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1.1Abbiati, pastorelli, al gregge cura:
1.2Titiro, Melibeo, Mopso e Menalca
1.3fanno gran trame, ond'io vivo in paüra.
2.1La gente armata tutta via cavalca:
2.2aprìti gli occhi bene, e siati accorti
2.3di non tener gli armenti in tanta calca.
3.1El seria ben redursi a i lochi forti,
3.2cercar qualche paludi, selve o monti
3.3o i liti salsi e pur vicin di porti:
4.1son de' gran lupi intorno a i nostri fonti,
4.2qual sotto manto di pastor coperto,
4.3quai sotto ombra di sancto, a mal far pronti.
5.1De loro insidie è Coridone experto,
5.2che appena si salvò da i tesi artigli
5.3mercè del sito e del loco deserto.
6.1Iano, i bifronti coronati a gigli,
6.2uscito è in mar, né si vede ove el guardi:
6.3temano i cani, i lepori e i conigli.
7.1Non siati adunque, o pastorelli, tardi;
7.2bifolci, e vui, che più maturo armento
7.3guidati, tema ognuno, e i più gagliardi.
8.1Un leon, battendo l'ale, ha facto un vento
8.2che porta fiamma accesa ovunque spira,
8.3puoi che Marte fra nui suo foco ha spento.
9.1Ogni altra fera qua con l'occhio mira:
9.2con la coda la terra el leon percote,
9.3e l'idra di più nodi assai se agira.
10.1Sono a Menalca le campagne note
10.2e dove meglio stian le pecorelle,
10.3se le stalle son piene o pur son vote;
11.1scia di quanti agnellin pendon le pelle
11.2scorticate da Tirsi, e i lupi ancora
11.3che, per gli altri smarir, serva con quelle.
12.1Al nido ove già fe' longa dimora
12.2con duplicato capo l'ucel d'oro,
12.3un novo e maggior Cacco vi si onora.
13.1Non capra o agnello, ma iuvenco o toro
13.2è il cibo suo e i pastor d'ogni intorno
13.3temon di lui perfin dentro a Peloro.
14.1Fugìti, pastorelli, in fin che è il giorno!
14.2Costui non stima Pan né i dei di Roma,
14.3e per ber l'uman sangue è facto adorno.
15.1E tu, Dameta, che de imponer soma
15.2a gli umeri insüeti sì te agrada,
15.3impara con qual morso altri si doma:
16.1col forbice si tonde, e non con spada;
16.2rader si vòl sì che non cresca el pelo:
16.3chi fa el tutto in un dì, gli altri sta a bada.
17.1Prima che imbianchin le campagne al gelo,
17.2circonda le tue mandre, ovili e stalle,
17.3ché gran pioggie e tempeste indica el celo.
18.1Quanto piangerà ancor la bella valle
18.2che Ionio, Liri, l'Adrïano e Egeo —
18.3serran! né te 'l gettar dietro a le spalle!
19.1E tal pastor si tiene un semideo,
19.2che si vedrà cascar morbido el gregge,
19.3che non gliel camparia canto d'Orfeo.
20.1Sono sì rari i bon, che chi ben regge
20.2le pecorelle sue, tante n'acquista,
20.3che sempre a li men bon può imponer legge.
21.1Sono tra nui chi ha fama con la vista
21.2fascinar gli agni, e col sparger veneno
21.3guastare i prati e fare ogni acqua trista.
22.1I bon pastor van drieto al bon terreno;
22.2chi meglio ingrassa o d'acqua adorna el sito,
22.3quello ha più spazzo a l'erbe, el verno al feno.
23.1Dafne, si bene ho il tuo parlare udito,
23.2admonìto hai ciascun che armento guida;
23.3ma pure al fin tu m'hai mostrato a dito.
24.1Ma non sciai tu che mal fa chi si fida
24.2de can che dormino e di servi iniqui
24.3ove lupo famelico se annida?
25.1S'io mi ricordo ben di tempi antiqui,
25.2a Tirsi non giovò reti né cani,
25.3ché lo robborno per più modi obliqui.
26.1Songli pastor che si tengon silvani,
26.2satiri alcuni, e il dio d'Arcadia invidiano,
26.3sorti di plebe e di paesi istrani:
27.1con suoi patroni a tutte ore perfidiano,
27.2né di maneggi suoi bon cuncto rendono;
27.3chi li riprende puoi, sempre l'insidiano.
28.1Ma io scuso te, ché pochi son che intendono
28.2che sia guidare armento grosso e indomito,
28.3che con calci e con corni ognor ci offendono.
29.1Non ritien questi d'azza un piccol gomito,
29.2ma grosse funi, anzi catene e giovi,
29.3non zuffolo o baston d'un piccol comito,
30.1aste ferrate (e impararai, se 'l provi,
30.2con assidua fatica) ecco il suo morso:
30.3varii da capre son buffali e bovi.
31.1Dameto, odi o Dameto, e dà soccorso
31.2a Tirsi, che d'intorno ha assai pastori,
31.3perché ha facto fra lor preda d'uno orso.
32.1L'orsa e gli orsatti sono usciti fuori,
32.2Titiro, Melibeo, Menalca e Mopso
32.3li sono intorno e fanno gran rumori.
33.1Argira viene, ond'io seguir non posso:
33.2tu, Dafne, no 'l lasciar, se più te è cara
33.3quella per cui a riprendere sei mosso;
34.1né guardar che tra lor la fé sia rara.
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