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1.1Febo salito già a mezzo il cielo
1.2con più dritto occhio ne mira e raccorta
1.3l'ombre de' corpi che gli si fan velo;
2.1e Zeffiro soave ne conforta
2.2di lui fuggire e l'ombre seguitare
2.3fin che da lui men calda ne sia pórta
3.1la luce sua, che nell'umido mare
3.2ora si pasce, e in terra pigliando
3.3il cibo quale a sua deità pare.
4.1E ogni fiera ascosa, ruminando
4.2quel c'ha pasciuto nel giovane sole,
4.3tien le caverne, lui vecchio aspettando.
5.1Fra l'erbe si nascondon le viole
5.2per lo venuto caldo, e gli altri fiori
5.3mostran, bassati, quanto lor ne dole.
6.1Nessun pastore è or rimaso fori
6.2ne' campi aperti con le sue capelle,
6.3ma sotto l'ombre mitigan gli ardori.
7.1Taccion le selve e tace ciò che in quelle
7.2suol far romore; e ciò che fu palese
7.3al basso Febo, or è nascoso in elle.
8.1Le reti ora parventi son distese,
8.2e gli archi, per lo caldo risoluti,
8.3porger non possono or le gravi offese.
9.1Né son sì forti aguale i ferri aguti
9.2delli volanti stral' fatti ferventi
9.3da' caldi raggi allor sopravenuti.
10.1E ciascheduna cosa i blandimenti
10.2ora dell'ombre cerca; ma tu sola,
10.3Lia, trascorri per l'aure cocenti;
11.1e, trascorrendo, alli occhi miei s'imbola
11.2la vista della tua chiara bellezza,
11.3che sol di sé ognor più mi dà gola.
12.1Deh, lascia omai delli monti l'altezza,
12.2non infestar le selve e te con loro:
12.3vieni al riposo della tua lassezza.
13.1Discendi a questi campi con quel coro
13.2piacevole che, teco in compagnia,
13.3suol sempre far grazioso dimoro.
14.1Vedi qui l'acque, vedi qui l'ombria
14.2e' campi erbosi sanza alcun difetto
14.3fuor solamente che tu in essi sia.
15.1Adunque vieni; e l'usato diletto
15.2prendi come tu suoli, e gli occhi miei
15.3lieti rifà col tuo giocondo aspetto.
16.1Perdona a' tuoi affanni, a' qua' vorrei
16.2più tosto esser compagno che salire
16.3a far maggiore il numero de' dèi.
17.1Perdona all'arco e a' can, che seguire
17.2più non ti possono, e omai discendi
17.3a questi prati, o caro mio disire.
18.1Qui dilettevoli ore a trar contendi,
18.2e 'l dilicato corpo, all'ombre grate
18.3lieta posando, sopra l'erbe stendi.
19.1Qui, come suol', cantando, altre fiate,
19.2ne vieni omai: perché dimori tanto
19.3di render te all'ombre disiate?
20.1Le tue bellezze, degne d'ogni canto,
20.2non possono esser tocche col mio metro
20.3non degno a ciò; ma pur dirònne alquanto.
21.1Tu se' lucente e chiara più che 'l vetro,
21.2e assa' dolce più ch'uva matura
21.3nel cor ti sento, ov'io sempre t'impetro;
22.1e sì come la palma inver l'altura
22.2si stende, così tu, vie più vezzosa
22.3che 'l giovinetto agnel nella pastura;
23.1e se' più cara assai e graziosa
23.2che le fredde acque a' corpi faticati
23.3o che le fiamme a' freddi o ch'altra cosa;
24.1e' tuo' cape' più volte ho simigliati
24.2di Cerere alle paglie secche e bionde,
24.3dintorno crespi, al tuo capo legati;
25.1e le tue parti ciascuna risponde
25.2sì bene al tutto, e 'l tutto alle tue parti,
25.3se non m'inganna quel che si nasconde,
26.1che per sommo disio sempre ammirarti
26.2di grazia chiederei al sommo Giove
26.3di star, sol ch'io non credessi noiarti.
27.1Dunque, se quella dea ti guida e move,
27.2di cui tu già cantasti, vieni omai:
27.3non è quest'ora a te essere altrove.
28.1Fa salve le bellezze che tu hai,
28.2che dal calor diurno offese sono
28.3ogni ora più che tu più isterai.
29.1Vienne: io serbo a te giocondo dono,
29.2ché io ho colti fiori in abondanza,
29.3agli occhi bei, d'odor soave e buono.
30.1E, sì come suole esser mia usanza,
30.2le ciriege ti serbo; e già per poco
30.3non si riscaldan per la tua stanza.
31.1Con queste bianche e rosse come foco
31.2ti serbo gelse, mandorle e susine,
31.3fravole e bozzacchioni in questo loco,
32.1belle peruzze e fichi sanza fine,
32.2e di tortole ho preso una nidata,
32.3le più belle del mondo, piccoline,
33.1con le qua' tu potrai longa fiata
33.2prender sollazzo; e ho due leprettini,
33.3pur testé tolti alla madre piagata
34.1dall'arco mio; e son sì monnosini
34.2che meritâr perdon, veggendoli io.
34.3E ho con lor tre cerbi piccolini
35.1che, nelle reti entrati, con disio
35.2per te li presi; e ho molte altre cose,
35.3le qua' ti serbo, donna del cor mio,
36.1pur che tu scenda tosto alle pietose
36.2ombre, lasciando le selve, alle quali
36.3non ti falla il tornar, quando noiose
37.1non fien le fiamme a seguir gli animali.
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