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1.1Vittorïoso Cesar, novo Augusto,
1.2unica insegna, trïunfal corona,
1.3italico, felice, inclito e divo,
1.4o superna speranza in cui si sona
1.5il bel nome latino e 'l santo e giusto
1.6imperio, che tanti anni è stato privo:
1.7ecco il nostro disio, che è fatto vivo
1.8Marte tuo genitore, ecco la spene
1.9del dardanico sangue e de' latini!
1.10Or se giamai noi fummo al ciel vicini
1.11quanto al beato viver si convene,
1.12tu se' la gloria e 'l bene,
1.13oltra il nostro sperar ferma salute.
1.14Quella benigna grazïa e virtute
1.15del presente triunfo, e dell'onore
1.16ch'ad un gentil signore
1.17degnamente tu fai - move il parlare
1.18de' servi che tu hai,
1.19e sempre il nome tuo magnificare!
1.20Oimè, che poi che la vetusta etade
1.21accolse i dì nella presente vita
1.22del felice Alberigo a l'ultim'ora,
1.23l'anima benedetta in ciel salita
1.24San Giorgio accolse, e quella umanitade
1.25che vittrice fra noi ancor s'adora.
1.26Vacava il gran baston ch'oggi s'onora,
1.27general duce, d'arme e di franchezza,
1.28della santa corona e del tuo regno.
1.29Convenne adunque uom glorioso e degno,
1.30dotato di virtute e gentilezza,
1.31che con senno e fortezza
1.32supplisse a tanto offizio e a tanta impresa.
1.33L'alma tua providenza ha ben compresa
1.34vera, perfetta e degna elezïone
1.35del novo Scipïone,
1.36senza vizio, clemente - e pien d'ardire,
1.37del cui sangue eccellente
1.38piacciati, signor nostro, alquanto udire.
1.39L'antica, illustre e generosa prole,
1.40l'opere magne, strenüe e sublime,
1.41per degna penna vivono immortali;
1.42ma pur d'alcuno in le presente rime
1.43brevemente dirò, però ch'el vòle
1.44che li servi con lui sien qua giù tali.
1.45Colui che sotto le santissime ali
1.46dell'aquila tu vedi in la contrada
1.47Alfea, da Pelopè ditta poi Pisa,
1.48tenne il bastone, e presso de l'Ancisa
1.49bagnò di sangue la famosa spada,
1.50e per ogni altra strada
1.51vittorïoso conculcò il nimico.
1.52Ruppe e domò assai più ch'io non dico
1.53la fiesolana rabbia a fronte a fronte:
1.54questo è l'ardito conte
1.55ed è il bon Guido Vecchio - unica fede;
1.56costui fu luce e specchio
1.57di quell'onor che l'aquila possede.
1.58Quell'altro che tu vedi, inde discese:
1.59fu il conte Federigo, in simil guerra
1.60non molti anni da poi fu fatto duce.
1.61Costui disfece sì ogni lor terra
1.62e 'l fraudolente popul tanto offese,
1.63ch'ancor di lui è lagrimosa luce.
1.64Uom bellicoso fu, ben che fu truce
1.65contra de' suoi nimici, e fu fervente
1.66e liberal più ch'altri al santo impero.
1.67L'altro, che vedi poi cotanto fero,
1.68fu 'l conte Nolfo e fu signor possente,
1.69lo qual similemente
1.70general capitan fu de' Pisani.
1.71Questo ridusse Lucca alle lor mani,
1.72e pose gli avversari in tanta tema
1.73che forse ancor si trema
1.74del suo nome virile - e se ne dole:
1.75dritto figliol gentile
1.76di quell'uccel che Dio tolse nel sole.
1.77Quell'altro poi, di tanta reverenza,
1.78piansel la terra e le virtute inseme;
1.79gridavan: "Signor nostro, ove ne vai?".
1.80Costui fu specchio e fu radice e seme
1.81d'ogni eccelsa virtù, d'ogni clemenza,
1.82quanto che 'talïan forse fu mai:
1.83non son troppi anni, e tu, signore, il sai,
1.84che per sua providenza e buon consiglio
1.85la Biscia trïunfò finché Dio volse.
1.86Oimè, che l'uno e l'altro morte tolse,
1.87che ben si raffrenava il fior vermiglio;
1.88e fu in tanto periglio,
1.89ch'ancor son molli gli occhi e trema il muro.
1.90Fu essa sapïenza e fu securo
1.91animo, valoroso e con vittoria:
1.92più volte acquistò gloria,
1.93che 'l tacer contr'a cui - è forse il meglio.
1.94Genitor di costui
1.95tu 'l conte Antonio, venerabil veglio.
1.96L'alta magnificenza e 'l bel costume
1.97che tu vedi in quest'altro, e quella fede
1.98qual ebbe il buon Fabrizio, oggi sì rara,
1.99l'animo e la virtù che tutto vede,
1.100sarà franchezza e glorïoso lume
1.101dell'alma gloria tua che t'è sì cara.
1.102Or faccian sacrificio inanzi all'ara
1.103della tua maiestà l'arme lucenti
1.104e le tue gran milizie e le coorte!
1.105Di che fia il nome tuo sicuro e forte,
1.106e la provincia, e noi saren contenti:
1.107i capitan valenti
1.108chiaman la tua vittorïosa insegna!
1.109Signor, se mai elezïon fu degna,
1.110merita con virtù, ora il veggiamo,
1.111sì che sperar possiamo
1.112l'imperïal corona - e monarchia:
1.113vedi che 'l ciel ti sprona
1.114e noi speriamo omai che tosto sia.
1.115Vanne, canzone, a quel cesareo petto,
1.116vero trïunfator d'arme leggiadre,
1.117d'infinita virtù presso al ciel tratto;
1.118e parla a lui come a benigno padre
1.119per parte d'ogni suo fidel subietto,
1.120rengraziandolo assai del presente atto.
1.121Di' che 'l gran contestabil ch'egli ha fatto,
1.122il conte Guidanton da Montefeltro,
1.123fia specchio del suo stato e forse il Veltro
1.124contra i rabiosi lupi suoi vicini,
1.125morte e distruzïon de' Fiorentini!
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