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1.1Stagione aprica, natural tesauro
1.2che la gran matre gravida apresenti,
1.3al mondo e a gli animal dolce ristauro,
2.1iubilon teco tutti gli elementi
2.2e Zefiro lascivo or va tra ' fiori,
2.3scacciando Borea e i contumaci venti;
3.1le vesti adorna de varii colori
3.2Flora a la matre, e par che con misura
3.3ciascun rifragri in lei süavi odori.
4.1La terra oggi si mostra una pictura,
4.2corrono i fiumi a liquidi cristalli
4.3e l'erbe a rinfrescar ciascun pon cura.
5.1E ruscelletti con qualche intervalli
5.2s'aprono e serran murmurando insieme,
5.3bagnando i fior bianchi, vermigli e gialli.
6.1Progne ritorna da le parti extreme
6.2a le case fideli ove s'annida,
6.3e Filomena, lei vedendo, geme.
7.1Ogni animal pudico or muge e grida
7.2drieto a l'amata sua, tal forza ha Amore,
7.3e ogni cosa animata in lui si fida;
8.1le piante adesso mostrano el vigore,
8.2e ogni arbor il suo innesto abraccia e stringe,
8.3e suda e sparge il suo fecundo umore;
9.1Febo di bel color le guanze tinge
9.2di novo a Europa, che di vaghi inserti
9.3ancor le corna al suo bel tauro cinge.
10.1Le fere oggi ne gli orridi deserti
10.2placide stansi, inamorate e mite
10.3e i satiri ne van nudi e scoperti;
11.1le vipere e murene sono unite:
11.2per amor quelle lasciano il veneno,
11.3quell'altre l'acque, ove si son nutrite;
12.1ogni bosco de ucelli e canti è pieno,
12.2ché a gli animal non sol che stanno in terra,
12.3ma in aria ancora, Amor riscalda il seno.
13.1Ogni pastor le stalle ormai disserra
13.2e i greggi stan pei prati, ove si vede
13.3fra gli arieti aspra e amorosa guerra:
14.1il victo al vincitor sdegnoso cede,
14.2fugge e puoi volta, e con le basse corna
14.3rugendo raspa, e a la battaglia riede;
15.1el vincitor a racociarlo torna,
15.2e se tra lor pastor contesa nasce,
15.3chi perde a quel che vince i corni adorna.
16.1Puoi de gli armenti qual rumina o pasce,
16.2qual posa e giace in solitaria parte,
16.3e l'erba tronca a lor fiutar rinasce.
17.1A questo tempo i cavaller di Marte
17.2rivegon l'arme, lancie, foggie e bande
17.3e da lor l'ozio in tutto se diparte;
18.1e se in fiamme amorose alcun forsi arde,
18.2a la battaglia a tutti è sempre inanti,
18.3ché per amor si fan prove gagliarde.
19.1Per te, lieta stagione, i naviganti
19.2sulcare ardiscon le maritime onde,
19.3né temon più de le sirene i canti;
20.1per te le cose a ognun vengon seconde,
20.2e in te, lieta stagione, Ecco dolente
20.3a' suoni e a' canti e a ogni chiamar risponde.
21.1Al casto amante per tuo amor consente
21.2pudica cervia, e il fidele elefante
21.3la moglie applaude con l'eburneo dente.
22.1Tra le cose animate tutte quante,
22.2e inanimate ancor, regna la pace,
22.3e fra i pianeti e fra le stelle errante;
23.1per tanto amor l'agricultore è audace
23.2dissotterrar la vite e tòrgli i rami,
23.3assicurato dal verno rapace.
24.1Le api pel cibo n'escon fuor de' sami,
24.2e intorno a' fior tanto soggiornon liete,
24.3che con suoni il patron convien le chiami.
25.1Se per caldo talor la terra ha sete,
25.2l'aer pacato tal rugiada piove,
25.3ch'ogni fior ride e l'erbe stan quïete;
26.1l'aura suave murmurando move
26.2le novellette frondi, e nulla piega
26.3il tronco o ramo, anzi spirando il fove.
27.1La pastorella su le scorze lega
27.2rose e ligustri, e il pastor, che la brama,
27.3la sua dilecta dolente prega.
28.1Ogni ucellin con qualche verso chiama
28.2in questo tempo la sua dolce amica,
28.3ed ha ciascun qualche amorosa trama.
29.1A la sua dolce ed utile fatica
29.2il contadino adesso s'apparecchia,
29.3che la famiglia con sudor nutrica.
30.1Or, baiulando l'una e l'altra secchia,
30.2la villanella cerca il chiaro fonte
30.3e in quel si lava e lì tutta si specchia;
31.1e tutte l'altre a' loro officii prompte,
31.2qual zappa e sterpa, e quale a capre attende,
31.3alor che pascon pendole sul monte.
32.1Non stanno i pecorar più sotto tende,
32.2ma sotto l'ombre con fistole e corni,
32.3l'uno a suonar, l'altro a cantar contende;
33.1per le selve oggi fan dolci soggiorni
33.2i caprioletti e' donnellin vezzosi,
33.3con preste fughe e veloci ritorni:
34.1talor di qualche vana vista ombrosi,
34.2l'un va a la buca e l'altro fuora n'esce,
34.3puoi in un momento son tutti nascosi.
35.1A vista d'occhio oggi ogni cosa cresce,
35.2l'erbe e le piante e ogni ucellin s'accorge
35.3che al suo desio l'affaticar rïesce.
36.1Al puro argento ciascun fonte sorge
36.2e quel che 'l verno avea giacciato e presso,
36.3a larga mano primavera porge.
37.1A tante grazie ripensando spesso,
37.2pel commun ben mi alegro; e puoi, s'io guardo
37.3al stato mio, miserrimo il confesso:
38.1tanti anni son che l'amoroso dardo
38.2mi passò il pecto e mai non si ralenta,
38.3che ogni rimedio a me credo ormai tardo.
39.1Ogni animale, ogni ucel si contenta
39.2oggi d'amore, e il mostran con lor versi:
39.3mia lingua è ognor più a lamentarsi intenta.
40.1Dentro a limpidi fiumi chiari e tersi
40.2notano i pesci: io in lacrime m'affoco
40.3da l'ora e 'l dì che la speranza persi.
41.1Fannosi inviti a l'amoroso gioco
41.2con speranza di prole a ognun dilecta:
41.3io per non generar, la morte invoco;
42.1ché fructo bono vanamente aspecta
42.2chi dà a la terra lo infelice loglio:
42.3ché bon gran non può far semente infecta.
43.1Ogni cosa se alegra, ed io mi doglio;
43.2e per le certe tue promesse spera
43.3ciascun de rivestirsi, io mi dispoglio;
44.1il rinverdirsi è la speranza vera:
44.2io che pallido sono, e macro e secco,
44.3in dolor fermo, ho la mia vesta nera.
45.1Per selve e boschi ognor vo cercando Ecco,
45.2o il fido ucel che par che mai non bagni,
45.3morto il consorte, in acque chiare il becco:
46.1ché essendo Amor disposto ch'io mi lagni
46.2e ogni dì nove cause a cause agionga,
46.3almanco trovi al mio doler compagni.
47.1Non può far che talor non si componga
47.2a le molte querele un fier tiranno,
47.3ché uno umil prego l'ira non prolonga:
48.1io non a corso d'ore o a circul de anno,
48.2ma a lustri ho già pregato e in prece sono,
48.3ma impetrar grazia i preghi mei non scianno.
49.1Però, stagione, a te chiedo perdono:
49.2odio né invidia non mi move; io piango
49.3solo i mie' casi e meco li ragiono.
50.1Su questi sassi le mie membra frango,
50.2e ogni ucel penne e ogni arbor nove foglie
50.3rimette adesso: io al solito rimango.
51.1L'uno amante con l'altro si raccoglie
51.2a l'ombre e a i fonti, a cantar con lor cetre:
51.3io in antri oscuri piango le mie doglie;
52.1i mie' compagni son le fredde pietre
52.2e quei suspir che a mio poter restringo
52.3per men vergogna in le caverne tetre;
53.1col fiato acceso il mio tugurio tingo
53.2e su la tincta puoi col dito scrivo
53.3o la inimica mia figuro e pingo.
54.1Dòlmi ben che di te, stagion, sia privo,
54.2che como gli altri te goder non possa,
54.3anzi debba dolermi ch'io sia vivo.
55.1Ogni natura ultimamente è mossa:
55.2fino a li exangui insecti vanno a volo,
55.3e io m'apparecchio a la perpetua fossa.
56.1Io credo ben tra' miseri esser solo,
56.2privo de la speranza a tempo tale
56.3che ride il cel da l'uno a l'altro polo;
57.1e quel che fa incurabile il mio male,
57.2è che ogni aiuto e ogni consiglio sperno
57.3e che la febre mia non è mortale.
58.1Và a gli altri, primavera, e il freddo verno
58.2resti a me dunque, puoi che cusì vòle
58.3chi si è disposto che 'l mio mal sia eterno:
59.1in questa parte più non splendi il sole,
59.2né aiuti a propagar più seme al mondo,
59.3puoi che non sono udite mie parole;
60.1lieto, propizio e a ogni voler secondo
60.2di ciascun animale il cel si presti,
60.3in aria e in terra e al centro più profondo.
61.1E se in angul dil cel son nembi infesti,
61.2caggian su questa tomba, e ogni disgrazia
61.3sopra Cingul pastore infausto resti,
62.1che Amor sia stracco e la Fortuna sazia.
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