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1.1Cefiso con le sue piacevoli onde
1.2disteso in dritta e quando in torta via
1.3per la terra d'Aonia ch'egli infonde,
2.1come Liriopè, la madre mia,
2.2co' suoi ravvolgimenti vinse e prese
2.3con disusata e nuova maestria,
3.1e sì per lei di Venere s'accese
3.2che, toltale la sua virginitate,
3.3non valendole prieghi né difese,
4.1me ingenerò, la qual tante fiate,
4.2quant'io veggo onde, tante son costretta
4.3del mio padre onorar la deitate;
5.1avvegna che ciò far molto diletta
5.2a me perciò che 'n esse riguardando,
5.3mi rendon la mia forma leggiadretta.
6.1La qual come sia bella in me pensando,
6.2di verdi erbette, di rami e di fiori
6.3adorno lei, d'ogni labe purgando.
7.1Sopr'esse prendo più lunghi dimori
7.2che 'n altra parte e, ninfa più felice,
7.3sento le grazie de' suoi primi amori
8.1che 'l mio fratel non fe'; di cui si dice
8.2che, bellissimo e crudo cacciatore,
8.3sanza aver di pietà nulla radice,
9.1di tutte rifiutando il caro amore,
9.2fin che sé vide in quelle ov'io mi miro,
9.3sé per sé consumando con dolore,
10.1in fior si convertì; il qual con diro
10.2occhio riguardo per pietà sovente
10.3e sanza pro di lui fra me sospiro.
11.1Né è sopra di me tanto possente
11.2la voce ch'al suo ben forse nemica
11.3gli fu per la follia della sua mente.
12.1E sì come a lui lieta fatica
12.2fu per le selve i timidi animali
12.3seguir, secondo la memoria antica,
13.1così a me; ma fine disiguali
13.2a ciò costrigne e move i nostri cani,
13.3le reti e l'arco e i volanti strali.
14.1Per fuggire ozio visito i silvani
14.2iddii e col mio coro mi balestro
14.3in luoghi ta' ch'a lui furono strani;
15.1e ciò che 'n el fu rigido e silvestro,
15.2cioè amore e 'l piacere ad altrui,
15.3questo m'è caro e più che altro destro.
16.1Chiunque fia per sua virtù colui
16.2che degnerà al mio bel viso aprire
16.3gli occhi del core e ritenermi in lui,
17.1io gli farò quel diletto sentire
17.2che più suol essere agli amanti caro
17.3dopo l'acceso e suo forte disire.
18.1Né per me sentirà mai nullo amaro
18.2tempo chi con saver la mia bellezza
18.3seguiterà, come già seguitaro
19.1color li qua', dopo lunga lassezza,
19.2lieti posai appresso i loro effetti
19.3nel ben felice della somma altezza.
20.1Cotali affanni e sì fatti diletti
20.2dal padre trassi; e dalla madre tegno
20.3i miei giocondi e graziosi aspetti.
21.1E la mia arte col sottile ingegno
21.2mi dier per nome Lia; e questo loco,
21.3al mio piacere assai più ch'altro degno,
22.1io signoreggio, accesa di quel foco
22.2del qual tutto arde il monte Citerea,
22.3e quel mi move a far festa con gioco
23.1e a servire all'amorosa dèa.
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