about
people
how to cite
dataset
versions
json schema
resources
browse
search
authors
books
1.1Puoi che la nave mia, lasciando el porto,
1.2al vento de' suspir le vele spiega
1.3senza aiuto, speranza o alcun conforto,
2.1e di sua man Fortuna la dislega
2.2dal lito, e il ferro leva e via la spinge,
2.3né per preghi d'Amor vèr me si piega,
3.1e timore e dolor ciascun depinge
3.2el viso mio di quel che sente el core,
3.3che le più volte contra lui non finge;
4.1forzato son l'intrinsico mio ardore
4.2sfocar con voci amaricate e meste,
4.3ché il dolersi talor scema el dolore,
5.1e far che le mie doglie manifeste
5.2al mondo siano, a fere, a sterpi, a sassi,
5.3e como il cor del corpo se disveste:
6.1questo cor dico, el qual con pensier lassi
6.2per pegno do di fede, e per sua vita,
6.3a questa dea cui censo altro non dassi.
7.1O sopra ogni altra a me crudel partita,
7.2puoi che insieme col cor mio lascio quella
7.3con chi m'avea già Amor l'anima unita!
8.1O sorte, o fato, o mia infelice stella,
8.2perché in molti anni farmi ricco tanto,
8.3per tuormi puoi in un dì cosa sì bella?
9.1Chi darà a gli occhi mei condegno pianto,
9.2a la bocca suspir, voce e parole,
9.3che 'l mio iusto dolor ti scopri alquanto?
10.1Pietà dil caso mio dimostra el sole,
10.2che, como vedi, tutto si scolora,
10.3e perché amò ancor lui, di me li dòle;
11.1l'erba, che a questi dì lieta se infiora,
11.2le frondi a terra tien, né verde ride;
11.3gli arbor i fructi lor non mandan fuora;
12.1i garuli ucellin, con dolce stride,
12.2como vòl la stagion, non vanno insieme:
12.3credo che oggi ogni amante il cel divide.
13.1Ognun como io d'amor suspira e geme:
13.2non scio se è la stagione, o s'io son solo
13.3che sia conducto a queste pene extreme;
14.1ma per compagni aver non mi consolo,
14.2anzi il lor danno col mio insieme piango,
14.3ché chi ama, il male altrui gli accresce dòlo.
15.1Con lacrime e suspir parole frango,
15.2ch'io intendo e non scio dir che causa el male;
15.3pur senza core e exanime rimango.
16.1Caro mi costò ben quel primo strale
16.2che Amor già saettò, di foco acceso;
16.3di sua mano impennato e sue proprie ale;
17.1ché già per sua cagion due volte ho inteso
17.2quanto un partir da cosa amata affligge,
17.3se Amore aiusta con le spalle il peso.
18.1Dolce fu già a seguir le tue vestiggie,
18.2ma quando senza te per quelle venni,
18.3duro fu più che a navicar per Stiggie.
19.1Per quelle un'altra volta el camin tenni,
19.2sì lieto andando per l'usata pista
19.3che 'l si cognobbe a le parole e a i cenni:
20.1ove io mi ricordai d'averti vista,
20.2lì mi fermai, lì sopra il mur ti scrissi,
20.3chiaro como argumento di soffista.
21.1Salendo il monte, — Qui la vidi — dissi,
21.2— qui mi parlò, qui rise, e il passo tenne,
21.3qui sopra ogni altro amante lieto vissi;
22.1qui, como avesse avute a gli umer penne,
22.2agile e dextra si giettò sul monte;
22.3qui pur finger de irato mi convenne,
23.1quando umil, con parole e ragion prompte
23.2li mostrai il suo pericul manifesto,
23.3che nubi sparse nel seren suo fronte;
24.1qui con acto ligiadro e modo onesto
24.2la bella man per non cader mi porse:
24.3qui fui già lieto — dissi — e or son mesto.
25.1Qui mi ricordo che i begli occhi torse
25.2nel viso a me, che mi passorno il pecto,
25.3e a le guanze rubor per l'acto corse;
26.1quivi, al descender di questo pogetto,
26.2mover li viddi anelando due rose,
26.3che la vista e l'odor mi dèn dilecto.
27.1Sopra quel sasso, stracca, il corpo pose,
27.2lasciata la sua patria, a lei più greve
27.3che 'l camino, e oscurar qui vidi il sole,
28.1e in un momento una giacciata neve
28.2ci coprì tutti, insino a un vile albergo. —
28.3Se 'l cel ne pianse, un che ami or che far deve?
29.1Ma lasso, che fo io, che indarno vergo
29.2carte di quel che alor tanto mi piacque
29.3e 'l presente dolor mi pono a tergo?
30.1Ché quante volte già se ne compiacque
30.2la memoria a pensarli, sempre el fine
30.3gli occhi submerse in lacrimabili acque.
31.1Questo a persare è como in folte spine
31.2una rosa cercar con man la nocte,
31.3alor che 'l verno ha più giacciate brine.
32.1Andiam pur, suspir mei, per quante grotte
32.2copron quei monti, gridando tra scogli,
32.3puoi che nostre catene ormai son rotte,
33.1dolendosi d'Amor, che ci disciogli
33.2da cusì dolce nodo e libro rendi
33.3chi de la libertà vòl che si dogli.
34.1Tu, benché altro dimostri, io scio che intendi
34.2che sia far libro e tenir la mercede,
34.3e se l'è bene o mal, scio che 'l comprendi.
35.1Il cor ti lascio, e io porto la tua fede,
35.2bon pegno a me, se pur la estimarai,
35.3ché un solito a dir ver, sempre assai crede.
36.1Tu, cor mio, adunque, seco restarai;
36.2anima sciolta, e tu n'andrai errando:
36.3Dio scia se insieme giongereti mai.
37.1Ma a te, madonna mia, prego ben, quando
37.2per caso alcun di me pur ti sovegni,
37.3getti un suspiro e dichi: — A te lo mando! —;
38.1e in questo mio partir, che tu ti degni
38.2che la tua mano con la mia s'annodi,
38.3e d'altra mai toccar sempre se astegni;
39.1e perché al conversare, in mille modi,
39.2non volendo, un magior se offende spesso,
39.3di penitenzia o grazia fà ch'io godi.
40.1Non servai modo teco, io te 'l confesso,
40.2a la mia fede Amor tanto ardir gionse
40.3quel dì che 'l cor te dimostrai me stesso;
41.1ma la ragion già mai non si disgionse
41.2dal fren de l'appetito, e spesso vinse;
41.3ma con più forza Amore alor me 'l ponse
42.1e tanto inanti alcuna volta el spinse,
42.2che in fronte il mio voler vedesti scripto;
42.3ma d'un altro color vergogna el tinse.
43.1Non è però che lei non abbia dicto
43.2quel che d'avere inteso tu mi neghi,
43.3se non con lingua, almen con volto afflicto:
44.1sì che, se al mio soccorso non ti pieghi
44.2io non, ma cruda alcun te dirà forsi,
44.3se a aiutare un che mòre aspecti preghi.
45.1Pur se col tempo i tardi tuoi rimorsi
45.2te affligeranno del mio longo strazio,
45.3fra te dicendo: — Errai ch'io no 'l soccorsi —,
46.1lascia un suspiro alor, che in breve spazio
46.2mi trovarà dov'io sepolto viva,
46.3Gallia, Germania stracorrendo, e il Lazio.
47.1Alor non aspectar ch'io te rescriva,
47.2ma, inteso il tuo voler, sendo defuncto,
47.3l'alma ritornaria, dil corpo priva.
48.1Ma tempo è ormai che a far con l'ora cuncto
48.2ritorni, ché 'l partir tanto s'affretta,
48.3ch'io posso dir ch'io sia a la morte giunto.
49.1Dui cori in un diamante e una verghetta,
49.2oltra a molti altri tuoi cortesi doni,
49.3porto, e al mio collo una catena stretta:
50.1puoi che in sì dura pietra ambi i cor poni,
50.2ferma con loro ancor tua casta voglia,
50.3che per grado d'alcun non mi abandoni:
51.1che, se 'l nodo iugal gode la spoglia,
51.2la voluntà del libro arbitrio sciolto
51.3goda io, che morte ancor non me la toglia.
52.1Dal dì che Amor mi stampò in cor tuo volto,
52.2io te 'l donai, se ben no 'l dissi alora,
52.3né mai dappoi ti fu né ancor fia tolto.
53.1Teco non posso ormai più far dimora:
53.2a questo dire adio mancano i sensi,
53.3la lingua cade e il volto si scolora.
54.1Resta che, s'altro vòi da me, tu pensi
54.2e presto el dichi, perché il tempo vola,
54.3accioché inutilmente no 'l dispensi.
55.1A dirti non ho io già una cosa sola,
55.2ma molte, e quante io ne potessi dirti,
55.3eccole dicte qui in una parola;
56.1io nacqui e vivo sol per ubidirti.
Supported by the Czech Science Foundation (GA23-07727S)