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1.1Vive in me più che mai quel gran disio
1.2del cui già nacque il mio sperar tant'alto:
1.3intendami che pò, che me intendo io.
2.1D'esser felice al mondo ognor me exalto,
2.2ma palesar non vo' però la impresa,
2.3temendo de cader ad un sol salto,
3.1ché spesso a una preclara e degna impresa
3.2Fortuna iniurïosa speza l'ale,
3.3d'ardente invidia maculata e accesa.
4.1E però inclusa porto per men male
4.2questa inclita cagion nel mio concetto,
4.3per la cui spero alfin farme immortale:
5.1nasce da lei sì venerando effecto
5.2che ad or ad or transcorro insino al celo
5.3con quella dolce impressïon nel petto.
6.1Tengo nel cor, non nego, un aureo telo,
6.2che ussì già fuor de un vago e ameno sguardo,
6.3ma per più effetti ognor tacendo el celo:
7.1inde deriva el foco onde sempre ardo,
7.2che mai non fia estinto, o sciolto il nodo
7.3che Amor prompto è a legar, al scioglier tardo.
8.1Or non più, no, ché in tal stato mi godo,
8.2però che in servitù d'altrui si dice
8.3che un om se exalta, e però il cel ne lodo.
9.1Affermo, se già dissi, esser felice,
9.2ma discoprir il mio secreto intento,
9.3tu sciai ben, lingua mia, che ciò non lice;
10.1ma tu dì sol che a ciò io son contento,
10.2che adoro ognor quello che 'l mondo onora,
10.3e più non preterir, ch'io no 'l consento,
11.1e come sagia, non exprimer fora
11.2quel che tu sciai, per non sturbar mia pace,
11.3ché ogni felicità fuge in un'ora.
12.1Non esser a' toi danni tanto audace,
12.2ché stolto è quel che se medesmo offende:
12.3però il bel nome altero vella e tace:
13.1altri che lei scio ben che non m'intende.
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