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1.1Ah pur troppo son desto e troppo miro!
1.2Così nato senz'occhi
1.3foss'io piuttosto, o più tosto non nato!
1.4A che, fero destìn, serbarmi in vita
1.5per condurmi a vedere
1.6spettacolo sì crudo e sì dolente?
1.7O più d'ogni infernale
1.8anima tormentata,
1.9tormentato Mirtillo,
1.10non stare in dubbio, no; la tua credenza
1.11non sospender già più; tu l'hai veduta
1.12con gli occhi proprio, e con gli orecchi udita.
1.13La tua donna è d'altrui,
1.14non per legge del mondo,
1.15che la toglie ad ogni altro;
1.16ma per legge d'Amore,
1.17che la toglie a te solo.
1.18O crudele Amarilli,
1.19dunque non ti bastava
1.20di dar a questo misero la morte,
1.21s'anco non lo schernivi
1.22con quella insidiosa ed incostante
1.23bocca, che le dolcezze di Mirtillo
1.24gradì pur una volta?
1.25Or l'odiato nome,
1.26che forse ti sovvenne
1.27per tuo rimordimento,
1.28non hai voluto a parte
1.29de le dolcezze tue, de le tue gioie,
1.30e 'l vomitasti fuore,
1.31ninfa crudel, per non l'aver nel core.
1.32Ma che tardi, Mirtillo?
1.33Colei che ti dà vita,
1.34a te l'ha tolta e l'ha donata altrui;
1.35e tu vivi, meschino? e tu non mori?
1.36Mori, Mirtillo, mori
1.37al tormento, al dolore,
1.38com'al tuo ben, com'al gioir se' morto.
1.39Mori, morto Mirtillo:
1.40hai finita la vita,
1.41finisci anco il tormento.
1.42Esci, misero amante,
1.43di questa dura ed angosciosa morte,
1.44che per maggior tuo mal ti tiene in vita.
1.45Ma che? debb'io morir senza vendetta?
1.46Farò prima morir chi mi dà morte.
1.47Tanto in me si sospenda
1.48il desio di morire,
1.49che giustamente abbia la vita tolta
1.50a chi m'ha tolto ingiustamente il core.
1.51Ceda il dolore a la vendetta, ceda
1.52la pietate a lo sdegno
1.53e la morte a la vita,
1.54finch'abbia con la vita
1.55vendicato la morte.
1.56Non beva questo ferro
1.57del suo signor l'invendicato sangue,
1.58e questa man non sia
1.59ministra di pietate
1.60che non sia prima d'ira.
1.61Ben ti farò sentire,
1.62chiunque se' che del mio ben gioisci,
1.63nel precipizio mio la tua ruina.
1.64M'appiatterò qui dentro
1.65nel medesmo cespuglio, e, come prima
1.66a la caverna avvicinar vedrollo,
1.67improvviso assalendolo, nel fianco
1.68il ferirò con questo acuto dardo.
1.69Ma non sarà viltà ferir altrui
1.70nascosamente? Sì. Sfidalo adunque
1.71a singolar contesa, ove virtute
1.72del tuo giusto dolor possa far fede.
1.73No, che potrebbon di leggieri in questo
1.74loco, a tutti sì noto e sì frequente,
1.75accorrere i pastori ed impedirci,
1.76e ricercar ancor, che peggio fôra,
1.77la cagion che mi move: e s'io la nego,
1.78malvagio, e s'io la fingo, senza fede
1.79ne sarò riputato, e s'io la scopro,
1.80d'eterna infamia rimarrà macchiato
1.81de la mia donna il nome, in cui, ben ch'io
1.82non ami quel che veggio, almen quell'amo
1.83che sempre volli e vorrò fin ch'i' viva
1.84e che sperai e che veder devrei.
1.85Moia dunque l'adultero malvagio,
1.86ch'a lei l'onore, a me la vita invola!
1.87Ma, se l'uccido qui, non sarà il sangue
1.88chiaro indizio del fatto? E che tem'io
1.89la pena del morir, se morir bramo?
1.90a l'omicidio, alfin fatto palese,
1.91scoprirà la cagione; onde cadrai
1.92nel medesmo periglio de l'infamia
1.93che può venirne a questa ingrata. Or entra
1.94ne la spelonca e qui l'assali. È buono,
1.95questo mi piace. Entrerò cheto cheto,
1.96sì ch'ella non mi senta. E credo bene
1.97che ne la più segreta e chiusa parte,
1.98come accennò di far ne' detti suoi,
1.99si sarà ricovrata, ond'io non voglio
1.100penetrar molto a dentro. Una fessura
1.101fatta nel sasso e di frondosi rami
1.102tutta coperta, a man sinistra a punto
1.103si trova a piè de l'alta scesa: quivi
1.104più che si può tacitamente entrando,
1.105il tempo attenderò di dar effetto
1.106a quel che bramo. Il mio nemico morto
1.107a la nemica mia porterò innanzi;
1.108così d'ambiduo lor farò vendetta;
1.109indi trapasserò col ferro stesso
1.110a me medesmo il petto, e tre saranno
1.111gli estinti, duo dal ferro, una dal duolo.
1.112Vedrà questa crudele
1.113de l'amante gradito
1.114non men che del tradito
1.115tragedia miserabile e funesta;
1.116e sarà questo speco,
1.117ch'esser dovea de le sue gioie albergo,
1.118de l'un e l'altro amante,
1.119e, quel che più desio,
1.120de le vergogne sue tomba e sepolcro.
1.121Ma voi, orme già tanto invan seguìte,
1.122così fido sentiero
1.123voi mi segnate? a così caro albergo
1.124voi mi scorgete? e pur v'inchino e seguo.
1.125O Corisca, Corisca,
1.126or sì m'hai detto il vero, or sì ti credo.
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