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1.1A qualunque animal che vive in terra
1.2è concesso da Dio
1.3per natura seguire alcuna cosa
1.4altra al comun desio,
1.5per la quale il pensier s'adagia e posa
1.6e fuor di sé ogn'altra cura serra.
1.7L'uccel rapace in guerra
1.8si diletta e nutrica;
1.9la picciola formica,
1.10per conservar la sua povera vita,
1.11nel vago e dolce tempo s'afatica;
1.12la natura del veltro lui invita
1.13a seguir lepri, cavriuoli e cerbi,
1.14né cotal voglia in lui mai è finita,
1.15benché spesso si spolpi e si disnervi.
2.1A l'uomo è conceduta la ragione,
2.2per la qual si diparte
2.3dalla natura degli altri animali.
2.4Chi quella pon da parte
2.5e dassi a seguitare e vizî mali,
2.6d'essere uom rimuove la cagione.
2.7Quanto mala pigione
2.8è quella di coloro,
2.9che solo in far tesoro,
2.10in voluttà e pompe sono attenti,
2.11lasciando quel che la ragion dà loro!
2.12Ragion ci mena e guida co' suo venti
2.13a seguitar virtù, per lo qual bene
2.14i vizî tutti in noi son morti e spenti,
2.15sempre crescendo di gloria la spene.
3.1Tutti color ch'adirizzan lor vita
3.2in ricchezze mondane,
3.3sanza cercar che cosa sia virtute,
3.4fanno lor voglie vane,
3.5non intendendo qual sia lor salute,
3.6né 'n qual cammin la natura gli 'nvita.
3.7Essa, gridando — Aita! —,
3.8spesse volte ci chiama,
3.9come quella che brama
3.10ognora el nostro bene; ma noi sciocchi,
3.11sempre fuggendo Quel che più ci ama,
3.12nel più aspro sentier voltiam più gli occhi:
3.13però saggio è colui che si provede
3.14di buono schermo, innanzi ch'a lui tocchi
3.15el colpo di Colui ch'è ferma fede.
4.1La volontà malvagia, che sommette
4.2quasi d'ognun le forze,
4.3benché de' saggi men più degli sciocchi,
4.4di noi solo le scorze
4.5lascia, rodendol dentro; e noi, degli occhi
4.6orbi, ignoriamo. Ahi, quanto mal ci mette!
4.7Non sia verun che nette
4.8speri suo vane voglie
4.9esser, d'amore doglie.
4.10Questa con donne e con dolce vivande
4.11ci aletta, e to' di liberta' le spoglie
4.12a qualunque lei segue. Ahi, quanto è grande
4.13l'ignoranza che regna infra' mortali:
4.14lasciare il ben che 'nnanzi a noi si spande,
4.15per seguir nostre voluttà bestiali!
5.1Quella malvagia lupa, che più fame
5.2ha quanto più si pasce,
5.3con suo lusinghe in gran ruina mena
5.4qual uomo al mondo nasce
5.5atto a seguirla, e con crudel catena
5.6lo stringe e tira alle sua voglie brame.
5.7Non più di color grame
5.8son quell'alme appenate,
5.9le qua' sempre assetate,
5.10veggendosi da presso le chiar'acque,
5.11e del gustare son sempre private.
5.12O misero colui a chi più piacque
5.13lasciar virtù per acquistar tesoro,
5.14e 'n cui l'ardente sete mai non tacque,
5.15sempre apetendo più quant'ha più oro!
6.1Ecco la pompa ancor, che ci dimostra,
6.2con suo false ragioni,
6.3noi valer tanto quanto siàn prezzati;
6.4da varie openïoni
6.5dell'ignorante volgo impazzati,
6.6ci fa fuggir beatitudo nostra.
6.7Alcun suo tempo in giostra
6.8consuma e 'n farsi ornato
6.9per esser nominato
6.10dagli altri il più valente o 'l più giulivo.
6.11Alcun, benché nol vaglia, fia inclinato
6.12a voler che ciascun, pur ricco e privo,
6.13l'onori e segua come suo signore.
6.14Per Dio, lasciam le pompe, e Quel che vivo
6.15fa sempre altrui seguiàn con fermo core!
6.16Canzon mia, benché nuda
6.17sie di vaghi ornamenti,
6.18non vo' che tu paventi,
6.19ma va' sicuramente in ciascun loco,
6.20gridando ad alta voce: — State attenti
6.21sempre a fuggir de' vizî el tristo gioco!
6.22Ciascun si volga a seguitar virtute
6.23la qual chi segue, sé dell'aspro foco
6.24trae e conduce a porto di salute! —
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