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1.1Un sagittario bon che l'arco tiri
1.2per mostrar sua virtù, sempre ad un segno
1.3tende, e con l'occhio a quel convien che miri;
2.1e un pictor, benché sia de optimo ingegno,
2.2bella opra non farà, se nel concepto
2.3prima non se avrà facto un bel dissegno:
3.1ché de ogni cosa l'ultimo in effecto
3.2è il primo in la intention, ché cusì vòle
3.3el principe de gli altri, l'intellecto.
4.1Cusì chi vorà ancor formar parole
4.2di te, che altra che te non t'assomiglia,
4.3converrà toglia le tue forme sole.
5.1A questo obiecto adunque alcia le ciglia
5.2mio basso ingegno, e questa musa implora,
5.3se vòi del Pegaseo regger la briglia.
6.1E tu, mia dea, nel cui poter dimora
6.2lasciar mia nave in scoglio e trarla in porto,
6.3aiutala, ché a te driccia la prora.
7.1Potresti forsi dir ch'io ti fo torto
7.2a dir tue laude in cusì basso stile:
7.3l'è il ver, ma con li exempli io mi conforto,
8.1perché ognor vego opere alte e sutile
8.2facte d'umil materia, e vego impronte
8.3di Iove e d'altri dei di terra vile,
9.1e alor che sono a tanto onore assonte
9.2che rapresentin simulacri santi,
9.3ciascun le adoran puoi con le man gionte.
10.1Però non ti sdegnar tu ancor ch'io canti
10.2le tue virtù, ché, avendo l'occhio a quelle,
10.3converrà che ciascun mie' versi vanti.
11.1Se gloria è superar tutte le belle,
11.2questa per prima è tua, ché ognun te acerta
11.3che tu sei un sol fra le più lustre stelle.
12.1Se in quel che non scia dirsi onor si merta,
12.2che è un non scio che di grazia, ognun ti dice
12.3che a le Carite devi esser preferta.
13.1Se fama è uscir d'una antica radice
13.2che abbia già facto bei fructi a Natura,
13.3godi, ché in questo ognun ti fa felice.
14.1Se bello è in teneri anni età matura,
14.2tu ogni altra excedi, ché al lasciar le fasce
14.3sempre a ogni acto gentil ponesti cura.
15.1Se giova, quando al fonte si rinasce,
15.2bel nome, el tuo pudico quello excede
15.3d'opre e di nome da chi el nome nasce.
16.1Se onore è avere a' subditi mercede,
16.2la cità che è mo' tua libera rende
16.3el tuo favor, al quale ogni altro cede.
17.1Se la nativa patria a un gloria rende,
17.2la cuna tua fu in sul trïonfo Roma,
17.3con cui di parità nessun contende.
18.1Se grato è quel che per virtù si noma,
18.2amata esser déi tu, ché un tuo sol sguardo
18.3tutti i pensier d'ogni lascivo doma.
19.1Se 'l motteggiar ligiadro e con risguardo
19.2si lauda e aprova, ohimè, ch'io mi ricordo
19.3cosa di te, che mi fu al pecto un dardo,
20.1quando al concento di süave accordo
20.2non volesti por mano, arguta e pronta
20.3mordendo chi si fece al tuo dir sordo:
21.1de l'altrui vergognar forsi e qualche onta
21.2arrossir le tue bianche guanze vidi,
21.3como rosa in lo aprir, quando el sol monta!
22.1Scio como parli e con modestia ridi
22.2(vegoti, benché absente ora io mi trovi),
22.3e como infermi sani e i sani uccidi;
23.1scio el gesto singular quando el piè movi,
23.2vego i tuoi peregrin abiti onesti,
23.3noti a te stessa, ma a tutti altri novi;
24.1benigna scio como a l'udir ti presti,
24.2e mi ricordo ancor del modo grato
24.3quando benignamente m'accogliesti,
25.1alor, dico io, che incognito e larvato,
25.2fra le delizie tue non ti sdegnasti
25.3farmi seder contra el tuo ricco strato.
26.1Per dirti ch'io mi sia, questo ti basti,
26.2fin che con servile opra io sciolga il nodo
26.3che al collo umanamente mi legasti.
27.1Stando ora in quel pensier tuttavia godo,
27.2ch'io aspecto di servirti, e il cel ringrazio
27.3che ha dato al mio desio sì dextro modo;
28.1e benché or sia tra nui notabil spazio,
28.2le membre pronte e le disposte voglie
28.3per te se assettan veder presto el Lazio.
29.1Da la noce sì tosto non si scioglie
29.2spinto da corda uno impennato strale
29.3che 'l veder per prestezza a gli occhi toglie,
30.1como io giongerò al piè de le tue scale,
30.2pur che dicto mi sia: — Pònti a camino!, —
30.3ché Amor promisso m'ha prestarmi l'ale.
31.1Forza è ch'io adori el tuo aspecto divino,
31.2ché questo al nascer mi fu dato in sorte
31.3e mal si può fuggire el suo destino.
32.1Mendici assai stanno a le regie porte,
32.2che 'l re mai non li vede, e ciascun vive
32.3del suo, ché questo è gran gloria di corte;
33.1esser non dénno anche tue voglie schive
33.2pascere altri del tuo, se tu no 'l senti,
33.3como farà chi questo ora ti scrive.
34.1Però di grazia pregoti che assenti
34.2che dir mi possa tuo, ché sol di questo
34.3cibando viverò, se ti contenti.
35.1O servo o ligio o mancipio, ognor presto
35.2serò a ubidirti e pormi al collo el ferro,
35.3perché el mio stato a ognun sia manifesto.
36.1S'io chiedo troppo, e se nel dir forsi erro,
36.2scusa l'affecto, e per non far più errore
36.3la man ritiro e qui la bocca serro,
37.1uscito pria un suspir che t'invia el core.
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