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1.1Soccorrimi, per Dio, ch'io sono al porto,
1.2presso a l'ultimo giorno di mia vita,
1.3senza sperar salute né conforto!
1.4Se soccorso di corto non m'aita,
1.5ch'io impetre grazia al tuo alto valore,
1.6morte m'affretta la crudel ferita!
1.7Simile a quel ch'a l'ultimo dolore
1.8presso si vede, alla morte che aspetta
1.9si raccomanda con divoto core.
1.10O voi che sete d'angelica setta,
1.11venite in mio favore e removete
1.12costei che vòl di me crudel vendetta!
1.13O alti cieli, o voi sette pianete,
1.14Luna, Mercurio e tu, Venere bella,
1.15aiutatemi, se voi potenza avete!
1.16O relucente Sol più ch'altra stella,
1.17o Marte, o Giove e anco tu, Satorno,
1.18pregate questa che 'l mio cor martella!
1.19O voi che gite per li ciel dintorno,
1.20dodici segni del cielo invoco anco
1.21all'aiutorio mio senza soggiorno!
1.22Montone e Taüro e Gemini e Granco,
1.23Leone e Virgo Libra e Iscorpione,
1.24aiutatemi, per Dio, ch'io vengo manco!
1.25E similmente con dolce sermone
1.26invoco Sagittario, Aquario e Pesce
1.27e Capricorno, a la mia defensione!
1.28Voi altre stelle ancor, se non v'incresce,
1.29aiutatemi, e l'uno e l'altro polo,
1.30se non che l'alma mia del corpo n'esce!
1.31O vaghi uccelli che andate a volo
1.32per verdi rami, cantando a diletto,
1.33pietà vi prenda del mio grave dolo!
1.34Andate a l'alba al venturoso letto,
1.35ponetevi a cantar su la lettiera,
1.36che la dolcezza passi il bianco petto
1.37di quella rosa nata in primavera;
1.38pregate che per lei morto non caggi,
1.39ché la mia vita per lei si dispera!
1.40O animali domestici e selvaggi,
1.41venite in mio favore e in mio cammino,
1.42venite, e siate a me fedel' messaggi!
1.43E dinanzi a costei a capo chino,
1.44poi la pregate con atti e con cenni
1.45ch'abbia pietà del suo servo tapino!
1.46O spirti che già fusti in questi regni,
1.47deh, voi, ciascuno dall'amor percosso,
1.48siatemi grazïosi e poi benegni!
1.49Se con vostro saper non so' riscosso,
1.50Amor crudele in terra mi dispone,
1.51ch'io so' condutto a tal che più non posso!
1.52O vecchio franco, o savio Salamone,
1.53che vinto da l'amor d'una pagana
1.54all'idoli adorasti in genocchione!
1.55O Erculès, a cui fu tanto strana
1.56la bella Iole, che ti fe' portare
1.57la rocca allato e poi filar la lana!
1.58E tu, Giacobbe, ch'andasti a parare
1.59sette e sette anni per aver Rachele,
1.60e del suo padre l'armento guardare!
1.61O re Davìt, ché Amor ti fe' crudele,
1.62per Bersabè morir facesti Urìa
1.63che ti fu sempre cavalier fedele!
1.64E tu, Sansone, a cui fu tanto ria
1.65la nova sposa, quando pei capegli
1.66ti privò di possanza e gagliardia!
1.67O Pirramo, che a Tisbe alzasti i cegli,
1.68volti nel sangue l'uno e l'altro inseme,
1.69che i bianchi gelsi diventâr vermegli!
1.70O Parìs, o Elèna, per cui geme
1.71Troia disfatta, e 'l re Prïàmo è morto
1.72e gli altri che per voi la terra preme!
1.73E tu, Laudomia, dal tristo conforto
1.74per la vision del tuo morto marito,
1.75amor leale ancor ti fe' gran torto!
1.76E tu, Didon, che col ferro polito
1.77passasti il bianco petto e 'l duro core,
1.78poi che 'l troiano Enea si fu partito!
1.79E tu, Narciso, dal vago splendore,
1.80che di te stesso, mirando alla fonte,
1.81t'inamorasti, e convertisti in fiore!
1.82O disperata Filis, che nel monte
1.83all'arbor t'appiccasti per dispetto,
1.84per la tardanza del tuo Demofonte!
1.85E tu, Leandro, che per dare effetto
1.86all'ultimo disir d'amor, notando,
1.87nella rena del mar facesti letto!
1.88E tu, Medea, che Amor provasti quando
1.89desti a Giason il bel monton dell'oro,
1.90lassando il vecchio padre lacrimando!
1.91E tu, Pasife, che 'l tristo lavoro
1.92formar facesti, la vacca del legno,
1.93per prender seme dall'amato toro!
1.94O Silla, a cui Minòs ebbe disdegno
1.95per lo terribil don che gli donasti
1.96della testa di Niso e del suo regno!
1.97E tu, Adriana, che Teseo campasti
1.98dal fiero Minotaüro, che in prima
1.99tanti degli altri avea coi denti guasti!
1.100Ancor te, Fedra, invoco in questa rima,
1.101per li cui prieghi e poi querele false
1.102Ipolito d'Amor non fece stima.
1.103O Tristano, o Isotta, a cui più valse
1.104liale amor, che, fra le braccia stretti,
1.105poi vi fece gustare amare salse!
1.106E tu, Petrarca, che tanti sonetti
1.107per Laura facesti, e 'n sì bel dire,
1.108ch'a te dan fama e agli amanti diletti!
1.109Tutti vi priego per quelli martìre
1.110che voi sentiste al desïar d'amore,
1.111prima che morte Amor fêsse partire,
1.112andate in visione al mio signore,
1.113ed operate vostri ingegni e arte
1.114che mi riceva per suo servidore!
1.115O voi lengue che sete al mondo sparte,
1.116voi nel venire a me non siate lente,
1.117sì che soccorso io abbia d'ogni parte!
1.118Ancora voi, maestri di stormente,
1.119voi nel cantare non mi siate muti
1.120che di farmi morir costei si pente!
1.121Arpe, sonate, quitarre e lïuti
1.122e piffari e trombetti de la Magna,
1.123che 'l vostro dolce suon d'amor m'aiuti!
1.124E anco priego ciascuna compagna
1.125che a impetrar grazia non mi sia nascosa
1.126per l'alma che d'Amor tanto si lagna!
1.127E po' i' priego ciascaduna cosa
1.128che 'nver di me umilie il suo cor crudo,
1.129sì che mi sia benigna e grazïosa,
1.130che nelle braccia sue mi tenga nudo!
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