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1.1Nel tempo giovenil ch' amar c'invita,
1.2e le frizze novelle escon dell'arco,
1.3che fanno i cuor gentil tutti isvegliare,
1.4Amor mi fece ne la mente un varco
1.5di cosa nova, una beltà infinita,
1.6talch'io rife'mi al suo dolce placare.
1.7Allora incominciò nel petto intrare
1.8süavemente il nome di costei,
1.9qual sempre ad ora ad or più dentro accese.
1.10Io non volsi difese
1.11giamai dagli occhi suoi, che lume a' miei
1.12fatto han gran tempo e ora acceso il foco:
1.13benedetto sia il loco,
1.14quell'ora, il modo, l'atto e 'l gran disio
1.15che di tal donna innamorò il cor mio!
1.16Deh, dimmi s'ella è donna, iddea o sole!
1.17Tu vederai l'aspetto alto e gentile,
1.18e 'l suo pavoneggiar d'un ricco passo;
1.19tu vedrai cosa pura e cosa umìle,
1.20un ragionar modesto e tai parole
1.21che spezzariano ogni più duro sasso;
1.22vedrai quella onestate, il portar basso
1.23l'occhio discreto, e ciò per non far noia
1.24al sol, cui saria poca ogni sua luce:
1.25dimmi se fusse duce!
1.26Certo sì di me stesso è sola gioia,
1.27ch'io non posso pensar ch'ella nol sacci;
1.28dimmi se tiene i lacci
1.29e le catene; or dimmi come io dica:
1.30tu che nol senti, el non ti par fatica!
1.31Ben nol sa chi nol prova, io dico l'atto
1.32d'amor, la varietà in un punto e i sdegni,
1.33ben mille guerre, patti, tregue e paci:
1.34che giova a dir che, se gli umani ingegni
1.35fusseno ad un, non gustarieno il tatto,
1.36se non sente d'amore i suoi seguaci?
1.37E io gremito in quegli onghion rapaci,
1.38fitti infino a le piume, ancor la lingua
1.39parte ne dica, nol sa proferire.
1.40Omè, che 'l suo colpire
1.41egli è sì dolce, e certo el par ch'estingua
1.42ogni altra cosa, e quella intanto abunda:
1.43l'animo si facunda,
1.44l'opere virtüose i sensi isgreva,
1.45e nobiltà d'ingegno al ciel si leva!
1.46Non per gelida brina i fior s'amalba,
1.47non folta nebbia pei vapor de l'acque,
1.48o neghittosi ucei per un tal gelo,
1.49che quando a Citarea lustrando piacque
1.50mostrar le chiome in un bel tempo a l'alba,
1.51cui doppo s'appresenta il sole al cielo,
1.52fugge da loro ogni più fosco velo,
1.53né fa sol rivirir, ma fende il ghiaccio,
1.54che si converte poi in corrente rivo:
1.55come ogni cor giulivo,
1.56punto d'Amore, spezza ogni altro laccio,
1.57e 'l più stanco pensier par che lo scaldi;
1.58costor si fanno baldi,
1.59costor s'adestran, fuggon vile errore,
1.60e ben s'addorme cui non sveglia Amore.
1.61Io punto, anzi ferito, Amor ringrazio
1.62che di benigna e mansüeta cosa
1.63m'ha fatto degno possedere il viso;
1.64l'alma sacrificata e glorïosa,
1.65per cui sentillo in dolce vita e spazio,
1.66fammi nel secol nostro un paradiso;
1.67un balenar sereno, un vago riso
1.68che mi fa rilevar, gioire; e spero
1.69di mia madonna ognor cosa più bella.
1.70Risurge una fiammella
1.71di suo splendor che mi dimostra il vero,
1.72che simil donna il mondo oggi non abbia:
1.73o prezïosa labbia,
1.74volgi l'animo tuo, volgi l'essenza,
1.75quanto ch'è sola in voi magnificenza!
1.76Io desidero cosa, Amor, tu 'l sai,
1.77ch'è forse ingrato a dimandar tant'alto,
1.78ma per tua grazia e non per mia virtute:
1.79però, canzon, che fai sì largo salto,
1.80umilemente a lei te n'andarai,
1.81mostrandole le mie sante ferute:
1.82poi di nostra salute
1.83prega, per Dio, come piatosa altezza,
1.84ché 'l proprio di pietate è gentilezza.
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