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1.1O Signor mio, i' sol ti vo' pregare
1.2nella grand'ira tua non mi riprendi;
1.3se corregger mi vuoi, non indugiare
1.4e nel giudicio tuo piatà ti prendi;
1.5le tue saette che mi fan gridare,
1.6che fitte sono in me, ora m'intendi;
1.7e la tua man sopra a me è fermata:
1.8l'anima mia ti sia raccomandata!
1.9Nella mia carne non v'è sanitade,
1.10pel viso tuo crucciato non v'è pace;
1.11triemano l'ossa mia senza piatade
1.12per paura di te, Iddio verace;
1.13perch'egli è tanta la mia iniquitade
1.14che i gravi mia peccati mi disface:
1.15sopra del capo mio m'hanno montato,
1.16d'un grave peso m'hanno sì aggravato.
1.17Impuzzolite sono e infracidate
1.18le mie ferite; de' mia gran peccati
1.19corrotte son le mie carne e malate:
1.20sol per la mia stoltizia li ho acquistati.
1.21Le mie miserie già non son celate,
1.22e' mie' consentimenti son curvati
1.23fino alla fine, dove io vado e vegno:
1.24della tua grazia, Signor, fammi degno!
1.25Però, Signor, ve' che la carne mia
1.26è vinta e piena di scorno e illusioni;
1.27e questo avviemmi per la mia follia,
1.28per seguitare il voler de' dimoni.
1.29Pien d'ogni inganno sono e di resia
1.30e rughio sì come fanno i lioni,
1.31quando nel bosco egli è bene affamato:
1.32gridando a te, accuso il mio peccato!
1.33E pel gran disidero ch'io ho portato
1.34e sempre porterò al mio Signore,
1.35il pianto mio non è a te celato,
1.36sempre nel tuo cospetto a tutte l'ore,
1.37e il cuor mio è tutto tribulato
1.38e d'ogni mia virtù perso ho 'l valore;
1.39e lo 'ntelletto e 'l lume della mente
1.40i' ho perduto e non veggio nïente.
1.41I mie' amici e' prossimi e' parenti,
1.42ciascun di lor contra di me è stato;
1.43con lor lusinghe e con loro argumenti
1.44dimostrandosi buon, m'hanno ingannato;
1.45e ch'io fussi dannato eran contenti,
1.46e questo dì e notte avien pensato:
1.47con lor malizia e 'niquità e 'nganni
1.48e m'hanno tormentato più e più anni.
1.49I' stato son come persona sorda,
1.50ché inteso i' non ho lor mal parlare;
1.51non che la coscïenza mi rimorda,
1.52non volli lor malizie seguitare;
1.53que' c'han parlato non se ne ricorda:
1.54serrai la bocca e volli teco istare
1.55e, non volendo aver riprensïone,
1.56mutolo stetti ad ogni lor sermone.
1.57Però che 'n te, Signor, sempre sperai
1.58e spererà sempre la vita mia,
1.59la voce e 'l pianto mio essaldirai
1.60per tua piatà e per tua cortesia,
1.61e sempre in me medesmo penserai.
1.62Non si rallegrin or né tuttavia
1.63di me i nimici: sempre han mal pensato,
1.64benché di me molte cose han parlato.
1.65Apparecchiato sempre sarò io
1.66a quelle battiture e tagliamenti
1.67le qual tu mi darai, o sommo Iddio;
1.68e sien pur aspre, quanto vuoi cocenti!
1.69Ché il dolore e il peccato mio
1.70manifestar lo voglio a tutte genti:
1.71e sempre penserò il mio peccato
1.72e con dolore i' l'arò confessato.
1.73Ma i nimici miei son confortati,
1.74contra di me vivendo sempre stanno;
1.75e son sopra di me multipricati
1.76color che iniqua mente sempre m'hanno.
1.77Ancor son sopra me apparecchiati
1.78color che mal per ben rendendo vanno:
1.79perch'i' ho la giustizia seguitato,
1.80sempre ciascun di me ha mal parlato.
1.81Deh, non mi abandonare, o sommo Iddio,
1.82ché la misericordia tua è tanta;
1.83non ti partir da me, o Signor mio,
1.84la grazia tua sopra di me si spanda;
1.85intendi in mio aiuto con desio
1.86e fa ch'io mangi della tua vivanda,
1.87mostrandomi la tua santa virtute:
1.88Signore Iddio, tu se' la mia salute!
1.89Finito è 'l terzo salmo veramente,
1.90del quarto qui farò cominciamento,
1.91pregando te, Signore, Iddio possente,
1.92ch'al mio intelletto dia conoscimento,
1.93ch'i' possa seguitare il convenente
1.94e nelle rime sia miglioramento;
1.95pregando sempre te che nel tuo regno
1.96possa venir: Signor, fammene degno!
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