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1.1Diletta a Dio, o solo albergo e loco
1.2degli dei illibati, o madre santa,
1.3umano essemplo a tutto il viver nostro,
1.4qui il debile mio ingegno onora e canta
1.5l'alta tua maiestà, benché sia poco
1.6moderno stile al tuo gran nome o inchiostro.
1.7Tu sola in terra e fra' mortali un mostro
1.8se' per mostrar quanto che possa il cielo
1.9e la natura in te, donna beata;
1.10tu madre incoronata
1.11di gloria, fermo di virtute ostelo
1.12e di saper, quant'io non so dispollo.
1.13Io non invoco Apollo,
1.14ma l'inclita tua luce - che 'l può fare,
1.15che mi sia specchio e duce,
1.16ch'io sappia il nome tuo magnificare.
1.17Prudente madre in atti e in parole,
1.18de' conoscer te stessa e porre in opre
1.19quanto s'aspetta a tant'alma virtute:
1.20nel viver tuo civile ognor si scopre
1.21più la tua fama quanto gira il sole,
1.22con lïaltà, sapere e con salute.
1.23Tutte le mercantìe son conosciute
1.24da te, ciascuna prezïosa e bella,
1.25e più quanto bisogna a corpo umano;
1.26tu del lito adriano
1.27porto, d'ogni altro mare onore e stella,
1.28e l'universa terra ancor t'onora;
1.29Roma e Cartago adora
1.30oggi i triunfi tuoi - regger beato,
1.31che non furono i suoi
1.32forse migliori a più tranquillo stato.
1.33Iusta madonna, ov'è ragione e legge,
1.34non Babiloni, barbari o tiranni,
1.35ma Fabrizii, Traiani e 'l bon Catone:
1.36qui le virtute han premio e qui gli inganni
1.37hanno il supplicio loro, e qui si regge
1.38non come a tirannia, ma con ragione.
1.39Tu se' sostegno, scettro e gonfalone,
1.40dritta a tener quella bilancia quale
1.41piegar non può disdegno, amore o oro.
1.42Tu vaso del tesoro
1.43del mondo, dritta chiave e immortale
1.44dove non mancò mai pondo né drama
1.45(o glorïosa fama!),
1.46di ragion madre - e donna di primizia,
1.47che né figliol né padre
1.48conosci dallo 'strano in la giustizia!
1.49Forte colonna d'animo constante,
1.50dove rabbia, tempesta o caso strano
1.51non può giamai, né sùbita allegrezza:
1.52qui Marte, Juno e l'armi di Vulcano,
1.53qui le forze d'Alcide e d'Atalante,
1.54qui vidi il braccio della somma altezza.
1.55Quanti con guai provato han tua fortezza!
1.56Ben lo sa il mare Adrìaco e 'l Lione,
1.57fatti in la spada tua mesti e sanguigni;
1.58quanti animi maligni
1.59hai messo al fondo, vinta ogni tenzone,
1.60e tal sommerso in sua malizia e frodo;
1.61e tu sempre con lodo
1.62rimasa in gloria - se' d'ogni tua impresa,
1.63e con giusta vittoria
1.64se' vendicata d'ogni tua offesa!
1.65Temperata misura e continente,
1.66dove non mancò mai il dritto né sparse,
1.67ma più benigna alla pietà che cruda:
1.68questo vid'io, da pria ch'ella m'apparse
1.69donna del ciel tanto alta e eccellente
1.70che la lingua a parlarne trema e suda;
1.71poi trasformarsi in terra sacra e nuda
1.72d'ogni vizio mortal, città cortese,
1.73mirabilmente posta in mezzo l'acque;
1.74e per vicin li piacque
1.75Frìvoli, il Paduano e 'l Ferrarese
1.76e 'l Trivigian che suo oggi si serba.
1.77Qui non c'è pianta o erba,
1.78e più n'abonda assai - ch'altro terreno;
1.79né non li mancò mai
1.80il protettor san Marco in mezzo il seno.
1.81Canzon, tu puoi cercar per ciascun clima,
1.82se tu trovassi mai simil cittade
1.83con virtù, gentilezza e gran potenza;
1.84ma certa sia che quanto a libertade
1.85questa sola nel mondo oggi sublima,
1.86e ciò ben basta a nostra intelligenza.
1.87Ma va pur via innanzi ogni presenza,
1.88ché litterato essemplo spesso giova,
1.89e mostrandol'a prova
1.90di' ch'aprin ben gli orecchi - e scopra i cori,
1.91sì che ciascun si specchi
1.92e pigli essemplo i populi e' signori.
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