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1.1O maligne influenze, o moti eterni,
1.2essacrabile stelle e tristi auguri,
1.3fati crudeli e duri,
1.4armati incontra alla mia debil vita;
1.5o Fortuna dispetta, o punti oscuri,
1.6celiche impressïon, corpi superni,
1.7qual sia che mi governi,
1.8tempri nel corso suo l'impeto e l'ira!
1.9E tu, Signor, del tutto ora m'aita:
1.10vedi la meretrice ingrata e dira,
1.11che dietro a sé si tira
1.12quanto mal nacque mai sopra la terra!
1.13Questa è colei che afferra
1.14mortale eccidio al doloroso ospizio,
1.15incendio alla mia guerra,
1.16ingratitudo, madre d'ogni vizio!
1.17Ogni altra avversità, fato e destino,
1.18l'ira del ciel, di terra e dell'abisso,
1.19ogni mobile e fisso
1.20punto ho lograto e vinto per battaglia;
1.21né d'altro dottai mai, mentr'io son visso,
1.22non morte, stato o carcere vicino,
1.23non gallico o latino,
1.24ch'io perdesse l'ardire o la speranza.
1.25Or contra di costei piastra né maglia
1.26non mi val, né saper, forza o lianza:
1.27colui ha men baldanza
1.28che più espetta da lei esser premiato;
1.29e io isventurato,
1.30per dar tutto il mio core e la mia fede,
1.31mi trovo esser gabbato!
1.32Così il possa provar chi non mel crede!
1.33O colonna gentil, che già molti anni
1.34purpurea, di cristallo, immaculata,
1.35fusti tanto essaltata
1.36quanto si spetta a venerabil chioma,
1.37ov'è il tuo dïadema, ov'hai lassata
1.38la franchezza e l'ardir? Ché in tanti affanni
1.39ti veggio, e nei mie' danni
1.40sola, e smarrito il bellicoso Marte?
1.41Ov'è il triunfo? Ov'è l'antica Roma?
1.42Non ti può l'almo impero omai atarte,
1.43la potenza né l'arte
1.44delle togate fasce e della spada!
1.45Ma pria convien che cada
1.46e che sommerga il cielo a pezzi a pezzi,
1.47che da l'usata strada
1.48ti mova, o l'onor tuo mai ti disprezzi.
1.49Io non fui il primo a sublimarti in cielo,
1.50né che ti dei per dote alla fortezza,
1.51la qual ancor ti prezza,
1.52fra le quattro virtù, diletta insegna.
1.53La generosa stirpe e gentilezza
1.54degli antichi miei padri e 'l caro zelo
1.55non può mancare un pelo
1.56che per altrui fallir volga giamai.
1.57Duolmi lo stato, e via più mi disdegna
1.58che di tanto servire e tanti guai,
1.59certo come tu sai,
1.60io ne sia meritato in questo modo.
1.61Forza d'altrui né frodo
1.62non m'ha disfatto, anzi il troppo fidarmi;
1.63ma serà poco lodo
1.64di chi fare il devria, di non atarmi!
1.65O felice coorte, o spirti eletti,
1.66che vi godete nel beato regno,
1.67e ciascun, come è degno,
1.68nello elisio ciel viven contenti,
1.69voi nel vostro partir lassaste un segno
1.70di glorïosa fama in fra' perfetti
1.71principi benedetti,
1.72ch'al buon tempo ven giste ai vostri liti.
1.73Non so' ancor gli archi trïunfali spenti
1.74di cotanti anni; e veggiovi scolpiti,
1.75da poi in ciel saliti,
1.76vittorïosi Cesare e Marcello,
1.77quivi Fabrizio e quello
1.78che Roma liberò dai Galli presa,
1.79e 'l buon Scipio novello
1.80che vinse l'armi e vendicò l'offesa.
1.81O mille e mille, o divulgata schera,
1.82che di lassù vedete il nostro oblio,
1.83e 'l vario tempo e rio
1.84di questa nostra disolata etate,
1.85ecco al nostro fallir l'ira di Dio!
1.86Ingratitudo e avarizia impera,
1.87tristo colui che spera
1.88se non al vento suo volger la vela!
1.89Vive rapina, invidia e crudeltate,
1.90la fede e la giustizia oggi si cela;
1.91chi seppe ordir sua tela
1.92di molti inganni, quello è più prudente;
1.93e la povera gente
1.94gridano, e le città tornan castella,
1.95Pietro ci è per nïente:
1.96vedete or come giace Italia bella!
1.97Ove so' i sacri templi, ove i teatri?
1.98Ove è la degna spada? Ove le legge?
1.99Le province e le gregge
1.100disfatte, e le virtù poste in essilio?
1.101O Dio che tutto vedi e tutto regge,
1.102deh, perché non nacqui io servo a quei patri,
1.103sì che gli estremi e atri
1.104giorni crudeli avessi allor consonti?
1.105Io son rimasto sol senza consilio,
1.106senza sperar mai più ch'io mi raffronti
1.107a' nostri avi defonti,
1.108o possa mai tornar quel che già fui!
1.109Colonna, io so ch'altrui
1.110m'intende meglio assai ch'io non so dire;
1.111ma piangianci in fra nui
1.112e bastemiam la fede e il ben servire!
1.113Canzon, tu cercarai tutto il giardino
1.114che volge l'Alpe e l'uno e l'altro mare,
1.115e sappi ben contare
1.116per essemplo d'altrui la colpa mia!
1.117Ma se trovassi alcun per lo camino
1.118che pianga, com'io fo, la sua follia,
1.119e chi voglia si sia,
1.120di' che si giaccia e stiasi nel malanno;
1.121ché chi si fa l'inganno
1.122e per promessa altrui si leva in volo,
1.123egli ha le beffe e 'l danno!
1.124Ma dòmmi pace, perch'io non so' solo.
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