittime offerte
22.12e fatto il sacrificio
22.13solennemente e con sì lieti auspìci,
22.14che non fûr viste mai
22.15né viscere più belle
22.16né fiamma più sincera o men turbata;
22.17onde, da questi segni
22.18mosso, il cieco indovino:
22.19«Oggi» disse a Montano
22.20«sarà il tuo Silvio amante; e la tua figlia
22.21oggi, Titiro, sposa.
22.22Vanne tu tosto a preparar le nozze».
22.23Oh insensate e vane
22.24menti degli indovini! e tu di dentro
22.25non men che di fuor cieco!
22.26S'a Titiro l'esequie
22.27in vece de le nozze avessi detto,
22.28ti potevi ben dir certo indovino.
22.29Già tutti consolati
22.30erano i circostanti, e i vecchi padri
22.31piangean di tenerezza,
22.32e partito era già Titiro, quando
22.33furon nel tempio orribilmente uditi
22.34di subito e veduti
22.35sinistri augùri e paventosi segni,
22.36nunzi de l'ira sacra,
22.37ai quali, oimè! sì repentini e fieri
22.38s'attonito e confuso
22.39restasse ognun dopo sì lieti augùri,
22.40pensatel voi, cari pastori. Intanto
22.41s'erano i sacerdoti
22.42nel sacrario maggior soli rinchiusi;
22.43e mentre, essi di dentro e noi di fuori,
22.44lagrimosi e divoti,
22.45stavamo intenti a le preghiere sante,
22.46ecco il malvagio Satiro, che chiede
22.47con molta fretta e per instante caso
22.48dal sacerdote udienza. E, perché questa
22.49è, come voi sapete,
22.50mia cura, fui quell'io, che l'introdussi.
22.51Ed egli (ah, ben ha ceffo
22.52da non portar altra novella!) disse:
22.53«Padri, s'ai vostri voti
22.54non rispondon le vittime e gli incensi,
22.55se sopra i vostri altari
22.56splende fiamma non pura,
22.57non vi maravigliate. Impuro ancora
22.58è quel che si commette
22.59oggi contra la legge
22.60ne l'antro d'Ericina.
22.61Una perfida ninfa
22.62con l'adultero infame ivi profana
22.63a voi la legge, altrui la fede rompe.
22.64Vengan meco i ministri:
22.65mostrerò lor di prenderli sul fatto
22.66agevolmente il modo».
22.67Allora (o mente umana,
22.68come nel tuo destino
22.69se' tu stupida e cieca!)
22.70respirarono alquanto
22.71gli afflitti e buoni padri,
22.72parendo lor che fosse
22.73trovata la cagion che pria sospesi
22.74gli ebbe a tener nel sacro ufficio infausto;
22.75onde subitamente il sacerdote
22.76al ministro maggior, Nicandro, impose
22.77che sen gisse col Satiro e cattivi
22.78conducesse ammendue gli amanti al tempio.
22.79Ond'egli, accompagnato
22.80da tutto il nostro coro
22.81de' ministri minori,
22.82per quella via che 'l Satiro avea mostra,
22.83tenebrosa ed obliqua,
22.84si condusse ne l'antro.
22.85La giovane infelice,
22.86forse da lo splendor de le facelle
22.87d'improvviso assalita e spaventata,
22.88vuscendo fuor d'una riposta cava
22.89ch'è nel mezzo de l'antro,
22.90si provò di fuggir, come cred'io,
22.91verso cotesta uscita, che fu dianzi
22.92dal Satiro malvagio,
22.93com'e' ci disse, chiusa.
23.1Ed egli, intanto, che facea?
24.1Partissi,
24.2subito che 'l sentiero
24.3ebbe scorto a Nicandro.
24.4Non si può dir fratelli,
24.5quanto rimase ognuno
24.6stupefatto ed attonito, vedendo
24.7che quella era la figlia
24.8di Titiro, la quale
24.9non fu sì tosto presa,
24.10che subito v'accorse,
24.11ma non saprei già dirvi onde s'uscisse,
24.12l'animoso Mirtillo,
24.13e per ferir Nicandro,
24.14il dardo ond'era armato,
24.15impetuoso spinse:
24.16e se giungeva il ferro
24.17là 've la mano il destinò, Nicandro
24.18oggi vivo non fôra.
24.19Ma in quel medesmo punto,
24.20che drizzò l'uno il colpo,
24.21s'arretrò l'altro. O fosse caso o fosse
24.22avvedimento accorto,
24.23sfuggì il ferro mortale,
24.24lasciando il petto, che die' luogo, intatto;
24.25e ne l'irsuta spoglia
24.26non pur finì quel periglioso colpo,
24.27ma s'intricò, non so dir come, in modo
24.28che, nol potendo ricovrar, Mirtillo
24.29restò cattivo anch'egli.
25.1E di lui che seguì?
26.1Per altra via
26.2nel condussero al tempio.
27.1E per far che?
28.1Per meglio trar da lui
28.2di questo fatto il vero. E chi sa? forse
28.3non merta impunità l'aver tentato
28.4di por man ne' ministri e 'ncontra loro
28.5la maestà sacerdotale offesa.
28.6Avessi almen potuto
28.7consolarlo, il meschino!
29.1E perché non potesti?
30.1Perché vieta la legge
30.2ai ministri minori
30.3di favellar co' rei.
30.4Per questo sol mi sono
30.5dilungato dagli altri;
30.6e per altro sentiero
30.7mi vo' condurre al tempio,
30.8e con prieghi e con lagrime devote
30.9chieder al ciel ch'a più sereno stato
30.10giri questa oscurissima procella.
30.11Addio, cari pastori,
30.12restate in pace, e voi co' prieghi nostri
30.13accompagnate i vostri.
31.1Così farem, poi che per noi fornito
31.2sarà verso il buon Silvio il nostro a lui
31.3così devoto officio.
31.4O dèi del sommo cielo,
31.5deh! mostratevi ormai
31.6con la pietà, non col furore, eterni.
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