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1.1Care selve beate,
1.2e voi solinghi e taciturni orrori,
1.3di riposo e di pace alberghi veri;
1.4oh, quanto volentieri
1.5a rivedervi i' torno! E se le stelle
1.6m'avesser dato in sorte
1.7di viver a me stessa e di far vita
1.8conforme a le mie voglie,
1.9i' già co' Campi Elisi,
1.10fortunato giardin de' semidèi,
1.11la vostr'ombra gentil non cangerei.
1.12Ché, se ben dritto miro,
1.13questi beni mortali
1.14altro non son che mali.
1.15Meno ha chi più n'abonda,
1.16e posseduto è più che non possede:
1.17ricchezze no, ma lacci
1.18de l'altrui libertate.
1.19Che val ne' più verdi anni
1.20titolo di bellezza
1.21o fama d'onestate,
1.22e 'n mortal sangue nobiltà celeste;
1.23tante grazie del cielo e de la terra:
1.24qui larghi e lieti campi,
1.25e là felici piagge,
1.26fecondi paschi e più fecondo armento,
1.27se 'n tanti beni il cor non è contento?
1.28Felice pastorella,
1.29cui cinge a pena il fianco
1.30povera sì, ma schietta
1.31e candida gonnella,
1.32ricca sol di se stessa
1.33e de le grazie di natura adorna;
1.34che 'n dolce povertade
1.35né povertà conosce né i disagi
1.36de le ricchezze sente;
1.37ma tutto quel possede,
1.38per cui desio d'aver non la tormenta,
1.39nuda sì, ma contenta!
1.40Co' doni di natura
1.41i doni di natura anco nudrìca;
1.42col latte il latte avviva;
1.43e col dolce de l'api
1.44condisce il mèl de le natie dolcezze.
1.45Quel fonte ond'ella beve,
1.46quel solo anco la bagna e la consiglia;
1.47paga lei, pago il mondo.
1.48Per lei di nembi il ciel s'oscura indarno
1.49e di grandine s'arma,
1.50ché la sua povertà nulla paventa:
1.51nuda sì, ma contenta.
1.52Sola una dolce e d'ogn'affanno sgombra
1.53cura le sta nel core:
1.54pasce le verdi erbette
1.55la greggia a lei commessa, ed ella pasce
1.56de' suo' begli occhi il pastorello amante,
1.57non qual le destinâro
1.58o gli uomini o le stelle,
1.59ma qual le diede Amore.
1.60E tra l'ombrose piante
1.61d'un favorito lor mirteto adorno,
1.62vagheggiata, il vagheggia; né per lui
1.63sente foco d'amor che non gli scopra;
1.64ned ella scopre ardor ch'egli non senta:
1.65nuda sì, ma contenta.
1.66Oh vera vita, che non sa che sia
1.67morire innanzi morte!
1.68Potess'io pur cangiar teco mia sorte!
1.69Ma vedi là Corisca. Il ciel ti guardi,
1.70dolcissima Corisca.
2.1Chi mi chiama?
2.2Oh, più degli occhi miei, più de la vita
2.3a me cara Amarilli, e dove vai
2.4così soletta?
3.1In nessun altro loco,
3.2se non dove mi trovi e dove meglio
3.3capitar non potea, poi che te trovo.
4.1Tu trovi chi da te non parte mai,
4.2Amarilli mia dolce, e di te stava
4.3pur or pensando e fra mio cor dicea:
4.4«S'io son l'anima sua, come può ella
4.5star senza me sì lungamente?» e, 'n questo,
4.6tu mi se' sopraggiunta, anima mia.
4.7Ma tu non ami più la tua Corisca.
5.1E perché ciò?
6.1Come perché? tu 'l chiedi?
6.2Oggi tu sposa...
7.1Io sposa?
8.1Sì, tu sposa
8.2ed a me nol palesi?
9.1E come posso
9.2palesar quel che non m'è noto?
10.1Ancora
10.2tu t'infingi e mel neghi?
11.1Ancor mi beffi?
12.1Anzi tu beffi me.
13.1Dunque m'affermi
13.2ciò tu per vero?
14.1Anzi tel giuro; e certo
14.2non ne sai nulla tu?
15.1So che promessa
15.2già fui; ma non so già che sì vicine
15.3sien le mie nozze. E tu da chi 'l sapesti?
16.1Da mio fratello Ormino. Esso l'ha inteso,
16.2dice, da molti; e non si parla d'altro.
16.3Par che tu te ne turbi. È forse questa
16.4novella da turbarsi?
17.1Gli è un gran passo,
17.2Corisca; e già la madre mia mi disse
17.3che quel dì si rinasce.
18.1A miglior vita
18.2si rinasce per certo; e tu per questo
18.3viver lieta dovresti. A che sospiri?
18.4Lascia pur sospirar a quel meschino.
19.1Qual meschino?
20.1Mirtillo, che trovossi
20.2presente a ciò che 'l mio fratel mi disse,
20.3e poco men che di dolor nol vidi
20.4morire. E certo e' si moriva, s'io
20.5non l'avessi soccorso, promettendo
20.6di sturbar queste nozze; e, ben che questo
20.7dicessi sol per suo conforto, io pure
20.8sarei donna per farlo.
21.1E ti darebbe
21.2l'animo di sturbarle?
22.1E di che sorte!
23.1E come ciò faresti?
24.1Agevolmente,
24.2pur che tu ti disponga e ci consenta.
25.1Se ciò sperassi e la tua fé mi dessi
25.2di non l'appalesar, ti scovrirei
25.3un pensier che nel cor gran tempo ascondo.
26.1Io palesarti mai? aprasi prima
26.2la terra e per miracolo m'inghiotta.
27.1Sappi, Corisca mia, che, quand'io penso
27.2ch'i' debbo ad un fanciullo esser soggetta,
27.3che m'ha in odio e mi fugge e ch'altra cura
27.4non ha che i boschi, e ch'una fèra e un cane
27.5stima più che l'amor di mille ninfe,
27.6malcontenta ne vivo e poco meno
27.7che disperata; ma non oso a dirlo,
27.8sì perché l'onestà non mel comporta,
27.9sì perché al padre mio n'ho di già data
27.10e, quel ch'è peggio, a la gran dea, la fede.
27.11Che se per opra tua, ma però sempre
27.12salva la fede mia, salva la vita
27.13e la religion e l'onestate,
27.14troncar di questo a me sì grave nodo
27.15si potesser le fila, oggi saresti
27.16tu ben la mia salute e la mia vita.
28.1Se per questo sospiri, hai gran ragione.
28.2Amarilli. Deh! quante volte il dissi:
28.3«Una cosa sì bella a chi la sprezza?
28.4Sì ricca gioia a chi non la conosce?».
28.5Ma tu se' troppo savia, a dirti il vero,
28.6anzi pur troppo sciocca. E che non parli?
28.7che non ti lasci intendere?
29.1Ho vergogna.
30.1Hai un gran mal, sorella. I' vorrei prima
30.2aver la febbre, il fistolo, la rabbia.
30.3Ma, credi a me, la perderai tu ancora,
30.4sorella mia, sì ben; basta una sola
30.5volta che tu la superi e rinieghi.
31.1Vergogna, che 'n altrui stampò natura,
31.2non si può rinegar, ché, se tu tenti
31.3di cacciarla dal cor, fugge nel volto.
32.1O Amarilli mia, chi, troppo savia,
32.2tace il suo male, alfin, da pazza, il grida.
32.3Se questo tuo pensiero avessi prima
32.4scoperto a me, saresti fuor d'impaccio.
32.5Oggi vedrai quel che sa far Corisca.
32.6Ne le più sagge man, ne le più fide
32.7tu non potevi capitar. Ma, quando
32.8sarai per opra mia già liberata
32.9d'un cattivo marito, non vorrai tu
32.10d'un buon amante provvederti?
33.1A questo
33.2penseremo a bell'agio.
34.1Veramente
34.2non puoi mancare al tuo fedel Mirtillo.
34.3E tu sai pur s'oggi è pastor di lui,
34.4né per valor, né per sincera fede,
34.5né per beltà, de l'amor tuo più degno.
34.6E tu 'l lasci morire (ah troppo cruda!),
34.7senza che dir ti possa, almeno: «Io moro?».
34.8Ascoltalo una volta.
35.1Oh quanto meglio
35.2farebbe a darsi pace, e la radice
35.3sveller di quel desio ch'è senza speme!
36.1Dàgli questo conforto anzi che moia.
37.1Sarà piuttosto un raddoppiargli affanno.
38.1Lascia di questo tu la cura a lui.
39.1E di me che sarebbe, se mai questo
39.2si risapesse?
40.1Oh quanto hai poco core!
41.1E poco sia, purch'a bontà mi vaglia.
42.1Amarilli, se lecito ti fai
42.2di mancarmi tu in questo, anch'io ben posso
42.3giustamente mancarti. Addio.
43.1Corisca,
43.2non ti partir; ascolta.
44.1Una parola
44.2sola non udirei, se non prometti...
45.1Ti prometto d'udirlo, ma con questo,
45.2ch'ad altro non m'astringa...
46.1Altro non chiede.
47.1... e tu gli facci credere che nulla
47.2saputo i' n'abbia...
48.1Mostrerò che tutto
48.2abbia portato il caso.
49.1... e ch'indi possa
49.2partirmi a mio piacer, né mi contrasti...
50.1Quando ti piacerà, pur che l'ascolti.
51.1... e brevemente si spedisca.
52.1E questo
52.2ancora si farà.
53.1... né mi s'accosti
53.2quanto è lungo il mio dardo.
54.1Oimè, che pena
54.2m'è oggi il riformar cotesta tua
54.3semplicità! Fuor che la lingua, ogn'altro
54.4membro gli legherò, sì che sicura
54.5star ne potrai: vuoi altro?
55.1Altro non voglio.
56.1E quando il farai tu?
57.1Quando a te piace,
57.2pur che tanto di tempo or mi conceda
57.3ch'i' torni a casa, ove di queste nozze
57.4mi vo' meglio informar.
58.1Vanne, ma guarda
58.2di farlo accortamente. Or odi quello
58.3ch'io vo pensando: ch'oggi sul meriggio
58.4qui, sola, fra quest'ombre e senz'alcuna
58.5de le tue ninfe tu ten venghi, dove
58.6mi troverò per questo effetto anch'io.
58.7Meco saran Nerine, Aglauro, Elisa,
58.8e Fillide e Licori, tutte mie
58.9non meno accorte e sagge che fedeli
58.10e segrete compagne, ove, con loro
58.11facendo tu, come sovente suoli,
58.12il giuoco “de la cieca”, agevolmente
58.13Mirtillo crederà che non per lui,
58.14ma per diporto tuo ci sii venuta.
59.1Questo mi piace assai; ma non vorrei
59.2che quelle ninfe fossero presenti
59.3a le parole di Mirtillo, sai?
60.1T'indendo, e ben avvisi; e fie mia cura
60.2che tu di questo alcun timor non aggia,
60.3ch'io le farò sparir quando fia tempo.
60.4Vattene pur, e ti ricorda intanto
60.5d'amar la tua fidissima Corisca.
61.1Se posto ho il cor ne le sue mani, a lei
61.2starà di farsi amar quanto le piace.
62.1Parti ch'ella stia salda? A questa ròcca
62.2maggior forza bisogna. S'a l'assalto
62.3de le parole mie può far difesa,
62.4a quelle di Mirtillo certamente
62.5resister non potrà. So ben anch'io
62.6quel che nel cor di tenera fanciulla
62.7possano i prieghi di gradito amante.
62.8Se ridur ci si lascia, a tal partito
62.9la stringerò ben io con questo giuoco,
62.10che non l'avrà da giuoco. Ed io non solo
62.11da le parole sue, voglia o non voglia,
62.12potrò spiar, ma penetrar ancora
62.13fin ne l'interne viscere il suo core.
62.14Come questo abbia in mano e già padrona
62.15sia del segreto suo, farò di lei
62.16ciò che vorrò senza fatica alcuna,
62.17e condurrolla a quel che bramo, in guisa
62.18ch'ella stessa, non ch'altri, agevolmente
62.19creder potrà che l'abbia a ciò condotta
62.20il suo sfrenato amor, non l'arte mia.
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