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1.1Chi vide mai, chi mai udì più strana
1.2e più folle e più fèra e più importuna
1.3passione amorosa? amore e odio
1.4con sì mirabil tempre in un cor misti,
1.5che l'un per l'altro, e non so ben dir come,
1.6e si strugge e s'avanza e nasce e muore.
1.7S'i' miro a le bellezze di Mirtillo,
1.8dal piè leggiadro al grazioso volto,
1.9il vago portamento, il bel sembiante,
1.10gli atti, i costumi e le parole e 'l guardo;
1.11m'assale Amor con sì possente foco,
1.12ch'i' ardo tutta, e par ch'ogn'altro affetto
1.13da questo sol sia superato e vinto.
1.14Ma, se poi penso a l'ostinato amore
1.15ch'ei porta ad altra donna, e che per lei
1.16di me non cura, e sprezza, il vo' pur dire,
1.17la mia famosa e da mill'alme e mille
1.18inchinata beltà, bramata grazia,
1.19l'odio così, così l'abborro e schivo,
1.20ch'impossibil mi par ch'unqua per lui
1.21mi s'accendesse al cor fiamma amorosa.
1.22Talor meco ragiono: «Oh, s'i' potessi
1.23gioir del mio dolcissimo Mirtillo,
1.24sì che fosse mio tutto, e ch'altra mai
1.25nol potesse godere, oh più d'ogn'altra,
1.26beata e felicissima Corisca!».
1.27Ed in quel punto in me sorge un talento
1.28verso di lui sì dolce e sì gentile,
1.29che di seguirlo e di pregarlo ancora
1.30e di scoprirgli il cor prendo consiglio.
1.31Che più? Così mi stimola il desio,
1.32che, se potessi, allor l'adorerei.
1.33Da l'altra parte, i' mi risento e dico:
1.34«Un ritroso? uno schifo? un che non degna?
1.35un che può d'altra donna essere amante?
1.36un ch'ardisce mirarmi e non m'adora?
1.37e dal mio volto si difende in guisa
1.38che per amor non more? Ed io, che lui
1.39devrei veder come molti altri i' veggio,
1.40supplice e lagrimoso ai piedi miei;
1.41supplice e lagrimosa a' piedi suoi
1.42sosterrò di cadere? Ah, non fia mai!».
1.43Ed in questo pensier tant'ira accoglio
1.44contra di lui, contra di me che volsi
1.45a seguirlo il pensier, gli occhi a mirarlo,
1.46che 'l nome di Mirtillo e l'amor mio
1.47odio più che la morte, e lui vorrei
1.48vedere il più dolente, il più infelice
1.49pastor che viva; e, se potessi, allora
1.50con le mie proprie man l'anciderei.
1.51Così sdegno e desire, odio ed amore
1.52mi fanno guerra, ed io, che stata sono
1.53sempre fin qui di mille cor la fiamma,
1.54di mill'alme il tormento, ardo e languisco,
1.55e provo nel mio mal le pene altrui;
1.56io che tant'anni in cittadina schiera
1.57di vezzosi, leggiadri e degni amanti
1.58fui sempre insuperabile, schernendo
1.59tante speranze lor, tanti desiri,
1.60or da rustico amor, da vile amante,
1.61da rozzo pastorel son presa e vinta.
1.62Oh più d'ogn'altra misera Corisca,
1.63che sarebbe di te, se sprovveduta
1.64ti trovassi or d'amante? che faresti
1.65per mitigar quest'amorosa rabbia?
1.66Impari a le mie spese oggi ogni donna
1.67a far conserva e cumulo d'amanti.
1.68S'altro ben non avessi, altro trastullo
1.69che l'amor di Mirtillo, non sarei
1.70ben fornita di vago? Oh mille volte
1.71malconsigliata donna, che si lascia
1.72ridurre in povertà d'un solo amore!
1.73Sì sciocca mai non sarà già Corisca.
1.74Che fede? che costanza? imaginate
1.75favole de' gelosi e nomi vani
1.76per ingannar le semplici fanciulle.
1.77La fede in cor di donna, se pur fede
1.78in donna alcuna, ch'io nol so, si trova,
1.79non è bontà, non è virtù, ma dura
1.80necessità d'Amor, misera legge
1.81di fallita beltà, ch'un sol gradisce,
1.82perché gradita esser non può da molti.
1.83Bella donna e gentil, sollecitata
1.84da numeroso stuol di degni amanti,
1.85se d'un solo è contenta e gli altri sprezza,
1.86o non è donna o, s'è pur donna, è sciocca.
1.87Che val beltà non vista? o, se pur vista,
1.88non vagheggiata? e, se pur vagheggiata,
1.89vagheggiata da un solo? E quanto sono
1.90più frequenti gli amanti e di più pregi,
1.91tanto ella d'esser gloriosa e rara
1.92pegno nel mondo ha più sicuro certo.
1.93La gloria e lo splendor di bella donna
1.94è l'aver molti amanti. Così fanno
1.95ne le cittadi ancor le donne accorte,
1.96e 'l fan più le più belle e le più grandi.
1.97Rifiutare un amante, appresso a loro,
1.98è peccato e sciocchezza, e quel, ch'un solo
1.99far non può, molti fanno: altri a servire,
1.100altri a donare, altri ad altr'uso è buono;
1.101e spesso avvien che, nol sapendo, l'uno
1.102scaccia la gelosia che l'altro diede,
1.103o la risveglia in tal che pria non l'ebbe.
1.104Così ne le città vivon le donne
1.105amorose e gentili, ov'io col senno
1.106e con l'esempio già di donna grande
1.107l'arte di ben amar, fanciulla, appresi.
1.108«Corisca» mi dicea «si vuole appunto
1.109far degli amanti quel che delle vesti:
1.110molti averne, un goderne, e cangiar spesso,
1.111ché 'l lungo conversar genera noia,
1.112e la noia disprezzo ed odio alfine.
1.113Né far peggio può donna, che lasciarsi
1.114svogliar l'amante: fa' pur ch'egli parta
1.115fastidito da te, non di te mai».
1.116E così sempre ho fatto. Amo d'averne
1.117gran copia, e li trattengo, ed honne sempre
1.118un per mano, un per occhio; ma di tutti
1.119il migliore e 'l più comodo nel seno;
1.120e, quanto posso più, nel cor nessuno.
1.121Ma, non so come, a questa volta, ahi lassa!
1.122v'è pur giunto Mirtillo, e mi tormenta
1.123sì, che a forza sospiro, e, quel ch'è peggio,
1.124di me sospiro, e non inganno altrui,
1.125e le membra al riposo e gli occhi al sonno
1.126furando anch'io, so desiar l'aurora,
1.127felicissimo tempo degli amanti
1.128poco tranquilli. Ed ecco, io vo per queste
1.129ombrose selve anch'io cercando l'orme
1.130de l'odiato mio dolce desio.
1.131Ma che farai, Corisca? il pregherai?
1.132No, ché l'odio non vuol, bench'io 'l volessi.
1.133Il fuggirai? né questo Amor consente,
1.134benché far il devrei. Che farò dunque?
1.135Tenterò prima le lusinghe e i prieghi,
1.136e scoprirò l'amor, ma non l'amante;
1.137se ciò non giova, adoprerò l'inganno;
1.138e, se questo non può, farà lo sdegno
1.139vendetta memorabile. Mirtillo,
1.140se non vorrai amor, proverai odio;
1.141ed Amarilli tua farò pentire
1.142d'esser a me rivale, a te sì cara;
1.143e finalmente proverete entrambi
1.144quel che può sdegno in cor di donna amante.
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