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1.1Aminta, un pastor saggio, a questi giorni
1.2mi diè consiglio sotto una elze antica,
1.3che ove dimagra il gregge, mai non torni.
2.1L'erba che li fu già tanto inimica,
2.2benché sia svelta, o Dafne, ha sparto un seme,
2.3che pastor mai non fia che lo eradica.
3.1Andaria prima in India o in parti extreme,
3.2che mai tornassi più in quei vostri paschi,
3.3tanto il passato danno ancor mi preme:
4.1ché, s'egli advien che ogni granel rinaschi
4.2simile a lei, per le sue tante spine
4.3di fame converrà che 'l gregge caschi.
5.1Le rotte rete e le mandre in ruine,
5.2i morti cani e le squarzate tende,
5.3ogni pastor con rabuffato crine
6.1bon testimonio de la vita rende
6.2che si mena fra vui, e la cagione,
6.3benché da pochi, pur da vui se intende.
7.1Titir vostro, che già vinse un leone,
7.2tanto invaghì d'una iuvenca infecta,
7.3che a i corni gli facea de fior corone;
8.1per lei lasciò la clava e la saetta
8.2e gli vestì talor la pèl nemea;
8.3ma fugli che ne fe' presto vendetta.
9.1Per ben pascerla lei, più non rendea
9.2decime a' templi, e i suoi famigli e cani,
9.3como era usato, ben non li pascea;
10.1non seminavon più i bifolci grani,
10.2ché lei se li mangiava, e i suoi terreni
10.3si férno inculti, e i suoi greggi mal sani.
11.1Alor ch'io vidi i vostri campi pieni
11.2de aride spine, presi per partito
11.3lasciarli, ché a mie greggi eron veneni.
12.1Io ho da l'ora in qua un pastor servito,
12.2e servo tutta via, che ha sì bon prati,
12.3che a mezo il verno alcun gli ne è fiorito.
13.1Io non ho i liti tuoi, Dafne, lasciati,
13.2perché Titir non abbia in summo onore
13.3e che gli altri pastor non me sian grati;
14.1e tanto ancor mi stringe a lui l'amore,
14.2che de la persa vacca, a ognun dannosa,
14.3dolendo a lui, anch'io dolore:
15.1pur tanto gli la vidi già ritrosa,
15.2che più a lui non rendea lacte né prole
15.3e stava ne le selve spesso ascosa.
16.1Ma se como tu di', tanto gli dòle,
16.2dogliansi seco tutti, e a suo conforto
16.3spediam gli agnelli, e non pur le parole.
17.1Tu che sei lì, digli ch'el piange a torto,
17.2ché l'arbor steril, che non fa più fructo,
17.3extirpar se dovria dentro da ogni orto;
18.1e como sol per lei serà riducto
18.2un pastor solitario, inculto e vile
18.3e che avria perso un dì il suo gregge tutto;
19.1e che l'attendi ora a purgar l'ovile,
19.2fare i vasi, lavar, mendar le reti
19.3e tornar, como fu, saggio e virile;
20.1ch'el semini a tempo e a tempo mieti,
20.2tonda le agnelle e ben chiuda le stalle
20.3di cerri o querce, inanti che de abeti.
21.1Aloghi a buon pastor quella sua valle
21.2e tenga boni cani, e non se fidi
21.3d'ognun, ché più d'un lupo gli è a le spalle.
22.1Digli tu questo, e che festeggi e ridi,
22.2e la sua bella prole a virtù spingi,
22.3mandandoli a cercar diversi nidi.
23.1El par che l'om le man mai non si tingi
23.2a fare i facti suoi (proverbio è usato):
23.3mongia le capre e il suo linteo se cingi;
24.1non si sdegni portar la borsa a lato,
24.2dove il sal se ripone per gli armenti,
24.3e scorticar l'agnello ancor non nato.
25.1E como fan gli altri pastor prudenti,
25.2prevegia a segni, a stelle il tempo inanti,
25.3freddo, caldo, tempeste, pioggie e venti.
26.1Vivi puoi lieto, e al modo usato canti;
26.2a caccia il dì, la sera a' bagni in frotta;
26.3puoi dica officii a' suo' devoti sancti.
27.1Io fra tanto starò ne la mia grotta,
27.2el verno el vòl, suonando la zampogna,
27.3perché la lira già bon tempo è rotta.
28.1El tuo exortarmi al canto non bisogna,
28.2ché a quel che mostra el tuo verso moderno,
28.3Corridone oggi mi faria vergogna.
29.1Ogni altra cosa vilipendo e sperno
29.2che starmi adesso a un mio tugurio solo,
29.3legendo de pastori alcun quaderno:
30.1el corpo poso, el pensier levo a volo;
30.2talora invidio a quei preteriti anni,
30.3e quella prisca età celebro e colo.
31.1Tesso canestri e di mia man fo scanni,
31.2scorze apparecchio per poterti scrivere
31.3talor, se accade, i mie' amorosi affanni.
32.1Ma le creppie di fieno ormai son livere,
32.2ch'io sento ruminar: vadole a impire.
32.3Tu attendi a lieto e virtüoso vivere.
33.1Qui faccio fine, e più dil tuo venire
33.2non ti ricerco, ché sciai quanto el bramo:
33.3quella noverca tua cerca fugire;
34.1a me ritorna, che più d'altri t'amo.
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