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1.1Antico faggio, che a quest'ora adombri
1.2il più miser pastor forsi che viva,
1.3o, per dir meglio, che la vita ingombri,
2.1or ch'io son solo in questa ombrosa riva
2.2e de la opaca selva tanto adrento
2.3che om vivo, al creder mio, qui non ariva,
3.1e che urli e stridi e muggi ancor non sento
3.2di fere o armenti, e per li densi rami
3.3non credo ancor che qui penetri il vento,
4.1concedi a uno amator, se fama brami
4.2che a l'ombra dolce tua, in terra disteso,
4.3di Fortuna e d'Amor qui si richiami.
5.1Se dai suspir serà in te foco acceso,
5.2lo extinguerò col pianto, e per tale acto
5.3ti serà, ancora onor, sapendol, reso.
6.1Per gloria o per vendetta io non combatto,
6.2io mi lamento, io mi doglio d'Amore,
6.3che mi è mancato dil promesso pacto.
7.1Se eterno brami il radicale umore
7.2e che fulgure mai non ti percota,
7.3odi e sii testimonio al mio dolore.
8.1E tu, cor mio, che sei in parte rimota,
8.2arditamente la tua extrema doglia
8.3a questi arbori e faggi ormai fa nota,
9.1ch'el par che a uno infelice assai si toglia
9.2de le sue pene, quando si concede
9.3liberamente dir quel che si voglia.
10.1Adunque, ingrato Amore, onde procede
10.2che, avendo imperio tu sopra nui amanti,
10.3lasci sì mal pagata una gran fede?
11.1Ah non, mia lingua, e non dir tanto inanti:
11.2ingrato non è Amor, cruda è ben quella
11.3che dà, inanti un morir, tormenti tanti.
12.1Ah non, cor mio, non è crudele anco ella,
12.2ma forsi ben da nui viene el diffecto.
12.3Eh non, ma l'è più presto opra di stella.
13.1Ma chi è s'el non è Amor, che dentro un pecto
13.2vada, riscaldi, infrigidi e impiaghi?
13.3Che oggi sii tu da me pur maledetto!
14.1Questi occhi son dui fonti, anzi dui laghi
14.2per te, crudel; vero è che sol non sei,
14.3ché sopra ad altri ancor convien mi paghi.
15.1Ohimè, cor mio, mal è offender colei
15.2che nostra vita e nostra morte ha in mano;
15.3né ancor parlar si dié a carco de' dei.
16.1Perdona dunque, Amor, sei dolce e umano!
16.2Perdona tu, mia dea, scusa el fallire,
16.3ché mal sta sana mente in corpo insano.
17.1Io non voria di te né d'Amor dire
17.2cosa offensiva, ma se offeso sono,
17.3contra a chi dénno andar le mie iuste ire?
18.1O perverse nature, io non vi oppono:
18.2io incolpo la natura, e se mal dico,
18.3umile ad ambi duo chiedo perdono.
19.1Siami tu testimonio, o faggio antico,
19.2che de le fraudi loro io non mi doglio,
19.3ma mi lamento ben con modo amico.
20.1Pur, se l'offese e i lor piacer raccoglio,
20.2abenché non mi biasmi, non mi lodo,
20.3e a ogni fortuna son pur quel ch'io soglio.
21.1No 'l posso dir, ma del morir mio el modo
21.2al fin serà ver iudice del tutto,
21.3e se d'Amor nel regno io stento o godo.
22.1Ma puoi ch'io son, sacro arbor, qui conducto
22.2per far quel che di far non e in mia possa,
22.3al men da te fà ch'io riporti un fructo:
23.1qui non è tomba o chi mi cavi fossa:
23.2lascia cader tu di tue frondi tante
23.3che dian sepulcro a queste infelice ossa.
24.1Se a caso mai qui gionge alcuno amante
24.2e che 'l mio corpo sia risolto in cenere,
24.3perché l'extreme pene mie sian piante
25.1scrivo el mio fin qui in le tue scorze tenere.
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