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1.1La graziosa e bella mia Pomena,
1.2fuggente l'acque frigide peligne,
1.3da lor si scuda e dal pian che le mena;
2.1e con gli effetti suoi lega e ristrigne
2.2le furibonde corna di Lieo,
2.3se forse oltre dovere in fuor le pigne,
3.1lieta porgendo ciò che di Pelleo
3.2la moglie regge alla sete vegnente,
3.3sì ch'appetito giusto non fa reo.
4.1Dal costei viso ciascuna dolente
4.2lonza che tira il carro di colui
4.3presta si fugge e trista nella mente;
5.1e simil fauno i serpenti da cui
5.2tirato è quel di Cerere, la quale
5.3umile vien, come piace ad altrui.
6.1Quinci si fugge quella che del male
6.2del padre nacque nell'onde salate,
6.3ristando sol nel toro geniale.
7.1Minerva le sue fila, compilate
7.2con artificio ad uso non villano
7.3come le piace, le presta ordinate.
8.1Il modo abominevole e istrano
8.2del viver simigliante a Palemone
8.3di costei nel cospetto è nullo e vano.
9.1Ristrigne e dà quanto vuolsi il sermone;
9.2e 'l passo lungo o corto altrui disegna
9.3secondo i tempi o movente cagione.
10.1La 'mprese furibonde vieta e sdegna,
10.2disponendo a' pensier gli atti futuri
10.3dentro alle savie menti ov'ella regna.
11.1I pensati consigli dà maturi
11.2agli occhi ben disposti, aperti e chiari,
11.3e a' contrarii, ruvidi e oscuri;
12.1e ove spander vuolsi, non ha cari
12.2i suoi tesor, ma con degna misura
12.3li spande, aprendo gli avuti ripari.
13.1E com'io dissi, già alla cultura
13.2degli orti suoi sollecita si muove,
13.3non obliando la debita cura,
14.1col cuore amando sempre il sommo Giove.
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