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Canzone I

Niccolò Risorboli (????–????)
Poesie

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1.1Non fu del buon Caton più glorïosa
1.2contro a de' congiurati la sentenzia
1.3che la tua gran clemenzia
1.4d'aver renduti a me tanti miei civi.
1.5Questo m'ha fatto sol vittorïosa,
1.6ché tua virtù, tua somma sapienzia,
1.7tua benigna eccellenzia
1.8sparge fuor di pietà ondanti rivi.
1.9O consiglio celeste, o pensier divi,
1.10o presagio di mente al bene intesa,
1.11quando piccola offesa
1.12contro a' rei si dimostra e men supplicio,
1.13è 'nver de' giusti immenso beneficio!
2.1Ma perché forza e lingua umana cede
2.2nel poter a te render grazia degna,
2.3Quel che nel ciel su regna
2.4ti dia el debito premio di tale apra.
2.5Ecco la turba che per te rivede
2.6di libertà la mia sublime insegna,
2.7né seguir lei disdegna
2.8fin ch'alle stelle volerà di sopra.
2.9Questo convien, che ciaschedun si scopra,
2.10ché l'alme, già d'essilio rivocate,
2.11vanno cantando grate
2.12a te sol gloria ed ottimi auspici,
2.13del tuo bel nome e fama osservatrici.
3.1Tu se' el mio Petro e sopra questa petra
3.2ho rinovato il tempio a libertate,
3.3che già molte fïate
3.4aperse el tuo parente invitto e saggio.
3.5Ciascun che dentro a quello entrare impetra,
3.6el verno, primavera, autunno e state
3.7vedrà mie côme ornate
3.8di verde frondi d'uno alpestre faggio.
3.9O splendor rilucente, o santo raggio,
3.10che 'l cor m'infiammi di sì lieta gioia
3.11ch'ogni molestia e noia
3.12è da me tolta, el mio novella stato
3.13è oggi più che mai per te beato!
4.1Dunche, a bene sperar giusta ragione
4.2induce el vulgo mio, già sì giocondo
4.3che par che dal profondo
4.4del più crudele abisso sciolto sia
4.5nuovo Fabrizio in toga e Scipione
4.6disceso giù dal cielo a noi nel mondo,
4.7Bruto e Marcel secondo,
4.8per essaltar la fama e gloria mia,
4.9alma superna, degna, giusta e pia,
4.10ove fede e costanzia si discerne
4.11ed altre dote eterne:
4.12ardire al cominciar d'ogni periglio
4.13e, nel seguir, prudenzia e gran consiglio.
5.1A te sol dunche esser chiamato erede
5.2tra gli altri nati del tuo padre lice,
5.3Cosmo santo e felice
5.4che mi fa del suo nome ancora adorna.
5.5E s'egli è gito alla più celsa sede
5.6del trono dove impera Beatrice,
5.7io riveggio in sua vice
5.8ciò che per te di lui al mondo torna;
5.9ma, s'all'occasïon non si soggiorna,
5.10il farò di metallo rifulgente
5.11col titolo eccellente
5.12del padre mio, che virtù vivo face,
5.13ché morto è chi di lui al fin si tace.
6.1Veggio dal tuo sinistro e destro lato
6.2surger due laüretti e verdi rami,
6.3e par che ciascun brami
6.4con sue frondi adombrar la chioma mia,
6.5in mezzo una colonna ed uno armato,
6.6ch'asembra fare e tuoi nimici grami,
6.7perché tu temi ed ami
6.8quel che fé superare a lui Golia.
6.9Questo fu che la setta iniqua e ria,
6.10che tôr mi volle quel che meco nacque,
6.11sì come al ciel sol piacque
6.12si torse in fuga, e la sua gran nequizia
6.13ha ceduto a ragione ed a giustizia.
6.14— Canzon, di quegli accenti el tuo tenore
6.15saria sol degno e risonante lira
6.16che di Parnaso spira.
6.17M'hai fermo la mente in un pensero:
6.18ch'assai ben parla chi raconta el vero.
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