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1.1Verde selve aspre e fere,
1.2dove cambiò sembianti
1.3lei che, d'umana, angelica m'apparse!
1.4quando fra le fresche erbe e' celsi canti
1.5degli uccelletti e le leggiadre schere
1.6vidi dolci manere
1.7d'un lëopardo a lei dinanzi sparse;
1.8poi quanto adorna e pellegrina farse
1.9mostrò, con l'arco d'oro una saetta
1.10per trarre a una cervetta,
1.11ché fra due arborscelli ella era ascosa:
1.12"Ahi (con voce pietosa),
1.13merzé, non trar, merzé, che scarchi invano!".
1.14Vedendo l'atto strano,
1.15voltossi inver Dïana e disse a quella:
1.16"Or che vi par di ciò, cara sorella?".
1.17Eran sue chiome d'oro
1.18disciolte, e la dolce ôra
1.19mostrava quanto è 'l capel biondo e 'l crino;
1.20e sotto quelle, sparse ad ora ad ora,
1.21il fronte, i lucenti occhi; e 'l sol con loro
1.22per veder suo tesoro,
1.23cui scorse già bagnarsi entro Tesino:
1.24un sacro essemplo, un stile alto e divino
1.25fra noi mortali un celico splendore;
1.26un suave pudore,
1.27donde per madre lei Pudica elesse.
1.28Cantiamo omai pur desse
1.29virtute immense e la beltà infinita:
1.30ahi, rileviam sua vita
1.31di fama vera, sì ch'eternin lei
1.32che sola al mondo è pari in fra gli dei!
1.33O dì mostro dal cielo,
1.34che l'insensibil cose
1.35si glorian di veder quest'alma diva,
1.36dove l'insegna mia si fisse e pose,
1.37vedendo lei sotto d'un albo velo
1.38di cui l'ardente zelo
1.39fe' d'ogni altro disio la mente priva!
1.40Qual ninfa o dea fia mai che tante scriva
1.41lustre faville al prezïoso viso?
1.42Qual sarà paradiso,
1.43da poi ch'è tanto adorno un corpo frale?
1.44Ahi, Dio, fia mai mortale
1.45questa tenera rosa e fior lucissimo?
1.46Deh, non, Padre dolcissimo:
1.47che fia poi il mondo? E forse al fin lei voli
1.48per adornarne i cor, le stelle e i poli!
1.49Se Amore e gentilezza
1.50dotâr mia donna sola
1.51d'ogni eccellenza, or puoi vedere il quanto.
1.52Vedi lo spirto suo che varca e vola
1.53il terzo cielo, e vedi sua bellezza
1.54di cui lieta vaghezza
1.55più punse il core, il dì celebre e santo
1.56dove, cambiata allor di vesta e manto,
1.57da me non conosciuti i dolci rai,
1.58due volte inamorai
1.59d'essa medesma e unica facella.
1.60Odi dolci quadrella
1.61da cui son posto a mira e al berzaglio!
1.62Che s'io pur degno o vaglio,
1.63non pinse mai lo scudo di Minerva
1.64quanto al mio cor questa leggiadra cerva!
1.65Benché non degni, canzonetta mia,
1.66di sì solenne e glorïoso aspetto,
1.67ch'a dir di tal concetto
1.68altro che ingegno umano e stil vorria;
1.69ma vergognosa e pia
1.70t'inchina a lei, e di' che 'l gran fervore
1.71m'ha mosso, e quello amore
1.72da cui merzede spero a degna prova:
1.73ché spesso in gentil cor pietà si trova!
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