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1.1Quel che tu legerai su queste carte,
1.2se avran grazia venir nel tuo conspecto,
1.3la lingua el dice, ma dal cor si parte.
2.1Di quel che t'hanno a dir, doglia è il subiecto,
2.2che dopo el tuo partir non ne fu' priva:
2.3perdona adunque se le avran diffecto.
3.1Non aspectar che con ordine io scriva,
3.2ché le querele e i mie' iusti lamenti
3.3vengon qual mar dopo fortuna a riva;
4.1ma se biasmarti ne i mie' versi senti,
4.2perdona e muta vita, ch'io ti acerto
4.3ch'io ancor mutarò stil se tu ti penti.
5.1Lascia abitar le fere entro el diserto
5.2e torna a la cità, se non, l'accusa
5.3non serà del mio dir, ma del tuo merto.
6.1Non ti valrà, se tardo torni, scusa
6.2d'esser tincta dal sol, d'essere inculta:
6.3novi abiti e costumi ognor qua s'usa;
7.1non è licito a te di star sepulta
7.2ne la rustica villa, essendo a feste,
7.3a spectaculi e a giochi fin qui adulta.
8.1Le compagne concive aspecton meste
8.2che tu ritorni, e ciascuna ti scrive:
8.3non gli rispondi, e ognor ti fai più agreste.
9.1Ma fra quante si doglion di te prive,
9.2un dolor tutti gli altri extremo excede:
9.3questa è Tirinzia tua, che a morte vive.
10.1La solitaria villa si concede
10.2a chi è votata far celibe vita:
10.3abbi di nui, se non di te, mercede.
11.1Parmi che già da te vega partita
11.2la modestia civil, tutti i sembianti
11.3che a la patria ti fén già sì gradita.
12.1Se i rustici te applaudon con lor canti,
12.2volgi a la patria sùbito i pensieri,
12.3che per la absenzia tua sta tutta in pianti.
13.1Se in caccia per tuo amor si mostran feri
13.2con qualche orso o cingial, pensa tu alora
13.3a le virtù de i civil cavalleri.
14.1Se di fiori o di fructi alcun te onora,
14.2pensa a i lauti conviti e a gli apparecchi
14.3per te già facti, e che qui ognun te adora.
15.1Altro che in vasi pastorali o secchi
15.2non ti pòn dare el vin linfato o il lacte:
15.3qui el nectare in argenti hai, che ti specchi.
16.1Se per te alcun con fistule combatte,
16.2rozi versi alternando in questi lochi
16.3per te si son già mille giostre facte.
17.1Se ti menano a balli o fanno giochi,
17.2oh quante farse, oh che comedie in scene
17.3te aspectan, non mai più viste, o da pochi!
18.1Se hanno ghirlande là di fructi piene
18.2e te ne ornin le chiome, oh quante perle
18.3avrai, se vòi, e quante auree catene!
19.1Non canton sempre rusignoli e merle,
19.2non sempre là son fronduti i boschetti,
19.3le fragole chi può nel verno averle?
20.1Non è cosa a la villa che dilecti,
20.2che la stagion non te la toglia al fine:
20.3che fructi più da quella villa aspecti?
21.1Como comminciano a cader le brine,
21.2in casa a piccol foco e a molto fumo
21.3stassi, e le stalle i greggi han per confine.
22.1Deh, torna, ché a aspectar più mi consumo,
22.2e se altro no 'l può far, fòrzite Amore,
22.3che a dimandarlo debitor prosumo
23.1Son como la cità che, ove el signore
23.2languido giace, el populo è mal sano:
23.3i membri ho infermi perch'el pate el core.
24.1Per questo ancor la inferma e debil mano
24.2più oltra non può andar; la lingua or tace:
24.3quanto dicesse più, seria ormai vano.
25.1Torna, Silvia, se il cel brami con pace.
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