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1.1L'inclita fama e le magnifiche opre
1.2dell'onorata e grazïosa donna,
1.3dico quella Colonna
1.4che per virtute al mondo eterna vive,
1.5la debole mia penna induce e scopre
1.6nel nome suo che mai non si perscrive.
1.7O prezïose e dive
1.8Muse, nel mio parlare or m'aiutate:
1.9io cantarò di sua nobilitate,
1.10quanto per voi saper dato mi fia;
1.11ché più degna ermonia
1.12a dir di lei vorrebbe, altro idïoma.
1.13O benigna virtute, onde si noma
1.14il ben che fu tra noi per maraviglia,
1.15dico dell'alma Roma
1.16che generò sì venerabil figlia!
1.17Io non dirò d'Orazio o di Catone,
1.18non di Camillo, Fabio o di Marcello,
1.19non dirò di Metello
1.20che contradisse a Cesare il tesoro;
1.21Emilio e l'uno e l'altro Scipïone,
1.22non quel Fabrizio, padre in fra costoro,
1.23che 'l possessor dell'oro
1.24acquistar volse, e non è il ben possesso;
1.25non dico quel che giudicò se stesso
1.26per salute dell'Urbe in la vorage;
1.27non quel che fece strage
1.28del re Tarquino, e anche il Cincinnato;
1.29non Sempronio, Papirio e l'onorato
1.30Numa Pompilio essecutor di pace,
1.31e quanto fu dotato
1.32il solio suo, che spento oggi si giace.
1.33Roma, ognun sa che l'universa terra
1.34chinò le spalle al tuo franco vessillo,
1.35e lo stato tranquillo
1.36che t'acquistâro i successor di Marte;
1.37i gran triunfi e la felice guerra,
1.38delle milizie tue la forza e l'arte:
1.39son piene tante carte,
1.40che sempre vive tua unica gloria.
1.41Ma questa donna, in cui degna memoria
1.42mi move amor di ragionare alquanto,
1.43fu del tuo dolce e santo
1.44latte nutrita, e del tuo sangue egregio.
1.45Questa fu già nel mondo in tanto pregio,
1.46quanto per gran virtù fama s'acquista,
1.47che nel tuo bel collegio
1.48non men dell'altre è glorïosa vista.
1.49Questa gentil Colonna assunse il nome
1.50quando fu posta in la famosa strada,
1.51dove l'arme e la spada
1.52de' viri illustri allora era scolpita.
1.53E perché tal progenia ebbe il cognome,
1.54di tanto onor fu la virtù gradita,
1.55che l'acquistò tal vita
1.56che bastarà quanto che 'l mondo dura.
1.57Dunde, se ben riguardi in la scoltura,
1.58del sacro marmo trovarrai intagliati,
1.59d'essa stirpe nomati,
1.60molti che trïunfâro in la milizia:
1.61o cesarëa prole, o gran primizia,
1.62discesa già di Giulïo ab antico,
1.63Colonna di giustizia,
1.64sangue gentil, magnanimo e pudico!
1.65Furon di lei non solo in marmo accesi,
1.66ma d'infinite croniche e scritture,
1.67che 'l senno e le venture
1.68de' lor gran fatti dimostrava a pieno.
1.69Ma poi che Bonifazio a' Colonnesi
1.70scoperse il suo più rabido veneno,
1.71allora venne meno
1.72quanto di lei giamai seppe trovare.
1.73Ché non pur quegli intese a desolare,
1.74ma lor memoria sotterrarla in cupo.
1.75O pastore, anzi lupo,
1.76non ti comandò Iddio superbia e ira!
1.77Ma chi 'l giudicio suo ben pensa e mira,
1.78non mancò mai giustizia a chi l'aspetta,
1.79e anco quel sospira,
1.80ché ne fu tosto merita vendetta.
1.81Non possé tanto il fuoco e la superba
1.82che consumasse appieno ogni rubrica,
1.83che ancora non si dica
1.84di lor progenie, sangue imperïale.
1.85E se ben guardi alle divine verba
1.86del Petrarca gentile, una morale
1.87ti mostra come e quale
1.88di sua prosapia e anco de' moderni.
1.89Comincia quella ne' suoi detti eterni:
1.90"O decus Imperii, spes o suprema senatus!".
1.91Undecimo dignatus
1.92fu di parlar di lei, quanto si vede;
1.93del cardinale illustre ancor fa fede
1.94Glorïosa Colonna, in cui s'appoggia
1.95il gran nome che eccede
1.96dove si scrive e poëtando poggia.
1.97Io lasso ancor di Stefano e d'assai
1.98la cui beata essenza il ciel conserva,
1.99e anco si riserva
1.100la fama lor nel mondo a degno autore;
1.101de' vivi dico, ov'io vidi e trovai
1.102benignità, grandezza, pregio e onore.
1.103Questo elessi signore
1.104della mia vita, e poi che sarò morto:
1.105questo è quel Jan Colonna ond'io fui scorto,
1.106s'i' ho virtute alcuna a confortarmi;
1.107questi con aitarmi
1.108e abbracciare ogn'uom ch'è virtüoso;
1.109prudente, in arme sperto e valoroso,
1.110e liberal, magnifico e virile:
1.111lui misericordioso
1.112e degnamente si può dir, gentile.
1.113Canzon, tu puoi cercare Italia bella,
1.114fra' valorosi principi e baroni,
1.115ché là dove 'l sì soni
1.116forse non trovarrai sangue più degno.
1.117Poi con discreta e umile favella
1.118ritorna al signor mio grato e benegno,
1.119e con ogni tuo ingegno
1.120mi raccomanda a lui e l'opre sante.
1.121Poi gli appresenta e donagli esto Dante,
1.122ch'a 'stanza sua ho scritto e ho notato;
1.123poi te gli gitta inante,
1.124e io son certo che t'avrà a grato.
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