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1.1Ne la stagion che 'l bel tempo rimena,
1.2di mia man posi un ramuscel di Lauro
1.3a mezo colle, in una piaggia amena,
2.1che di bianco, d'azur, vermiglio e d'auro
2.2fioriva sempre, e sempre il sol scopriva,
2.3o fusse all'Indo o fusse al lito mauro.
3.1Quivi traendo or per erbosa riva,
3.2or rorando con man la tepida onda,
3.3or rimovendo la gleba nativa,
4.1or riponendo più lieta e feconda,
4.2fei sì con studio e con assidua cura,
4.3che 'l Lauro ebbe radice e nuova fronda.
5.1Fu sì benigna a' miei desir Natura,
5.2che la tenera verga crescer vidi,
5.3e divenir solida pianta e dura.
6.1Dolci ricetti, solitari e fidi,
6.2mi fur queste ombre, ove sfogar potei
6.3sicura il cor con amorosi gridi.
7.1Vener, lasciando i templi citerei
7.2e li altari e le vittime e li odori
7.3di Gnido e di Amatunte e de' Sabei,
8.1sovente con le Grazie in lieti cori
8.2vi danzò intorno; e per li rami in tanto
8.3salian scherzando i pargoletti Amori.
9.1Spesso Diana con le ninfe a canto
9.2l'arbuscel suavissimo prepose
9.3alle selve d'Eurota e d'Erimanto.
10.1E queste ed altre dèe sotto l'ombrose
10.2frondi, mentre in piacer stavano e in festa,
10.3benediron tra lor chi il ramo pose.
11.1Lassa! onde uscì la boreal tempesta?
11.2onde la bruma? onde il rigor e il gelo?
11.3onde la neve, a' danni miei sì presta?
12.1Come gli ha tolto il suo favore il Cielo?
12.2Langue il mio Lauro, e de la bella spoglia
12.3nudo gli resta e senza onor il stelo.
13.1Verdeggia un ramo sol con poca foglia,
13.2e fra téma e speranza sto suspesa,
13.3se mi lo lasci il verno o mi lo toglia.
14.1Ma più che la speranza il timor pesa
14.2che contra il giaccio rio, ch'ancor non cessa,
14.3il debil ramo avrà poca difesa.
15.1Deh! perché, inanzi che sia in tutto oppressa
15.2l'egra radice, non è chi m'insegni
15.3com'esser possa al suo vigor rimessa?
16.1Febo, rettor de li superni segni,
16.2aiuta 'l sacro Lauro, onde corona
16.3più volte avesti nei tessali regni;
17.1concedi, Bacco, Vertunno e Pomona,
17.2satiri, fauni, driade e napee,
17.3che nuova fronde il Lauro mio ripona;
18.1soccorran tutti i dèi, tutte le dèe
18.2che de li arbori han cura, l'arbor mio;
18.3però che gli è fatal: se viver dee,
19.1vivo io, se dee morir, seco moro io.
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