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1.1Sacro e leggiadro fiume,
1.2ponte di gemme intarsïato e vago,
1.3dove Amor vidi ragionar col sole,
1.4dolce e benigna imago,
1.5donde uscì il chiaro e benedetto lume
1.6che m'ha infiammato omai come Amor vòle;
1.7o beate parole,
1.8ch'è di lingua immortale essemplo in terra,
1.9d'altra cetra più degna assai che Orfeo;
1.10fiori, erbette e vïole,
1.11che colse Apollo in mezzo al Citareo;
1.12fronte, principio della nostra guerra,
1.13degna onestà mi serra
1.14dentro dagli occhi ov'è triunfo e impero,
1.15che, se 'l mio ver non erra,
1.16simil non vide mai nostro emispero.
1.17Dritto sangue gentile,
1.18felice albergo e glorïosa parte
1.19dove si posa l'onorata trezza!
1.20Qual potenza o qual arte
1.21in città tanto ingrata e tanto vile
1.22consentì nascer simile bellezza?
1.23Priva di gentilezza,
1.24benché già fusse di tant'alta impresa,
1.25quanto è più sua vergogna ora il parlare!
1.26Nova piacevolezza
1.27in puro cor è assai più da pregiare,
1.28quanto da suo contrario è più contesa;
1.29luce dal ciel discesa,
1.30per mostrar quanto il suo candido fronte
1.31n'abbia la voglia accesa,
1.32forse la invidia assai nostro orizzonte.
1.33Tersi rubini e perle,
1.34rose colte di spin vermiglie e bianche,
1.35mille vaghi fioretti in un bel viso,
1.36fronde pallide e stanche
1.37d'un mansüeto lauro, ch'a vederle
1.38mostran sembianti a noi del paradiso;
1.39un mirar dolce e fiso
1.40da far movere i sassi e volger l'acque,
1.41e qual più dura petra esser più molle;
1.42uno angelico riso,
1.43ch'ogni estremo vapor discaccia e tolle,
1.44e convien ch'ogni nube inde si sciacque.
1.45Io penso quanto piacque
1.46al ciel, che tanto di virtù il sublima,
1.47che forse mai non nacque
1.48sì gentil cor sotto di nostro clima.
1.49Quello eccelso pensiero,
1.50quella benignità c'ha vinto altrui,
1.51l'aere invidïoso e ogni errore,
1.52benedico, e colui
1.53che del suo nome splendido e altiero
1.54sì caldamente mi trafisse il core;
1.55fa, s'io, dolce signore,
1.56giamai mi specchio in la tua santa luce,
1.57che benedetta sia l'or ch'io la scorsi!
1.58Ti ricordi d'Amore,
1.59quando negli occhi tuoi prima trascorsi,
1.60dove fui servo e tu colonna e duce!
1.61Alto ingegno m'induce
1.62imaginar quanto è levato a volo
1.63il sol che mi conduce:
1.64vince le stelle e l'uno e l'altro polo!
1.65Sien benedetti ancora
1.66mille fïate i passi e quei sospiri
1.67che già sì largamente uscîr del petto!
1.68Benedetti i disiri
1.69e la speranza ch'io credetti ognora,
1.70e le lagrime mie con tanto effetto!
1.71Ancor sia benedetto
1.72la terra, il fiume, il ponte, il nido e l'orme
1.73dove il bel piè pavoneggiando posa;
1.74e 'l supremo concetto
1.75che in quella effigie candida e vezzosa,
1.76ben ch'io sia indegno, ha consentito porme!
1.77Benedette le forme
1.78della faretra, e l'arco e le saette,
1.79dove mai non si dorme
1.80di ringraziar le stelle tutt'e sette.
1.81Va, canzonetta mia,
1.82riva del fiume d'Arno ove Dïana
1.83verso la Spina s'imbellisce e innova;
1.84tu la vedrai umana,
1.85ché, se nel mondo mai fu leggiadria
1.86in un cor pellegrino, ivi si trova.
1.87Ma pria ch'a dir ti mova,
1.88inginòcchiati al sol come tu 'l vede:
1.89poi quanto sai ti prova
1.90di ringraziarlo e dimandar mercede.
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