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1.1Chi potrà mai con lacrimosi versi,
1.2con rauca, sorda e stemperata lira
1.3tanto, che al danno basti condolersi?
2.1Italia in veste bruna oggi se mira,
2.2ogni rector di lei, quantunque grande,
2.3lugubre oggi si dòl, piange e suspira.
3.1Li insubri templi, ciascun preghi spande,
3.2per ubidire il suo signor dolente
3.3elegi versi ogni poeta scande.
4.1La terra de suo' fructi oggi se pente
4.2e benché culta sia, non è fecunda;
4.3motto di lei e subversion si sente.
5.1De tanti pianti ciascun rivo abunda,
5.2che omini, arbori, case, rupi e monti
5.3prosterne e abatte e tutto il piano inonda.
6.1Oggi dui lumi italici disgionti
6.2son per mezzo di morte, ond'io confondo
6.3puoi ch'el convien che un tal caso io raconti:
7.1de le gran perse ha oggi facto il mondo
7.2che far potesse o che abbia facto ancora
7.3cercando l'universo tutto a tondo.
8.1Morta è fra nui quella diva Eleonora,
8.2che lume un tempo al vostro sexo porse
8.3e più che mai col suo nome vi onora.
9.1D'un tempo inanti al suo bel fin, s'accorse
9.2del dì prefisso al desiato passo,
9.3dal qual vivendo mai piede non torse;
10.1esposto al casto toro il corpo lasso,
10.2a poco a poco rasettando il dosso
10.3che era affannato per un regno basso,
11.1gionse a quel giorno che narrar non posso
11.2se tu, mia Musa, grazia non mi porgi,
11.3influendo a l'ingegno obtuso e grosso.
12.1Tu sciai pur, Clara illustre, ove resorgi
12.2col tuo splendor, che ogni intellecto alumi
12.3e ogni nebbia dissolvi e in porto scorgi;
13.1non cerco le Castalie in monti o in fiumi,
13.2ch'oggi son meste, e obtenebrato è Apollo,
13.3attoniti oggi sono in terra i numi;
14.1non rinasce più in me sterpo o rampollo
14.2di lauro verde, puoi che tu, mia stella,
14.3desti partendo a la tua patria un crollo.
15.1Or dovendo narrar tanta procella
15.2sorta nel nostro mar, te sola invoco,
15.3a te sola la lingua e il cor favella:
16.1extincto è al pecto ogni amoroso foco,
16.2trema la man, la mente è sì smarita,
16.3che quel che dir dovria serà ben poco.
17.1Avendo ogni sua cosa stabilita,
17.2Leonora, de Ercul già cara consorte,
17.3per far dal mondo l'ultima partita,
18.1con animo real, costante e forte,
18.2benché la messe ancor fusse immatura,
18.3per tagliarla diè in man la falce a Morte;
19.1qual piena di stupor, pietà e paüra,
19.2al secul volta, disse: — A me ne dòle,
19.3ma questo fo per ubidir Natura.—
20.1La diva donna alor, como ella sòle,
20.2intrepida a quel fin con gli occhi asciutti,
20.3a i servi e a i figli usò queste parole:
21.1— Restati, o mei fideli, in pace tutti.
21.2Exempio al viver vostro sia el mio fine:
21.3de l'arbor de la vita or coglio i frutti.
22.1Non li aveano anco le giacciate brine
22.2facti maturi, ed ecco un picol vento
22.3li abatte, e tol le rose a le sue spine.
23.1De la mia morte condoler vi sento,
23.2forsi non consapevoli del stato
23.3dove io mi trovo e d'ogni mio contento.
24.1Quel ch'esser suol dal celo a pochi dato,
24.2a me con tanta grazia ha Idio concesso,
24.3che rimorso non ho d'alcun peccato.
25.1Mortale e peccatrice fui, il confesso,
25.2ma fuor che glorie e pompe e qualche sdegni,
25.3capital vizio non me viddi apresso.
26.1De virtüosi e perspicaci ingegni
26.2fautrice fui, sol per augumentare
26.3la mia Ferrara, e qui fur mei dissegni.
27.1Altro non posso che ciascun pregare
27.2che i figli col Signor servi con fede,
27.3puoi che vui e loro or mi convien lasciare.
28.1Tu, Alfonso, al patre tuo futuro erede,
28.2ama iustizia e ai subditi clemente
28.3sii sempre, e a' bisognosi abbi mercede,
29.1al mio Signore e tuo padre ubidiente,
29.2a Idio devoto, e per fugir li errori,
29.3fà che sempre il tuo fine abbi presente.
30.1I tuoi fratelli, benché sian minori,
30.2figliol, como te istesso tractarai,
30.3disposto sempre a suoi commodi e onori:
31.1se bene il primo sei tra lor, pur sciai
31.2che seti un sangue; io te li ricommando:
31.3se da fratelli i tien, servi li arai.
32.1E fra tutti i precepti, io ti commando
32.2che questa gregge mia, morto il pastore
32.3(che sarà presto), andar non lasci errando.
33.1Puoi che veder non posso il mio Signore,
33.2e darli i basi extremi e tòr licenzia
33.3como ricerca el coniugale amore,
34.1convien, puoi che a Dio piace, aver pacienzia:
34.2tu acceptali per lui, e al suo venire
34.3daglili in nome mio con riverenzia.
35.1Digli: — Patre, Eleonora al suo morire
35.2me impose questo, e seco se ne porta
35.3quel che ad altri che a te non volse dire.
36.1Ita te è inanti per fidata scorta;
36.2cose vidde al suo fin, che non fu degna
36.3vedere in vita, e però ti conforta.
37.1Digli per parte mia che quel che regna
37.2gran premio acquista a ben servar iustitia,
37.3e a giongerli anni a vita il cel s'ingegna;
38.1non abbi al iudicar odio o amicizia,
38.2e a ciascadun dia el suo, ché aver bisogno
38.3non può el Signore in chi non è avarizia.
39.1Questo viver mortale è como un sogno
39.2che qualche cosa pare, e nulla è puoi;
39.3ma a lui che è savio dirlo io mi vergogno:
40.1scio che fa tutto questo e dolce è a i suoi,
40.2però viverà assai; e tu ancor nota
40.3doppo lui esser tale a i popol tuoi. —
41.1Basolli puoi e l'una e l'altra gota,
41.2la bocca e gli occhi, e puoi lo benedisse
41.3con una orazïon tutta devota.
42.1E tutto quello che a benedir già disse
42.2Idio di bene a Isac e al suo figliolo,
42.3disse ella a Alfonso, inanti che morisse.
43.1Ciascuno a udirla ne moria di dòlo;
43.2puoi cordialmente la nora dilecta
43.3ricommandogli per precepto solo.
44.1La delicata figlia, una angioletta,
44.2viver non si credea, per tanti pianti
44.3e suspir che a gettare era constretta;
45.1non rimasono in cel gerarchie o santi
45.2che non chiamasse con preghiere e voti,
45.3con parole da far romper diamanti.
46.1La Duchessa Eleonora a' suoi devoti
46.2gli ordini sacri adimandò portarsi,
46.3parlando al confessor, gli altri remoti,
47.1e i fisici rimedii, fe' levarsi
47.2di camera, oramai inutili a lei,
47.3e un sacro altar devoto fe' pararsi.
48.1E reiterate quattro volte o sei
48.2la confession di tutti i suoi peccati
48.3(che più non fusser, Dio volesse, i mei),
49.1di man de' religiosi e sancti frati
49.2ministrato gli fu il cibo celeste,
49.3e gli altri sacramenti tutti dati;
50.1fugli doppoi la serafica veste
50.2offerta inanti, da lei prima chiesta,
50.3per le man monacali, caste e oneste;
51.1rivolta a quella, con iubilo e festa,
51.2— Ecco — disse — qui il fin d'ogni mia pompa!
51.3De quante io n'ebbi mai, ne porto questa. —
52.1Or qui convien che in pianto ognun prorompa:
52.2el cugnato fidel, parenti e amici
52.3aspectan che la Parca il fil gli rompa.
53.1Non restavan più a far divini ofici,
53.2ciascuno attento a lamentar suo' danni
53.3de i fidel servi, miseri e infelici,
54.1quando ecco sotto a obtenebrati panni,
54.2vista da pochi, quella dea fatale
54.3gli svelse il crin, nel più bel fior de gli anni.
55.1Cusì la risanò d'ogni suo male,
55.2e con breve suspir l'alma a Dio rese,
55.3che appena si potete dirgli — Vale. —
56.1Sbito che 'l suo fin di fuor se intese,
56.2suspiri, pianti, gridi a maraviglia
56.3se udì nel dolce popul ferrarese.
57.1Ognun vestissi a bruna a basse ciglia,
57.2e non solo i patricii, i plebei anco,
57.3no i capi pur, ma tutta la famiglia.
58.1Parea a ciascuno esser d'un membro manco,
58.2e molti stenno al corpo morto intorno,
58.3che nessuno a servirlo parea stanco,
59.1quando al funebre e memorabil giorno
59.2el Duca absente, in via mettendo penne,
59.3a la mesta cità fece ritorno,
60.1e benché fusse tardo, al corpo venne,
60.2sul qual dal cor tante lacrime sparse,
60.3ch'io credo umore in sé non si ritenne.
61.1Né sol con gli occhi la consorte pianse,
61.2ma con acti, parole e modi e gesti
61.3intermisse orazion per quella fanse.
62.1Con fratelli e figlioli e servi mesti
62.2acompagnò quel corpo exanimato
62.3ove insino al iudicio advien che resti.
63.1Aveal questa Madonna in vita dato
63.2al cemitero monacal di Clara:
63.3con umiltà cusì lì fu portato.
64.1Cusì fece da nui partita amara
64.2Leonora, di Ferrando Re già nata:
64.3Ercul la piange e se ne dòl Ferrara.
65.1Felice in vita, or morta è in cel beata,
65.2copiosa di quel ben che il cel dà raro,
65.3al mondo e a Dio meritamente grata.
66.1Vergine, al patre fu pegno sì caro,
66.2che abenché ad Ercul la desse per moglie,
66.3el partirla da sé gli parve amaro;
67.1puoi del marito fe' si ben le voglie,
67.2con lui regendo il degno stato antico,
67.3che vestì seco le leonine spoglie.
68.1A lo erede mantuan di Federico,
68.2che è or marchese, diè la figlia prima,
68.3la seconda al mio divo Ludovico
69.1Sforza Vesconte, qual tanto or si extima,
69.2che imperatrice ha facto de' cristiani
69.3la sua nepote, e posto al solio in cima
70.1de' Galli, de' Panoni e de' Germani;
70.2non solo amato, ma extimato tanto
70.3che 'l riveriscon tutti i re cristiani.
71.1Questo ha vestito e puoi ornato il manto
71.2al vicario de Cristo, e facto Marte
71.3portare in terra il sanguinato guanto;
72.1con ingegno, virtù, prudenzia e arte,
72.2peculio, stato, tanti omini acquista,
72.3che Iove seco il cel governa a parte.
73.1Le celebrate ciner del Baptista
73.2ne fanno fede, ove el creder non basti,
73.3ché gli effecti non furon d'alchimista:
74.1con umil modo, non con borie e fasti,
74.2gli aspidi umilia e piega gli elementi,
74.3como tu, Iosuè, che il cel legasti.
75.1La affinità di lui fe' sì contenti
75.2la morta donna e il car socer, ch'io penso
75.3che lei dil gaudio ancor nel cel si senti.
76.1E benché i gener sian ciascuno immenso
76.2le figliole son tal che per virtute
76.3el secul tutto gli dovria far censo.
77.1De la diva Isabella serian mute
77.2le lingue a parlar, tutte, e di Beatrice
77.3le laudi a dir, nel cel già conosciute.
78.1Di queste sue ben natural radice
78.2ne vidde fructo a l'una, a l'altra speme,
78.3ancor vivendo, l'alma genitrice.
79.1Del seminato in lei coniugal seme,
79.2a la porta del cel vidde da Pietro
79.3un cardine formar con gli altri insieme;
80.1e quello a cui va questo figlio dietro,
80.2in Galia al Re cristianissimo è ito,
80.3le cui promesse non fur mai di vetro.
81.1El stato al suo consorte stabilito;
81.2ingegno, ardire e grazia al figliol primo:
81.3con questo andonne al celestial convito.
82.1Però, Madonna, con ragione extimo
82.2che Idio la riserbasse, e puoi la tolse
82.3perché uom non sia felice in questo limo.
83.1Agli undeci de octobre l'alma sciolse
83.2quel corpo in quattrocento nono e trino,
83.3como a Lui piacque, che per sé la volse;
84.1e portata di Abram nel sancto sino,
84.2al conspecto del Figlio eterno e Padre
84.3col Spirto Sancto in un corpo divino,
85.1vive ora in cel con l'angelice squadre.
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