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1.1Canterò l'arme, canterò gli affanni
1.2d'amor, ch'un cavallier sostenne gravi,
1.3peregrinando in terra e 'n mar molti anni.
2.1Voi l'usato favor, occhi soavi,
2.2date all'impresa, voi che del mio ingegno,
2.3occhi miei belli, avete ambe le chiavi.
3.1Altri vada a Parnaso o a Cirra; io vegno,
3.2dolci occhi, a voi; né chieder altra aita
3.3a' versi miei se non da voi disegno.
4.1Già la guerra il terzo anno era seguìta
4.2tra il re Filippo Bello e il re Odoardo,
4.3che con suoi Inglesi Franza avea assalita.
5.1E l'uno e l'altro essercito gagliardo
5.2men di duo leghe si stavan vicino
5.3nei bassi campi appresso il mar picardo.
6.1Ed ecco che dal campo pellegrino
6.2venne un araldo, e si condusse avanti
6.3al successor di Carlo e di Pipino;
7.1e disse, udendo tutti i circonstanti,
7.2che nel suo campo, tra li capitani
7.3di chiaro sangue e di virtù prestanti,
8.1si proferia un guerrier con l'arme in mani
8.2a singular battaglia sostenere
8.3a qualunque attendato era in quei piani,
9.1che quanto d'ogni intorno può vedere
9.2il vago Sol, non è nazion che possa
9.3al valor degli Inglesi equivalere.
10.1E se tra' Franchi o tra la gente mossa
10.2in suo favor è cavallier ch'ardisca,
10.3per far disdir costui, metti sua possa;
11.1per l'ultimo d'april l'arme espedisca,
11.2ché 'l cavallier che la pugna domanda,
11.3non vuol ch'oltra quel dì si difinisca.
12.1– Come è costui nomato che ti manda?
12.2domandò il re all'araldo; e quel rispose
12.3ch'avea nome Aramon di Nerbolanda.
13.1Gli spessi assalti e l'altre virtuose
13.2opere d'Aramon erano molto
13.3in l'uno e in l'altro essercito famose;
14.1si ch'a quel nome impalidir il volto
14.2alla più parte si notò del stuolo
14.3che presso per udir s'era raccolto.
15.1Indi levossi per le squadre a volo
15.2e andò il tumulto, com'avesse insieme
15.3tanta gente impaurito un omo solo;
16.1non altrimenti il mar, se da l'estreme
16.2parte di tramontana ode che 'l tuono
16.3faccia il ciel rissonar, murmura e freme.
17.1Quivi gente di Spagna, quivi sono
17.2d'Italia, d'Alemagna; quivi è alcuno
17.3bon guerrier più al morir ch'al fuggir prono.
18.1Al conspetto del re si ritruova uno
18.2giovenetto animoso, agil e forte,
18.3costumato e gentil sopra ciascuno,
19.1generoso di sangue e in bona sorte
19.2produtto al mondo; e non passava un mese
19.3che venuto d'Italia era alla corte.
20.1Di cinque alme cittadi e del paese
20.2ch'Adice, Po, Veterno e Gabel riga,
20.3Niccia, Scoltena, il padre era marchese.
21.1Obizzo era il suo nome; ad ogni briga
21.2di forza atto e d'ardir; e un sì feroce
21.3né questa avea né la contraria liga.
22.1Costui supplica al re con braccia in croce
22.2che gli lassi provar s'a quel superbo
22.3può far cader così orgogliosa voce.
23.1Giovan era robusto e di bon nerbo,
23.2di gran statura e in ogni parte bella,
23.3ma d'anni alquanto oltra il bisogno acerbo.
24.1Un poco stette in dubbio il re se quella
24.2periculosa pugna esser dovesse
24.3commessa ad un'incauta età novella;
25.1poi, repetendo le vittorie spesse
25.2che dal patre alli figli e alli nepoti
25.3non men ch'ereditarie eran successe,
26.1onde li duci e cavallieri noti
26.2de la stirpe da Este a tutto il mondo
26.3lo fen sperar ch'avrian effetto i voti;
27.1quella battaglia diede a lui, secondo
27.2che addimandolla; indi Obizzo espedia
27.3l'arme con sicur animo e giocondo;
28.1avendo d'una robba, che vestia
28.2quel giorno, molto ricca rimandato
28.3l'araldo lieto alla sua compagnia.
29.1L'aver l'audace giovan accettato
29.2il grande invito d'Aramon facea
29.3parlar di lui con laude in ogni lato;
30.1sì che 'l valor de' prìncipi premea,
30.2come di Franza così d'altra gente,
30.3ch'apo sé in maggior grado il re tenea.
31.1Indi a figer nel cor l'acuto dente
31.2d'alcun guerrier incominciò l'eterna
31.3stimulatrice, Invidia, de la gente;
32.1non quella che s'alloggia in la caverna
32.2d'alpestra valle, in compagnia de l'orse,
32.3dove il sol mai non entra né lucerna;
33.1che da mangiar le serpi il muso torse
33.2allora che, chiamata da Minerva,
33.3de l'infelice Aglauro il petto morse;
34.1ma la gentil, che fra nobil caterva
34.2di donne e cavallier ecceder brama
34.3le laudi e le virtù ch'un altro osserva.
35.1E prima ad un baron di molta fama
35.2entra nel cuor, che del delfin di Vienna
35.3era fratel e Carbilan si chiama;
36.1che morto, l'anno inanzi, in ripa a Senna
36.2ave il conte d'Olanda, e rotti e sparsi
36.3Fiamenghi e Barbatini e quei d'Ardenna.
37.1Stimò costui gran scorno e ingiuria farsi
37.2a Franza, quando inanzi a' guerrier sui
37.3li guerrieri d'Italia eran comparsi;
38.1e pregò il re che non desse in altrui
38.2che ne le mani sue quella battaglia,
38.3o ad altri di nazion subietta a lui;
39.1e che per certo in vestir piastra e maglia
39.2a gran bisogni, fuor che la francesca,
39.3altra gente non de' creder che vaglia.
40.1A un capitan di fanteria tedesca,
40.2che si ritruova quivi, tal parola
40.3soffrendo, par ch'a gran disnor riesca.
41.1E similmente a questo detto vola
41.2la mosca sopra il naso d'Agenorre,
41.3gran conduttor di compagnia spagnuola.
42.1Rispondendo ambidui che, se per porre
42.2contra Aramon si debbe cavalliero
42.3de la meglior d'ogni nazione tòrre,
43.1ciascun per sé si proferiva al vero
43.2parangone de l'arme, a mostrar chiaro
43.3che di sua gente esser dovea il guerriero.
44.1Obizzo, de l'onor d'Italia avaro
44.2e del suo proprio, e quinci e quindi offeso
44.3da quel parlar via più ch'assenzo amaro,
45.1rispose: – Tosto ch'avrò morto o preso,
45.2come spero, Aramon (ché non mi deve
45.3quel che m'ha il re donato, esser conteso),
46.1farò a ciascun di voi veder in breve
46.2che la mia gente al par d'ogn'altra vale
46.3ad ogni assalto o faticoso o lieve. –
47.1Moltiplicavan le parole, e tale
47.2era il rumor, lo strepito, ch'uscire
47.3se ne vedea una rissa capitale.
48.1Ma non li lassa il re tanto seguire:
48.2prima il suo franco, indi il spagnuol riprende
48.3con l'aleman del temerario ardire.
49.1– Come ben fa chi sua nazion difende
49.2da biasmo altrui, – dicea – così molt'erra
49.3chi, per la sua lodar, ogn'altra offende.
50.1E chi vuol di voi dir che la sua terra
50.2prevaglia a tutte l'altre è ne l'errore
50.3di questo inglese, e il torto ha de la guerra.
51.1Degli altri il detto d'Obizzo è il megliore,
51.2di sostener ch'Italia sua di loda
51.3a nessun'altra parte è inferiore.
52.1Or quant'alla battaglia mai non snoda,
52.2poi ch'ad Obizzo n'ho fatto promessa,
52.3che la promessa non sia ferma e soda.
53.1Egli fu il primo a chiederla, e concessa
53.2a lui l'ho volontier, e non mi pento,
53.3né meglio altrove potria averla messa. –
54.1Il re fece a lor tal ragionamento,
54.2sì per ragion, sì perché assai non fòra
54.3di dar la pugna a Carbilan contento.
55.1Ché, se Fortuna, che temer ognora
55.2si deve, ad Aramon volge la guancia,
55.3è meglio ch'un estran sia preso o mora,
56.1che Carbilan o di nazion di Francia
56.2altro guerrier, per non dar la sentenza
56.3l'inglese esser meglior de la sua lancia.
57.1Nel vincer non facea tal differenza,
57.2pur ch'un guerrier, sia di che gente voglia,
57.3spegnesse a quell'altier tanta credenza.
58.1Quanto più il re si sforza che si toglia
58.2Carbilan da l'impresa, egli più duro
58.3e più ostinato ognor più se n'invoglia.
59.1E con parlar non fra li denti oscuro,
59.2ma chiaro e aperto, mormorando in onta
59.3e d'Obizzo e d'Italia va sicuro.
60.1Al cavallier da Este per ciò monta
60.2il sdegno e l'ira; e di novo al cospetto
60.3del giustissimo re con lui s'affronta.
61.1E dice: – Carbilan, se ti è in dispetto
61.2che per ir contra ad Aramon audace
61.3m'abbia a' miei prieghi il signor nostro eletto,
62.1e se perciò ostinato e pertinace
62.2tu pruovi dir che quest'onor non merti,
62.3e che di me tu ne sia più capace,
63.1dico che tu ne menti; e sostenerti
63.2voglio con l'arme ch'in alcuna prova
63.3meglior omo di me non déi tenerti.
64.1E perché quest'error da te si muova,
64.2ch'ad intender ti dài ch'a tua possanza
64.3e tua destrezza par non si ritruova,
65.1proviamo in questo tempo che n'avanza
65.2di qui alla fin d'april qual di noi deggia
65.3metter in campo il re con più baldanza.
66.1E s'altro ancor, o di tua o d'altra greggia,
66.2dice che più la pugna li convegna
66.3ch'a me, fra questo termine mi cheggia. –
67.1Così diss'egli: or forza è che sostegna
67.2Carbilan il suo detto, e ad altro gioco
67.3che di parole e di minacce vegna.
68.1Il re, da' prieghi vinto, se ben poco
68.2ne par restar contento, pur né tolle
68.3la pugna lor, né niega ad essa il loco.
69.1Ma non che fusse la querela vuolle
69.2qual nazion, l'italica o la franca,
69.3sia più robusta o qual d'esse più molle;
70.1ma che ciascun per sé abbia più franca
70.2persona o più gagliarda non repugna
70.3che mostri, e per ciò lor dà piazza franca;
71.1e si serba anco di partir la pugna.
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