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1.1Qual novo lume col divin suo raggio
1.2d'almo splendor la mente orna e rischiara,
1.3e di gran cose i miei pensier informa?
1.4Onde mi viene omai luce sì chiara,
1.5che m'apre ad alta impresa il gran viaggio,
1.6a cui muover da me non posso un'orma?
1.7Chi mai con luminosa altèra norma,
1.8l'ombre scuotendo a lo mio ingegno intorno,
1.9me 'ndrizza ad opre un dì forse pregiate?
1.10Lume di nostra etate,
1.11che d'ogni alta virtù riluci adorno,
1.12signor, che reggi di Baviera il freno,
1.13le meraviglie ch'io provando ammiro,
1.14sono del valor vostro effetti usati,
1.15tal ch'i pregi in altrui via più lodati
1.16le minor laudi vostre avven che sieno:
1.17se quell'ampio splendor, che 'n me rimiro,
1.18breve barlume è sol che diffondete
1.19di quella luce onde sì ricco sète.
2.1Che dunque dietro a voi mie lodi alzassi,
2.2ardir non è; poich'egli osar non vòle,
2.3né può cotanto, e né, potendo, il deve:
2.4ma son quasi cristallo opposto al sole,
2.5ove si rompa il raggio, e non trapassi,
2.6che la rimanda il lume onde 'l riceve.
2.7Fugga or da me cura noiosa e greve,
2.8che 'l veglio che giamai non stanca l'ale
2.9mio nome alfin d'oscuro oblio non copra;
2.10se m'avvalora all'opra
2.11chi puote in sua virtù farmi immortale;
2.12ché son di tanta gloria e d'onor degni
2.13fuor d'uman corso i minor pregi suoi,
2.14che di lor chi può mai ritrarre 'n carte
2.15alle future età picciola parte,
2.16fa più di quel ch'i più spediti ingegni
2.17fêto lodando i più nomati eroi.
2.18Or di quest'alta speme il bel pensiero
2.19a ragionar di voi mi mena altèro.
3.1Ma di tante virtù di quant'io posso
3.2col debil sguardo sostener la luce,
3.3quai fien mezze a narrar e quai fien prime?
3.4Tal dubbio in forse ogni consiglio adduce,
3.5e la copia del dir, la qual m'adosso,
3.6sul bel principio fa mancar mie rime.
3.7Or qual convien che de la fin s'estime?
3.8Pur seguendo 'l desio che mi fa strada,
3.9vo' con lo stile a mio poder alzarmi.
3.10Prima gloria de l'armi,
3.11onoro in voi quella temuta spada,
3.12a' cui lati si stan senno e valore,
3.13ov'è la maestà nell'else assisa,
3.14e da la punta sua dipende il fato.
3.15Quella spada onor'io, a cui vien dato
3.16dalla terra e dal ciel ogn'alto onore
3.17sovra qualunque più onorata guisa,
3.18salvo ciò sol che di lei non rimbomba
3.19di Smirna e Manto assai più chiara tromba.
4.1E ben eran omai di nobil carme
4.2infin d'allor le vostre geste degne,
4.3che sotto 'l grave acciaio il capel biondo
4.4primier premeste intra le chiare insegne
4.5di quel gran padre vostro, in pregio d'arme
4.6primo a tutt'altri, ed or a voi secondo:
4.7indi non mai sperò cotanto il mondo,
4.8che non restasse dietro a vostre imprese
4.9ogni qualunque suo desir più egregio:
4.10allor nel vostro regio
4.11animo il dio combattitor discese;
4.12dove poi la ragion, ire spirando,
4.13quel valor sovrumano in voi produsse
4.14che conoscer non sa rischi e terrori.
4.15Quinci dell'armi in sui più fèri ardori
4.16quanto fu vago mai di gir pugnando
4.17là sempre ove maggior periglio fusse,
4.18tu, vera Gloria, testimon di lui
4.19in mille chiari fatti, il narra a nui.
5.1Narra pur anco a noi come de l'arti
5.2di sovran duce egli arricchì lo 'ngegno,
5.3non con gli altrui, ma co' suoi sommi imperi:
5.4e 'n conquistar città, provincia o regno,
5.5come deggia adempir l'alte sue parti,
5.6e' l'apparò da' suoi trionfi altèri.
5.7O nati a bel destìn almi guerrieri,
5.8sotto colui trattando i ferri vostri,
5.9che de' consigli suoi va sì potente,
5.10qual di noi presta mente
5.11tanto vigor in una a' sensi nostri
5.12porge giamai, quanto 'l suo senno a tante
5.13armate schiere, ed intra lor diverse
5.14e d'abiti e d'ingegni e di linguaggi?
5.15E quando di pensier più accorti e saggi
5.16videsi un duce mai fra tutte quante
5.17le chiare armi o latine o greche o perse?
5.18Cotanto quel di voi senno canuto
5.19ha visto di lontano e proveduto.
5.20Quind'è che degne sol de' vostri impieghi
6.1son le più dubbie imprese e le più grandi,
6.2s'ove il poder ostil siasi dimostro,
6.3tal ch'ogni uman consiglio a terra mandi
6.4ed ogni mortal forza o rompa o pieghi,
6.5ivi 'l senno adoprate e 'l valor vostro.
6.6Deh! prestare credenza al sermon nostro,
6.7vegnenti a noi, che di sua altèra, invitta
6.8vertù narra pur poco: e a chi nol crede
6.9allor fanne tu fede,
6.10in virtù di sua mano, Asia sconfitta;
6.11o possanza d'Europa, o forte mano,
6.12infra tanti furor d'arme infedeli,
6.13te non essendo, or chi di noi saria?
6.14Che se 'l pensier indietro là me 'nvia
6.15rimembrando me 'ngombra un timor vano
6.16di veder da per tutto empie e crudeli
6.17straggi di noi, e fumar d'ogni loco
6.18in un orribil misto il sangue e 'l foco.
7.1Già parmi di veder madri piangenti
7.2co' figli pargoletti uccisi in seno,
7.3ch'émpian di tristo orror il petto mio;
7.4e le sacre donzelle udir non meno
7.5sospirar, vergognose, egre, dolenti,
7.6il fior de l'onestà donato a Dio.
7.7E già mi sembra al furor empio e rio
7.8altro scampo che 'l Ciel a noi non resti;
7.9onde la vita in me medesmo abborro.
7.10Però dove trascorro,
7.11sì vaneggiando co' pensier funesti,
7.12e non più tosto mi rallegro omai
7.13con meco stesso, sol però ch'io veggia
7.14un'età ch'un signor sì grande onora?
7.15Sia benedetta mille volte l'ora
7.16che tanto in alto i miei pensier alzai,
7.17onde convene ch'altro ben non chieggia,
7.18se tal senno al valor è 'n voi congiunto,
7.19che 'l mestiero de l'armi al sommo è giunto.
8.1Canzon, tu via me 'nfiammi anzi ch'acqueti
8.2nel bel novo desio che a dir me 'ncende
8.3de la più altèra e chiara gloria nostra:
8.4però rimanti, prego, entro la chiostra
8.5de' pensier miei di te gioiosi e lieti,
8.6fin che la man l'usato stil riprende,
8.7poiché d'aver compagne hai vera brama
8.8a gir colà dove 'l dover ti chiama.
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