about
people
how to cite
dataset
versions
json schema
resources
browse
search
authors
books
1.1Lasso, vi prego, acerbi miei martìri,
1.2a unirvi insiem ne la memoria oscura,
1.3se cortesi mai sète in dar tormento;
1.4poiché son tanti, che lo mio cor dura,
1.5di mille vostre offese i vari giri,
1.6ch'i' non ben vi conosco e pur vi sento:
1.7talché di rimembrar meco pavento
1.8le mie sciagure. Or voi, sospiri accesi,
1.9ite a seccarmi i pianti in mezzo al varco
1.10del ciglio d'umor carco;
1.11e voi, da miei sospir miei pianti offesi,
1.12tornando in giù, di lor vi vendicate
1.13con sommergerli adentro 'l mesto core,
1.14a cui per le vostr'onte omai si toglia
1.15che possa la sua cruda amara doglia
1.16sfogar, poiché così agio non fate
1.17ch'uscendo fuor con voi il mio dolore,
1.18lasci l'albergo d'ogni nostro affetto;
1.19perch'io, finché m'ha morto, in mezzo al petto
1.20serbarlo vo', se mai quel che m'avviva
1.21potrà menarmi del mio corso a riva.
2.1Perché cadente omai è 'l ferreo mondo
2.2e son già instrutti a farci strazio i fati,
2.3di pari con le colpe i nostri mali
2.4crebber sugli altri delle prische etati
2.5troppo altamente, poiché sotto il pondo
2.6di novi morbi i gravi corpi e frali
2.7gemono smorti, ed a la tomba l'ali
2.8il viver nostro ha più preste e spedite,
2.9e son sempre feconde le sventure
2.10di sì fatte sciagure
2.11non più per nova o antica fama udite,
2.12e dal pensier uman tanto lontane
2.13che crederle men sa chi più le prova:
2.14talché sembra lo ciel che non più accenda
2.15benigno lume, onde qua giù discenda
2.16un'alma lieta. Or chi cotanto strane
2.17guise di mali intende mai per prova,
2.18se potesse mirar qual è lo scempio
2.19che di me fa mio destin fèro ed empio,
2.20al suo, ch'or chiama avaro ed or crudele,
2.21grazie sol renderia, non che querele.
3.1Di qualunque animal, quando primiero
3.2a l'ime soglie del suo viver giunge,
3.3lo 'nfocato vigor onde ha la vita,
3.4con dolci nodi amici e' si congiunge
3.5la sua salma; e un caso adverso e fèro,
3.6pur sia stella avara in darmi aita,
3.7o natura dal suo corso smarrita,
3.8di duo adversari me, lasso! compose:
3.9il mio mortale infermo, afflitto e stanco,
3.10ch'omai par venir manco,
3.11strazia l'alma con pene aspre, noiose;
3.12e 'l mio miglior, che d'egre cure abonda,
3.13affligge 'l corpo con crudeli pesti;
3.14e mentre, oimè! con pensier molto e spesso
3.15me 'nterno a sentir me contro me stesso,
3.16membro non ho ch'a l'anima risponda,
3.17poiché non ho vertù che i sensi dèsti,
3.18se non se 'n quanto mi si fan sentire
3.19gli acerbi effetti de' lor sdegni ed ire.
3.20In sì misero stato e sì doglioso
3.21va', spera, se tu puoi, qualche riposo.
4.1Ma 'l piacer fèro di dolermi sempre
4.2parmi ch'alleggi in parte 'l mio cordoglio,
4.3se del mio stato a lamentar mi mena;
4.4ond'io, ch'a più e a più dolor me 'nvoglio,
4.5farò, cantando con suavi tempre,
4.6che pel contrario suo poggi mia pena.
4.7Vita sovra 'l mortal corso serena,
4.8moderati piacer, delizie oneste,
4.9tesori per valor vero acquistati,
4.10onori meritati,
4.11mente tranquilla in abito celeste;
4.12e, perché più lo mio dolor s'avanzi,
4.13talché null'altro mai fia che l'agguagli,
4.14amor di cui è sol amor mercede,
4.15e vicende gentil di fé con fede,
4.16venite al tristo pensier mio dinanzi,
4.17ch'e' vi farà sembrar pene e travagli
4.18a lo mio cor, perché di duol trabocchi,
4.19sì come rossa gemma avanti gli occhi
4.20posta talora, egli adivien che facci
4.21rassembrar sangue il latte e fiamme i ghiacci.
5.1Rinfacciatemi or voi, s'unqua potete,
5.2qualche vostro favor, stelle crudeli!
5.3Ite, e ven prego, a ritrovarlo omai
5.4entro quei moti de' benigni cieli,
5.5che 'nfluiscon qua giù gioie men liete.
5.6Solo ben io da me so che non mai
5.7bevvi respir, che non traessi guai.
5.8Deh! perché da la vita altra beata,
5.9stanco da tante alte sciagure e rotto,
5.10misero, fui condotto
5.11a la presente amara e disperata?
5.12Poiché, se mai a' giorni, a' mesi, agli anni,
5.13c'ho speso nel dolor, i' son rivolto,
5.14veggio esser nato per mia cruda sorte
5.15solo a fiamme, sospir, lagrime e morte.
5.16E così crudi scempi e acerbi affanni
5.17non m'hanno in quel che i' era ancor disciolto.
5.18Ah, che daranno tempo al fato rio
5.19che meglio studi 'l precipizio mio;
5.20se non è forse che la morte avara
5.21tema col mio morir farsi più amara!
6.1Mi venne sol da luminosa parte
6.2del cielo una vaghezza di destare
6.3a piè de' faggi e poi de' lauri a l'ombra
6.4la bella luce che fa l'alme chiare,
6.5ch'a la povera mia si spense in parte
6.6quando se 'ndossò 'l velo onde s'adombra:
6.7talché, d'alto stupor finor ingombra,
6.8parea a se stessa dir: — Lassa! chi sono? —
6.9Oimè! ch'a tal desio travaglio come
6.10debbami dar il nome;
6.11ma sempre 'l chiamerò pena e non dono,
6.12se affligge più chi più conosce il male.
6.13Oh inver beati voi, ninfe e pastori,
6.14cui sa ignoranza cagionar contenti,
6.15ch'obliati sudor, fatighe e stenti
6.16acquetar vi sapete a un dono frale
6.17o di poma o di latte over di fiori;
6.18ed al caldo ed al gel diletto e gioco
6.19vi reca l'ombra fresca e 'l sacro foco;
6.20né altra gioia a voi sembra che piaccia
6.21che rozzo amore o faticosa caccia!
7.1Ma qual piacere i' seguo, afflitto e lasso,
7.2fra tanti strazi abbandonato e solo,
7.3ne la misera mia vita che meno?
7.4che fatto son noioso incarco al suolo,
7.5anco infecondo, dove 'l tronco e 'l sasso,
7.6come in suo centro, han la lor quiete. Almeno
7.7il mio piacer e' fosse il venir meno;
7.8ma 'l fato me 'l disdice. Or, se mi serbo
7.9sempre a novi sospiri e a pianti novi,
7.10piovi miserie, piovi
7.11sovra 'l mio capo, empio destino acerbo;
7.12e non voler meco mostrarti avaro
7.13d'altri scempi più infesti e più nemici,
7.14ch'i' tua penuria e non pietà la stimo;
7.15se non è forse invidia ch'i' sia 'l primo
7.16tra disperati e che mi renda chiaro
7.17essempio di dolor agl'infelici.
7.18Ma per le pene mie i' giuro a queste
7.19aspre selve, solinghe, orride e meste,
7.20che non mai turberà, mentre respiro,
7.21i lor alti silenzi un mio sospiro.
8.1Canzon, sola rimanti a pianger meco
8.2dove serbo 'l dolor, né fra la gente
8.3d'ir chiedendo pietate abbi vaghezza;
8.4ché l'alto mio martìr conforti sprezza.
8.5Ma, se doglia compianta e' men si sente,
8.6sdegna ch'ancor tu resti a pianger seco
8.7l'afflitto cor, che disperato vòle
8.8che l'aspre pene sue si sentan sole.
Supported by the Czech Science Foundation (GA23-07727S)