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1.1Fauno pastor ti scrive queste lettere,
1.2o Florida, e se manca ne i tuo' titoli
1.3al non saperne più vogli rimettere.
2.1Questo è perché 'l convien teco io capitoli,
2.2or ch'io non son di pecore più famulo,
2.3ma servo in mandre, armenti grossi e vitoli.
3.1Tu pensi forsi ch'io sia ancor quel mamulo
3.2ch'io ero quando mi fe' del tuo amor calido:
3.3ogni gran quercia fu già un picol ramulo.
4.1Io mi partì', tu 'l sciai, da i campi isqualido,
4.2e mio stimulo e mia solicitudine
4.3fu l'amor tuo, mercé di cui son valido.
5.1Ma non per esser mai fra moltitudine,
5.2non per ch'io abbia de più ninfe pratica,
5.3in me si trovarà mai ingratitudine:
6.1non per usar fra la gente grammatica
6.2o ne i suburbi o in case de celicoli,
6.3posso scordarmi la piaggia selvatica.
7.1Se ben non guido più mie' greggi picoli,
7.2non è che di te, Florida, mi smentichi,
7.3se ben fossi di là da i regni sicoli.
8.1Spesso convien che la lingua mi dentichi:
8.2volendo altri chiamar, Florida nomino,
8.3alor ch'io son più fra pastori autentichi.
9.1Se tu sapessi quante volte io romino
9.2quel che al partir tu me dicesti in colera,
9.3e il stato mio de alor, che adesso abomino,
10.1diresti: — Io non scio como Fauno tolera
10.2che 'l pecto suo per me più Amor gli laceri! —
10.3Ma io non son fragil como tenera olera.
11.1Io mi ricordo ancor quando su gli aceri
11.2scrivevo el nome tuo, ne i saxi e in polveri,
11.3e tu el guastavi, che d'ognor me maceri.
12.1Più volte io m'ingegnai gran sassi volvere,
12.2ove il tuo volto io mi forzai depingere,
12.3che tua beltà non avessi a dissolvere.
13.1Spesso, doppo un suspir, convienmi fingere
13.2menzogne, se pastor pur se ne accorgiono,
13.3e per vergogna puoi mio volto tingere.
14.1Se in queste valli ov'io mi trovo, sorgiono
14.2limpidi fonti che ne i prati spargino,
14.3memoria di quel sito al cor mi porgiono.
15.1Quivi è un gran fiume: ov'è, nel suo bello argino,
15.2serto di pioppe, che lì par che ridano,
15.3a l'ombra stommi di l'ombroso margino.
16.1El fiume che discorre ha nome Eridano:
16.2nasce di picol fonte al monte Vexulo
16.3e scorre ove sei foce in mar se annidano.
17.1Una isoletta che è chiamata el Mexulo
17.2fa il fiume e il mar, de pastor riceptaculo:
17.3qui vien ciascun che al suo nido è facto exulo.
18.1E qui mi sto, benché con molto obstaculo,
18.2ché maghe e strie in queste parti abondano;
18.3ma un gran pastore è il mio sustegno e baculo.
19.1Spesso gli ucei tra le fronde s'ascondeno,
19.2quando, per te piangendo, io mi ramarico,
19.3e talor con suo' canti mi rispondeno.
20.1Quante volte, d'affanni afflicto e carico,
20.2mi circondan le ninfe e mi confortano!
20.3Ma ogni dolce parlar mi è abscinzio e agarico.
21.1Talor de varii fior ghirlande portano,
21.2talor ballando intorno mi si agirano,
21.3talor seco a cantar tutte me exortano:
22.1non gli rispondo, e lor pietose mirano
22.2el volto mio, del cor segno infallibile,
22.3e che Amor tanto in me possa se admirano.
23.1S'io cerco qualche loco inaccessibile
23.2per meglio a te pensar, fuor d'ogni populo,
23.3appena (oh dicto, oh dolor mio incredibile!)
24.1che in quello instante che col cor mi copulo
24.2teco, Florida mia, chiamanmi subito;
24.3unde convien che in mar cerchi d'un scopulo.
25.1Quante volte al mio stato penso, e dubito,
25.2per esser sola d'ogni altra bellissima,
25.3che un gran pastor cerchi d'aver tuo acubito!
26.1Io penso puoi che tu sei fidelissima
26.2e che Amor per me ancor tuo pecto stimoli:
26.3che chi è amato ama, è conclusion verissima.
27.1Ma se cusì non fusse, e che tu simoli,
27.2fà che in risposta de la rozza epistola
27.3commandi che a Pluton me stesso io imoli.
28.1Gli occhi mei non avran sì presto vistola
28.2como io abandonarò le selve e i pascoli,
28.3i canti e il suon de la mia dolce fistola;
29.1lasciarò le capelle e gli edi mascoli,
29.2pecore andar disperse, e vasi frangere
29.3ove io le mongo, e i can di lacte pascoli.
30.1Testimonio, vui, selve, del mio piangere
30.2rendrete a quella, se advien pur ch'io termini,
30.3ch'io non voglio alcun cibo o fiume tangere.
31.1Cusì le cener del mio corpo extermini
31.2qual Furia è più crudel, se mai desidero
31.3altra amante, e vui odeti, arbori e germini:
32.1qual più crudel influxo ha stella o sidero,
32.2sopra me cada alor che da te, Florida,
32.3me aretro, e che d'amar altra considero.
33.1Ma tu perché dovresti esser tanto orrida
33.2che senza colpa mi dovesti strugere?
33.3Tu m'ardi più che il sol la zona torrida.
34.1Tu sciai ben ch'io non volsi da te fugere:
34.2al mio partir tu mi vedesti exanime,
34.3e sopra el pecto tuo tacendo lugere.
35.1Quando tu al fin, con parole magnanime
35.2mi confortasti, — Ovunque sian — dicendomi
35.3— i corpi nostri, insieme ognor fian l'anime —,
36.1nel gremio tuo semivivo tenendomi,
36.2mentre i mie' spirti fuor di me vagavano,
36.3del fonte il volto con tua man spergendomi,
37.1le tue parole el cor lasso piagavano
37.2e puoi, veggendo lacrime discorrere
37.3da gli occhi tuoi, ogni dubio scacciavano.
38.1Ma se non vòi vedermi a morte correre
38.2stà ferma nel mio amor, a casa aspectami:
38.3tu sola sei che ancor m'avrà a soccorrere.
39.1Và al mio boschetto, e la capanna nettami
39.2e guarda ben che non avesti a movere
39.3quel che gli è scripto, che fin qua dilettami:
40.1e guarda dentro da quella arsa rovere,
40.2e gli vedrai lo epigramma mortifero
40.3che Amor mi fe' dal cor per gli occhi piovere:
41.1— Qui giace el corpo, e l'alma ha in man Lucifero,
41.2di Fauno, facto per Florida in cenere:
41.3per mia pena e suo onor la causa inzifero. —
42.1Questo gli scripsi in su cortici tenere:
42.2non lo guastar, se 'l trovi in quel tugurio
42.3ove ogni nostro amor già scripsi in genere.
43.1Perdonami se forsi lì te ingiurio,
43.2ché 'l mio pensier non era in tutto eronio,
43.3e, certo el mi fu dato in fermo augurio,
44.1ché s'io pur torno, e non ti pari idonio,
44.2e como fusti già ver me t'infrigidi,
44.3me aprirò el pecto e al cor vedrai el tuo conio;
45.1e questi membri lacerati e frigidi
45.2avran di tua man sola e morte e funera,
45.3coperti in questi sterpi e sassi rigidi.
46.1L'anima non vorà de exequie munera,
46.2e se verbena mai di quella pullula,
46.3schiantata cridarà: — Cusì remunera
47.1Florida un servo che sì piange e ullula! —
47.2E serai facta tra gli amanti fabula,
47.3pegior augurio el tuo che canto d'ullula.
48.1Scripto serà su adamantina tabula
48.2a le porte di Cerbero tricipite
48.3el strazio mio, che sì tua mente pabula,
49.1ed io in abisso n'anderò precipite.
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