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1.1Corimbo, giovinetto avernïese,
1.2bello, prudente, virtuoso, onesto,
1.3in cui eran d'Amor le faci incese,
2.1di selva in selva giva solo, mesto,
2.2spegnendo con le lagrime la vampa,
2.3qual a sé stesso lo rendeva infesto.
3.1Spesso «Infelice» dicea «chi inciampa
3.2in questi lacci tuoi, crudel Cupido!
3.3Felice chi da' tuoi strali campa!
4.1Che è a dir, ch'i' fuggo ov'io stessi mi guido
4.2e duolmi troppo quel che più mi piace,
4.3e troppo temo, ov'io troppo mi fido?
5.1Accendo co' sospiri in me le face,
5.2qual' pure i' copro, e pur vorrei scoprire:
5.3mio dolore entro prega, e di fuor tace».
6.1Che fai, Corimbo? Stolto chi si crede
6.2pietà trovar più in altri che 'n sé stessi!
6.3Prendi da Amore quanto ti concede.
7.1Stolto, Corimbo, stolto se credessi
7.2con libertà poter viver suggetto:
7.3potresti assai, se te stesso vincessi.
8.1Ma' sempre suole Amor chiuso nel petto
8.2più palesarsi quanto più l'ascondi:
8.3non val contra l' iddii l'uman concetto.
9.1Che fai, Corimbo? Te stessi confondi.
9.2Ben scorge chi tu servi in un sospiro
9.3qua' sieno de' pensier' tuoi i più profondi.
10.1Se 'l ciel si porge a voi sdegnoso e diro,
10.2miseri amanti, vincete soffrendo.
10.3Matura il tempo ogni vostro disiro.
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