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1.1Fra le più belle logge e' gran palazzi
1.2della città del fiore,
1.3passeggiando il martìr che mi disface,
1.4colsemi innudo, trasformato, Amore,
1.5con mille suoi lacciuol, mille sollazzi,
1.6promettendomi triegua a tanta face.
1.7Io che desiderava la mia pace
1.8e un fine migliore e più beato,
1.9con effetto il seguiva e lui con frode.
1.10El m'adornava e io credia sue lode,
1.11finché mi giunse in mezzo dell'aguato:
1.12io, come disarmato,
1.13né difender possìemi e fuggir meno.
1.14Io non m'accorsi pria ch'un arco pieno
1.15mi giunse, che non valse a dir merzede
1.16con tutta forza e fede:
1.17pensa passato avesse un corpo umano
1.18che spezzaria le tempre di Vulcano!
1.19Suol per colpo mortale uom venir freddo,
1.20e io fui tutto acceso
1.21d'un fuoco ch'arderia dïaspri e marmi;
1.22suol per piaghe d'altrui animo offeso
1.23nimicar l'avversaro e venir reddo;
1.24e io con umiltà consorte farmi.
1.25Ataretemi voi, o dolci carmi,
1.26esprimer quel ch'io sento? Io nol so dire,
1.27ché smisurata foga il petto serra.
1.28Trovossi mai dolcezza in mortal guerra,
1.29e in un punto sol pianto e gioire?
1.30Trovossi mai disire
1.31con ira? E con piacer, odio e disdegno?
1.32Chi 'l saprà dir? Non so qual sacro ingegno,
1.33se non sentisse ben tutte sue prove.
1.34A me son strane e nove,
1.35ché volontà, ch'è del piacere un atto,
1.36m'abonda sì ch'io torno muto e stratto.
1.37Io dissi mal d'Amore in alcun tempo,
1.38bench'io non mi credea
1.39l'animoso coraggio del suo figlio;
1.40el me ne paga ben, s'io 'l reprendea:
1.41non tarda l'ulzïone, anzi è per tempo,
1.42tal che poco mi val forza o consiglio.
1.43Io so' pur incappato al fiero artiglio,
1.44dove mai nol credetti; or mi par vano
1.45ciò che parlar ne può lingua mortale.
1.46Omè, che cosa è questa? O dolce male,
1.47non conosciuto ben, non schermo umano!
1.48Ahi, spirito villano,
1.49come ardisti biasmare un tanto duce?
1.50Io guardo ad ora ad or la bella luce
1.51che m'ha data il mio dio ad un sol giogo;
1.52né fu mai pedagogo
1.53seguito, quanto io pronto a' santi rai,
1.54la gloria del cui nome, Amor, tu 'l sai.
1.55Ben si sforzò natura al mondo un dono
1.56e far cosa perfetta,
1.57fuor che peccò in corruzion di carne;
1.58questa beata luce è cosa eletta
1.59con l'anima gentil cui tanto sprono,
1.60e l'angelico aspetto or che si parne.
1.61Ben se ne può pregiare e gloria farne,
1.62non dico il sangue d'uno e d'altra prole,
1.63il paese, la terra e quelle mura;
1.64or se n'imbelli omai tutta natura,
1.65pregisene la terra, i poli e 'l sole,
1.66fioretti e le vïole,
1.67i fiumi, erbette e arborscelli ornati:
1.68ridan le selve, i boschi, i campi e' prati,
1.69ma più il mio cor, che tanto bene invola,
1.70e l'anima che vola
1.71in ciel fra' più beati in luce d'oro,
1.72e veggio delle stelle il gran tesoro.
1.73Le chiome, il fronte, il puro guardo e 'l riso,
1.74e le più lustre membra,
1.75sono i dolci rigor che 'l mio cor tène;
1.76quel benigno sembiante è che ci assembra
1.77un leggiadro costume un spirto assiso,
1.78le gentilezze son l'alte catene.
1.79O gloria nostra, o fior d'ogni mio bene,
1.80o conforto, disio, speranza immista,
1.81dov'è suggetto il fin di vita e morte!
1.82E s'è pur tante in me sì vaghe sorte,
1.83quanto fia più dolente, o mente trista,
1.84ismarrir quella vista
1.85ch'era sola salute, or fia flagello?
1.86Omè, lassaraila ire, animo fello,
1.87non pensi tu quel che ten dia seguire?
1.88Non saria mei morire
1.89che con istento sempre stare in vita?
1.90Elegge morte innanzi alla partita!
1.91Miser, non vedi il tuo partire ingrato?
1.92Tu perdi la speranza,
1.93e la luce dagli occhi or ti fia tolta.
1.94Omè, ch'io saccio bene ogni baldanza
1.95tornare in guai e 'n doloroso stato
1.96con la piena mortal ch'or mi s'avvolta.
1.97Folleggiarai tu tanto, anima stolta?
1.98Tu piangerai più sempre il tuo tormento,
1.99e mille volte ancor battrai le guance.
1.100Non vedi tu che spezzi le bilance
1.101e séguiti l'inferno del tuo stento?
1.102Non val dire: "Io mi pento!",
1.103ché doppo il fatto è poco il contristare.
1.104Non vedi tu Amor teco indignare,
1.105tutto l'aëre e 'l ciel fartisi fosco?
1.106Omè, ch'io mel conosco,
1.107ma spirito m'induce a fin più caro:
1.108or piaccia a Dio non sia tutto il contraro!
1.109Piangan per me gli sterpi, or pianga i sassi,
1.110ché gli occhi aver non ponno
1.111già più liquor del ghiado al tristo petto.
1.112O tapinello me, quanto mi fonno
1.113cari i piaceri e mesti i primi passi,
1.114dove prima mi fei servo e suggetto!
1.115O solo specchio, o solo il mio diletto,
1.116dove ti lasso? Omè, ch'io men giraggio
1.117quel fera in fame per alpestre selve!
1.118Io girò seguitando aspidi e belve,
1.119per caverne, spilonche e fier viaggio;
1.120e, quale un uom selvaggio,
1.121girò con pianti errando infin ch'io viva.
1.122Ove t'annidarai, anima priva,
1.123più in queste membra rüinate e stanche?
1.124Piangerai con gli occhi anche?
1.125Tu n'hai ragione, e io, poi che vuol fato,
1.126tempesta sarà fine al nostro stato!
1.127Canzon, da quella luce or che ti spalma
1.128tu ne girai piangendo,
1.129e gittara'ti a' pie' della sua forma;
1.130di' che 'l tuo sir sì se ne va stridendo,
1.131ma pregarrai, per Dio, che servi l'alma,
1.132ch'io l'ho lassata e pòrtomene l'orma;
1.133di' che non fia ch'io dorma,
1.134degno chiamando sempre il bel G santo;
1.135poi con la pace sua ritorna al pianto.
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